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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca

Multiservizi, fine inchiesta: il pm conferma la concussione elettorale

Rischiano il processo Pietanza, ai domiciliari dal 10 maggio, il cognato Sirio e Zuccaro. Luperti resta indagato per peculato e abuso, così come il pediatra Oliva Priore, due dipendenti dell’ufficio Lavoro e cinque impiegati della partecipata

BRINDISI – Il messaggio audio su Whatsapp dal contenuto elettorale, in vista del ballottaggio di due anni fa, e presunte minacce restano il perno dell’accusa di concussione elettorale al termine dell’inchiesta nei confronti di Daniele Pietanza, dipendente della società Multiservizi, partecipata del Comune di  Brindisi, ai domiciliari dallo scorso 10 maggio. Così come le intercettazioni rimangono alla base delle accuse di peculato e abuso in atti d’ufficio confermate a carico di  Pasquale Luperti, ex assessore all’Urbanistica e consigliere comunale uscente, rimasto fuori dall’attuale tornata elettorale.

Gli avvisi di conclusione

Daniele Pietanza-2Pietanza e Luperti rischiano di finire sotto processo, ora che il pubblico ministero Giuseppe De Nozza ha firmato gli avvisi di conclusione delle indagini, delegate alla Digos, passo che prelude all’esercizio dell’azione penale con richiesta di rinvio al giudizio del Tribunale. Gli avvisi di fine inchiesta sono stati  notificati anche agli altri inizialmente indagati, alla vigilia del nuovo turno di ballottaggio per l’elezione del sindaco di Brindisi: complessivamente sono 12, tra dipendenti della Multiservizi e professionisti, ritenuti legati alla coppia Pietanza-Luperti, tandem che il pm considera centrale nell’inchiesta sulla Multiservizi. La srl sarebbe stata un serbatoio elettorale essendo “di fatto amministrata” dai due indagati. Luperti, secondo questa chiave di lettura, si sarebbe “impadronito dell’azienda del Comune, amministrandola in ogni singolo momento, in aperta e conclamata violazione delle norme vigenti” tramite Pietanza, destinatario di “perentori ordini e direttive di gestione” dall’allora ricandidato consigliere comunale.

La concussione elettorale

Per Carlo Zuccaro, dipendente Multiservizi, è stata confermata l’accusa di concussione elettorale in concorso con Pietanza. Per Zuccaro, il sostituto procuratore aveva chiesto gli arresti domiciliari, a fronte della richiesta di carcere per Pietanza, respinta dal gip. Nell’ordinanza di custodia cautelare, il giudice ha riportato il testo dell’audio inviato sulla messaggistica Whatsapp, nei giorni precedenti al secondo turno elettorale tra i candidati sindaco di Brindisi Angela Carluccio e Nando Marino, con invito a votare la prima. Poi risultata eletta. E sostenere Luperti. La voce era quella di Zuccaro, ma l’audio venne spedito dall’utenza cellulare di Pietanza: “Prendiamoci per mano e andiamo a votare il nostro sindaco Angela Carluccio, tutti insieme. Amici miei, votiamo Lino Luperti come consigliere comunale” . E ancora: Buongiorno amici, grazie a tutti per l’ottimo risultato fatto avere al nostro caro amico Lino, adesso tutti insieme dobbiamo votare il nostro sindaco Angela Carluccio, tutti insieme ragazzi, prendiamoci per mano e andiamo a votare Angela Carluccio olee’”.

L'assessore Pasquale Luperti-2I due dipendenti della società in house, avrebbero agito “in unione tra loro, cin più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso”: Pietanza cin qualità di “responsabile del coordinamento dei settori e dei servizi della Bms nonché di esecutore materiale dei reati, Zuccaco in qualità di collaboratore diretto di Pietanza ed esecutore materiale”. Pietanza, inoltre, secondo quanto condiviso dal gip avrebbe “abusato della sua qualifica formale e del ruolo rivestito all’interno della srl, della quale di fatto ne era divenuto l’amministratore. Mentre Pietanza avrebbe fatto affidamento sulla “forza intimidatrice ingenerata negli altri dipendenti dall’essere persona pluripregiudicata per reati contro il patrimonio e in materia di contrabbando”.

La lite nella società

In tale contesto marcatamente elettorale, Pietanza avrebbe “ordinato, senza averne titolo, all’ufficio amministrativo della Multiservizi, di non effettuare il pagamento dello stipendio del mese di giugno ai dipendenti della squadra addetta al verde pubblico e coordinata sa Sandro Trane”. Di questo gruppo avrebbero parte cinque brindisini i quali si “erano dichiarato orientate a votare il candidato sindaco Nando Marino”. Trane sporse denuncia lamentando l’accaduto.

Pietanza e Zuccaro, inoltre, avrebbero minacciato il responsabile del settore Affari legali, contenzioso, telefonia, contratti, il cui padre si era candidato a sostengo di Marino: nell’impostazione accusatoria, i due avrebbero fatto sapere alla dirigente che, “ove Nando Marino non avesse vinto le elezioni, avrebbero trovato un cavillo giuridico per cacciarla via dalla Multiservizi”. Tutto questo “in data anteriore e prossima al 20 giugno 2016”.

Il furto dei computer del Comune

Pietanza e Bruno Giannotte sono accusati di furto per aver “asportato sei computer di proprietà del Comune di Brindisi”, custoditi a Palazzo Guerrieri e destinati allo Smart Lab, con danno per l’Ente pari a settemila euro. La ricettazione di uno dei pc è contestata ad Antonio Sirio, cognato di Pietanza, per il quale il pm aveva chiesto i domiciliari, negati dal gip.

Il peculato per l’”appropriazione di quattro pneumatici e altrettanti cerchi di veicoli della Multiservizi” è accusa mossa a Pietanza, Sirio e Nicola Iacobazzi, altro dipendente della partecipata del Comune.

Il peculato

Il pm Giuseppe De NozzaPeculato è contestato anche a Luperti in concorso con Pietanza e con il pediatra di fiducia dell’ex assessore, Pasquale Oliva Priore, nonché con due dipendenti della partecipata, Raffaele Zuccaro e Paolo Lanza. In questo caso il pm ha ricostruito l’intervento con mezzi e personale Multiservizi per “la riparazione e il rifacimento del muro lesionato di proprietà del medico pediatra”. Accusa analoga è stata mossa nei confronti di Luperti, Pietanza, e Cosimo Rizziello, dipendente della società, e di Pasquale Magrì e Maristella Tramonte, questi ultimi impiegati dell’ufficio provinciale del Lavoro di Brindisi. In questo caso l’intervento contestato si riferisce alla rimozione di un topo morto nella proprietà di Tramonte.

Tutti gli indagati hanno venti giorni di tempo per presentare memorie o chiedere di essere interrogati o ancora domandare un approfondimento delle indagini. Solo dopo il pm deciderà se procedere oltre. Pietanza, intanto, attende la pronuncia della Cassazione: il suo difensore, Livio Di Noi, ha presentato ricorso dopo che il Tribunale in funzione di Riesame ha negato la libertà rimarcando l’attualità delle esigenze cautelari, sebbene l’indagato abbia negato di aver mai minacciato i dipendenti della Multiservizi. Ha ammesso, invece, di essere stato amico di vecchia data di Luperti e di essersi limitato a simpatizzare per lui nel periodo della campagna elettorale, versione 2016.

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