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Cronaca

"Necessaria apertura del confronto sulla dismissione della Centrale “Brindisi Sud”

Riceviamo e pubblichiamo un intervento di Legambiente Brindisi sulla Conferenza dei Servizi riguardante il rinnovo dell'Autorizzazione integrata ambientale per la Centrale Brindisi Sud, riunitasi ieri presso il Ministero dell'ambiente

Riceviamo e pubblichiamo un intervento di Legambiente Brindisi sulla Conferenza dei Servizi riguardante il rinnovo dell'Autorizzazione integrata ambientale per la Centrale Brindisi Sud, riunitasi ieri presso il Ministero dell'ambiente.

Facciamo chiarezza sull'esito della Conferenza dei servizi concernente il rinnovo dell'Autorizzazione Integrata Ambientale (Aia) per la centrale Brindisi sud. Innanzitutto, il parere del Ministero della Salute non è, purtroppo, ostativo o vincolante rispetto al rilascio dell'Aia, ma comporta soltanto, ai sensi dell'art. 14 della L. 241/91, un approfondimento “non condizionato o condizionante” in Consiglio dei Ministri sull'impatto sanitario. Ben diverso sarebbe stato il peso di posizioni istituzionali di rilievi e richieste di prescrizione in fase istruttoria: comunque, “meglio tardi che mai!”. La Regione Puglia, assente nella Conferenza, ha confermato con pareri scritti i rilievi e le richieste presenti in fase istruttoria, fra i quali il ricorso a sistemi di rilevamento delle polveri installati al suolo, intorno alla Centrale, in un'area vasta.

La Provincia ha anch'essa ribadito per iscritto le proprie posizioni, ad esempio rispetto all’installazione di filtri a manica sui  gruppi uno e due e alla necessità di misurare il flusso di massa al camino (in sostanza misurando direttamente l'inquinamento) e non semplicemente  con determinazione stechiometrica. L'Amministrazione Comunale di Brindisi ha finalmente assunto una posizione critica nell'ambito del procedimento, forse tardivamente, in parte ribadendo richieste già formulate (ad esempio i filtri a manica) e con argomentazioni che meritano alcune considerazioni.

La centrale Federico II di Enel Cerano

Le richieste dei controlli sul sistema di rilevamento della qualità dell'aria corrispondono a quanto già avviene, mentre ben diverso sarebbe pretendere il rispetto del “Piano di risanamento” approvato con Dpr del 1998, in particolare per quel che riguarda il sistema pubblico di monitoraggio globale, il controllo costante delle emissioni a bocca di camino, il Registro tumori, l'Osservatorio epidemiologico permanente, l'indagine epidemiologica sui lavoratori e sui cittadini a rischio. I filtri a manica non vanno annoverati fra le nuove Bat (migliori tecnologie disponibili); infatti sono presenti nei quattro gruppi della centrale di Civitavecchia e da decenni, in impianti statunitensi. Essi andavano imposti nell’Aia anche sul primo e secondo gruppo della Centrale di Cerano (sul terzo e quarto gruppo sono presenti).

La riduzione delle emissioni ha poco senso se il riferimento è il 2006, anno in cui la centrale di Cerano ha bruciato la quantità massima di carbone ed emesso le massime quantità di inquinanti e contaminanti (oggi le emissioni, funzionando la centrale molto al di sotto del regime, sono dimezzate rispetto ad allora). Ben diverso sarebbe stato prescrivere il rispetto preventivo dei limiti di emissione fissati con la Direttiva Europea da poco entrata in vigore, invece delle affermazioni generiche o addirittura del “rimettere all'attenzione del gestore” le possibili migliorie, come si riporta nell'atto licenziato in Conferenza di Servizi.

Legambiente ricorda a tutti che l'Aia è una “gabbia stretta” in cui muoversi, da sempre costruita ad uso e consumo delle imprese. È necessario quindi, invece di magnificare conquiste inesistenti conseguite, recuperare il tempo perso, se è ancora possibile, per imporre ciò che avviene altrove (anche a Civitavecchia) o che era già presente nel Piano di risanamento citato, ma è indispensabile l'apertura di quella fase di confronto sulla dismissione della Centrale “Brindisi Sud” prima che sia il mercato a determinarla.

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