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Cronaca

Negroamaro a rischio: ipotesi di trasloco a Lecce

Il Comune insiste per la Tosap e chiede 120mila euro a far data dal 2013. La Fondazione si oppone e invoca l'abbattimento del 80 per cento per manifestazione culturale. Restano da pagare 62mila euro ai fornitori per il 2015, edizione chiusa con una perdita di 40mila euro

BRINDISI – Punto interrogativo sulla prossima edizione del Negroamaro Wine Festival: l’appuntamento in programma dal 14 al 17 luglio sembra sempre più a rischio di fronte ad esposizioni debitorie rimaste aperte dopo le ultime edizioni. C’è il Comune che insiste e chiede il pagamento della Tosap per 120mila euro a far data dal 2013, ci sono fornitori dell’anno scorso che aspettano il pagamento di fatture per 62mila euro. E c’è una perdita contabilizzata pari a 40mila euro.

Negroamaro Wine Festival-2I numeri parlano e raccontano di una situazione economico-finanziaria non semplice da gestire e da risolvere in tempi stretti se l’associazione Onlus presieduta da Angelo Maci vuole onorare l’impegno - preso a voce e non ancora sottoscritto - con l’Amministrazione e quindi con la città di Brindisi, per la rassegna eno-gastronomica sul lungomare.

La domanda è proprio questa: se la Fondazione riuscirà o meno a far quadrare i conti. In via teorica, tra il sì e il no bisognerebbe mantenere la parità, ma sono gli stessi addetti ai lavori che scuotono la testa di fronte alle oggettive difficoltà e arrivano persino a ipotizzare un trasloco. Dove? Nella vicina città di Lecce, dove – sostengono – il Comune non chiede il pagamento della tassa per l’occupazione di suolo pubblico e non concede alcun contributo. Ovviamente riuscire a strappare una dichiarazione ufficiale, vale a dire con il virgolettato del microfono o del registratore, è impossibile. Fatto sta che il caso sarà affrontato nei prossimi giorni dal consiglio direttivo, nel quale siedono Giuseppe Marchionna, vice sindaco dimissionario nell’ultima Giunta di Mimmo Consales, Marco Pagano e Giovanni Nardelli.

Inaugurazione Negroamaro Wine Festival All’ordine del giorno c’è la questione economica e di conseguenza l’organizzazione dell’edizione 2016. Anche perché sembra che il Comune di Brindisi non intenda fare un solo passo indietro rispetto alla richiesta della Tosap, al netto della prescrizione che copre i cinque anni. In tal senso si sarebbe espresso il commissario Cesare Castelli in un recente incontro avuto con il presidente Angelo Maci il quale ha delegato Giuseppe Marchionna per il nodo Tosap.

In quella sede la Fondazione Negroamaro avrebbe fatto sapere di aver appreso solo dalla stampa dell’esistenza di un debito legato alla Tosap perché non avrebbe mai ricevuto alcuna notifica per mano dell’Abaco, la società di riscossione dei tributi per conto dell’Amministrazione comunale. Com’è possibile? Anche in questo caso risposte non ce ne sono. C’è stato sicuramente un cambio di indirizzo politico al Comune, visto che in primo momento l’Ente si era espresso per l’esenzione, salvo poi tornare sui suoi passi, fermo restando il riconoscimento del contributo.

Quanto alla partecipazione dell’Amministrazione, Castelli ha ribadito il sostegno all’evento riconoscendo l’importanza del Negroamaro Wine Festival, ma tenuto conto delle ristrettezze di bilancio, ha ridimensionato la somma da 130mila a centomila.

Degustazioni al Negroamaro Wine FestivalStando a indiscrezioni, la Fondazione avrebbe anticipato l’intenzione di fare opposizione per la Tosap e al tempo stesso rivendicherebbe la connotazione culturale del Festival, rimandando alla lettura e alla conseguente interpretazione di un decreto finanziario del ’93 (con modifiche successive). Secondo i sostenitori di tale tesi, il Negroamaro rientrerebbe nella categoria delle manifestazioni per le quali è possibile un abbattimento dell’80 per cento della Tosap, previsto anche per appuntamenti sportivi e politici. Categorie in cui rientrerebbero altri eventi ospitati dalla città di Brindisi. Il discorso potrebbe essere valido per il Salone Nautico che quest’anno si è trasferito a Bari, in Fiera.

Tosap a parte, la Onlus deve fare i conti con le richieste di chi ha lavorato lo scorso anno e chiede il saldo delle prestazioni: fra decreti ingiuntivi e lettere scritte da avvocati, la somma è arrivata a 62mila euro. Mancano all’appello i contributi di altri due enti pubblici, la Regione puglia che non ha versato la somma di 30mila euro e la Camera di Commercio, relativamente a 15mila euro.

Dai conteggi interni è stata accertata una perdita di circa 40mila euro che va ripianata. Luglio è dietro l’angolo. Lecce anche.

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