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Cronaca

Negroamaro cancellato, la verità del commissario

"Due criticità notevoli: mancato pagamento della Tosap e inadempienze dell'organizzazione verso i fornitori". Castelli dice stop anche alla custodia cani al Dog's village sotto processo per lo smaltimento delle feci nella discarica Autigno. Licenziata la maestra dopo l'episodio del bimbo uscito da solo dall'asilo

BRINDISI – “La cancellazione del Negroamaro Wine Festival è dovuta a due criticità notevoli e cioè al mancato pagamento della Tosap e alle inadempienze nei confronti dei fornitori”.

Inaugurazione Negroamaro Wine Festival Se l’appuntamento eno-gastronomico è stato cancellato dal calendario della rassegna estiva di Brindisi, la colpa non è del Comune, ma degli stessi organizzatori, doppiamente inadempienti, da un lato nei confronti dell’Ente pubblico, dall’altro nei confronti dei privati che hanno fornito servizi nelle precedenti edizioni. Non ci sono altre spiegazioni a sentire, o meglio, a leggere le conclusioni del commissario Cesare Castelli, al termine dei tre mesi di lavoro a Palazzo di città, alle prese con un bilancio ingessato al punto da rendere necessari una serie di tagli per contenere al massimo le uscite.

Castelli ha affrontato il caso “Negroamaro” liquidandolo in tre righe, ritenute sufficienti a spiegare cosa è successo e per quale motivo si è arrivati alla decisione di cancellare l’evento atteso da centinaia e centinaia di brindisini, programmato inizialmente dal 14 al 17 luglio, a patto che fossero saldate le due posizioni. Tre righe, quindi, per rispedire al mittente le accuse arrivate all’Amministrazione comunale nelle ultime settimane, per le vie ufficiose,  da quanti hanno puntato il dito nei confronti del commissario sostenendo che non avesse a cuore Brindisi. Vero il contrario e cioè che proprio perché Castelli ha preso a cuore le sorti della città, ha fatto l’unica cosa possibile in un contesto caratterizzato da due “criticità notevoli”, entrambe di natura economica essendo legate a pagamenti non avvenuti.

Angelo MaciIl commissario ha tirato in ballo il debito che l’organizzazione del Negroamaro ha nei confronti del Comune per la Tassa per l’occupazione del suolo pubblico: l’ultima lettera spedita da Castelli al presidente della Onlus, Angelo Maci, conteneva un invito al saldo della Tosap a far data dal 2013, per un importo pari a 120mila euro. Tosap peraltro chiesta e pagata dagli organizzatori di altre manifestazioni che pure hanno ottenuto il contributo pubblico, vedasi la Regata Brindisi Corfù solo pe fare un esempio con riferimento a un evento che si è svolto regolarmente.

La Fondazione del Negroamaro, invece, sperava di ottenere un abbattimento dell’importo nella misura dell’80 per cento in nome dell’evento turistico-culturale. Niente da fare. Il debito resta e va onorato, come del resto va pagato quello pendente nei confronti di diversi fornitori che, stando a conteggi noti al Comune, ammonterebbe a 62mila euro. Impossibile, quindi, per il commissario far finta di niente e andare avanti.

Impossibile anche ignorare un’altra questione: quella legata all’affidamento dei cani a una struttura finita prima sotto inchiesta e poi sotto processo per lo smaltimento delle feci nella discarica di Autigno, di proprietà del Comune di Brindisi. Castelli ha deciso di “interrompere l’affidamento del servizio di custodia” al Dog’s village “sia per conseguire un risparmio della spesa, sia per togliere i cani da una struttura coinvolta in reati contro il benessere degli animali”. La Procura con il pm Valeria Farina Valaori contesta nei confronti dei titolari il falso materiale nella compilazione dei codici Cer di accompagnamento, il trasporto non autorizzato di rifiuti pericolosi e l’attività non autorizzata di gestione dei rifiuti e maltrattamento di animali.

Nel processo si è costituita parte civile l’associazione Italia Nostra, mentre nessuna istanza è arrivata dall’Amministrazione comunale di Brindisi che era stata indicata come parte offesa negli avvisi di conclusione delle indagini.

Sempre su decisione del commissario è stata “avviata una procedura di contestazione volta alla risoluzione contrattuale con la società che gestisce gli asili nido” dopo che un bimbo di tre anni è uscito dalla scuola da solo. Castelli contesta la mancata “custodia” dell’asilo e nei confronti dell’insegnate ha contestato la mancata sorveglianza che ha portato al licenziamento. Anche questa vicenda è stata ricostruita nella relazione conclusiva dell’attività svolta.

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