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Cronaca San Pietro Vernotico

"Nel Brindisino ci si ammala di più, bisogna salvaguardare la Salute pubblica"

Hanno manifestato per il diritto alla Salute pubblica, all'assistenza sanitaria, per la garanzia di avere un numero di posti letto in grado di rispondere alle esigenze del territorio

SAN PIETRO VERNOTICO – Hanno manifestato per il diritto alla salute pubblica, all’assistenza sanitaria, per la garanzia di avere un numero di posti letto in grado di rispondere alle esigenze del territorio, le centinaia di cittadini che nel pomeriggio di sabato scorso a San Pietro Vernotico hanno partecipato al corteo organizzato contro la “chiusura” dell’ospedale Melli che per effetto del piano di riordino ospedaliero della Regione Puglia e di un protocollo di intesa firmato dal sindaco Maurizio Renna, sarà trasformato in Pta, presidio di assistenza territoriale. L’ex sindaco di San Pietro Vernotico, Pasquale Rizzo, avvocato, ha annunciato un ricorso al Tar, a quanto pare si tratta dell’unica strada percorribile per fermare la trasformazione del nosocomio sampietrano. Si teme la privatizzazione di un ospedale che per anni ha rappresentato il fiore all’occhiello della Sanità Brindisina, si teme per la salute pubblica, per la gestione delle emergenze.

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Il Pronto soccorso dell’ospedale Perrino di Brindisi è al collasso, si sa. Le cronache dei giornali a cadenza quasi regolare raccontano episodi di sovraffollamento e attese che durano anche dieci ore. Concentrare la prima assistenza in un solo ospedale fa temere seri rischi per chi ha bisogno di interventi urgenti, la soppressione dei posti letto e di conseguenza di interi reparti che oggi riescono a contenere le utenze come accade a San Pietro Vernotico, desta preoccupazione.

La manifestazione pubblica

Alla manifestazione, organizzata dai consiglieri di opposizione Pasquale Rizzo, Giuliana Giannone, Orlando Nasta e Michele Lariccia, si sono aggiunti i tre consiglieri di maggioranza che di recente hanno preso le distanze dal modo di amministrare della giunta Renna, Maria Lucia Argentieri, Davide Marangio e Piero Solazzo. Erano presenti l’onorevole del Pd Elisa Mariano di San Pietro Vernotico, il senatore Vittorio Zizza (Popolo della libertà) di Ostuni e il consigliere regionale dei 5stelle Gianluca Bozzetti di Brindisi oltre ai sindaci di Torchiarolo Nicola Serinelli e Squinzano Cosimo Miccoli, Giuseppe Lacorte del comitato “Tutela salute nord brindisino” di Ostuni, e ai consiglieri di minoranza dei Comuni di Cellino San Marco e San Donaci, rispettivamente Lorenzo Mazzotta e Lelio Lolli. Assente il sindaco di San Pietro Vernotico, Maurizio Renna, e i rappresentanti della maggioranza. Va detto anche che l’amministrazione non ha fornito alcun palco nonostante il corteo è stato annunciato il 19 marzo scorso subito dopo il consiglio comunale monotematico andato deserto. La motivazione fornita è che non ci sono soldi.

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Naturalmente erano presenti anche i membri del comitato “Salviamo il Melli”, nato un anno fa per promuvere iniziative contro la chiusura del nosocomio sampietrano. Tutti uniti dall’obiettivo di far tornare il Melli l’ospedale di un tempo, punto di riferimento della fascia sud del Brindisino. Il Pta non convince per niente buona parte di cittadini e amministratori.

A Ostuni un corteo dove hanno partecipato in migliaia e capitanato dal sindaco Gianfranco Coppola ha permesso di ottenere un “ritocco” al piano di riordino ospedaliero che riguarda Ostuni che prevede il declassamento del presidio e dei reparti di Pediatria e Cardiologia da unità complesse a semplici. “Ho avuto modo di dire al governatore che i cittadini brindisini non sono affezionati alle rivolte – ha spiegato Giuseppe Lacorte di Ostuni – noi brindisini abbiamo un peso specifico diverso rispetto ai cittadini delle altre provincie della regione Puglia. Abbiamo detto a Emiliano che con le loro politiche stanno creando un vuoto istituzionale, io credo che i nostri territori in questo momento stanno subendo un danno, un danno democratico, sociale e anche economico".

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"Il nostro governatore è convinto di aver osservato due strumenti che sono il decreto ministeriale 70 e la legge di stabilità, io ho detto che quei due strumenti nascono perché dovrebbero dare più garanzia di cure ai cittadini e invece non lo fanno, io credo che il governo regionale abbia fallito su tutti e due i punti, sia quello per la garanzia di cure che deve dare al cittadino che quello che riguarda l’aspetto economico finanziario. Abbiamo portato tantissime argomentazioni, abbiamo spiegato che questo piano di riordino non da delle giustificazioni a quelle che sono le mancanze. Un esempio è il fattore epidemiologico: nel territorio brindisino si muore più che in altri territori, il tasso di mortalità infantile è il più alto della Puglia ed è fra i dati nazionali peggiori, in risposta a tutto questo hanno chiuso due pediatrie nel Brindisino, abbiamo perso 20 posti letto che non recupereremo mai più".

VIDEO DEL CORTEO

"Stesso discorso dal punto di vista cardiocircolatorio: il nostro è un territorio con il più alto tasso di mortalità per le patologie cardiocircolatorie. Anche qui in risposta tagliano le cardiologie, non si riesce a dare una risposta al perché il piano di riordino sta prevedendo queste cose. In riferimento al vostro Pta abbiamo portato la preoccupazione dei cittadini che si dicono preoccupati per questa svendita continua del patrimonio pubblico. Il vostro ospedale è stato svenduto. Loro credono di poter dare la gestione di questi Pta ai gestori privati e che allo stesso modo si garantirà salute così come si faceva prima. Io ho dei dubbi rispetto a questo. Dubbi che abbiamo portato al nostro governatore, in cambio abbiamo ottenuto briciole. I nostri territori sono accomunati dalla stessa sventura: ci stanno tagliando tutto, ci stanno tagliando il diritto alla Salute. Abbiamo ottenuto 4 posti letto di osservazione breve per la pediatria, 4 per la cardiologia. Questo è tutto quello che abbiamo ottenuto e il governatore sostiene che con questi posti letto di osservazione breve si garantisce la stessa cura che si garantiva prima. Io credo che non sia assolutamente vero, voglio sperare che il tempo mi dia torto”.

Anche l’onorevole Elisa Mariano ha portato l’attenzione sui rischi per la salute pubblica del Brindisino “Siamo qui con senso etico come cittadini di San Pietro, come cittadini della Provincia di Brindisi che da questo piano di riordino hanno subito un torto. Abbiamo chiesto le indagini epidemiologiche che stanno arrivando con ritardo ma le certificazioni le abbiamo, abbiamo i dati, abbiamo i risultati: ci ammaliamo di più. Dobbiamo spiegare il perché. Siamo un’area a rischio di elevata crisi ambientale, avremmo meritato più attenzione quando si discuteva questo piano e non c’è stata concessa. Nella prima versione del piano, parliamo di marzo, l’ospedale di San Pietro non doveva essere chiuso ma doveva rimanere quello che è, potenziato come polo riabilitativo ma pubblico. Non doveva essere svenduto, non era prevista la Rems, nel giro di quattro mesi abbiamo visto questo piano essere stravolto. Emiliano e l’assessore alla Salute ci devono spiegare il perché. Ci hanno detto che l’ospedale di Fasano sarebbe stato chiuso lentamente in attesa che fosse costruito il polo ospedaliero di Monopoli e Fasano e questo non è accaduto, hanno deciso di chiuderlo prima che fosse posata la prima pietra del nuovo ospedale. Qui siamo preoccupati per la salute di tutti i cittadini di Brindisi perché se sarà chiuso questo ospedale il sistema sanitario andrà in tilt. Non siamo qui solo per noi ma per tutte quelle persone che in un’ambulanza non troveranno un posto letto un minuto dopo che sarà chiuso il Melli e saranno costrette ad essere allocate in altri reparti, saranno costrette ad essere spostate".

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"Questa battaglia è contro un piano di riconversione che non ci piace ma è anche contro la situazione in cui versa l’ospedale di Brindisi: perché non è possibile che un ospedale di secondo livello non abbia l’endoscopia d’urgenza e che se arriva una persona con un’emorragia deve essere portata a Lecce e non c’è il tempo di salvargli la vita. Queste cose non hanno colore politico vanno denunciate chiunque le faccia, in questa battaglia serve anche l’aiuto e il supporto dei sindacati. Ci dicono che devono affidare i servizi del nuovo Pta al privato e che sono costretti a farlo perché non c’è abbastanza personale eppure la provincia di Brindisi è l’unica che ha visto un taglio di tre milioni di euro sul personale. Dove sono finiti quei soldi? Sono stati spalmati a Bari e a Lecce. Per quale ragione se noi abbiamo più bisogno degli altri territori? Non abbiamo reparti in sicurezza. A Brindisi, ad esempio, non c’è il parto indolore, c’è in tutta la Regione Puglia, a Brindisi le donne partoriscono ancora come 30 anni fa, se vogliono partorire senza dolore devono rivolgersi a una clinica privata. Per San Pietro sono state previste prestazioni che non sono utili a decongestionare il Perrino e ad aiutare la nostra popolazione quando avrà problemi, le cose si integrano con la statistica, noi dobbiamo guardare di cosa ha bisogno la popolazione, a che servono queste prestazioni? Serviranno al privato che verrà qui a offrirle”.

senatore zizza-2Il senatore Zizza, invece, ha portato l’attenzione sulla Rems: “Voglio parlare di quello che stanno vendendo come un grosso accordo a favore di San Pietro: la Rems che sarebbe il manicomio criminale. Questo manicomio criminale sta girando tutta la provincia di Brindisi: è partito da Ceglie dove non è stato voluto, poi è stato portato a Carovigno e anche lì non è stato voluto. Adesso è arrivato a San Pietro. La Rems è un manicomio criminale che nessuno ha voluto e che vi hanno dato a San Pietro. Tutti questi fondi che vi stanno vendendo di investimento non stanno scritti da nessuna parte, sono impegni di impegni che non avverranno mai, la realtà è che ve lo chiudono e basta. La realtà è che non solo hanno ridotto i posti letto, ma non ci sono i soldi per assumere medici e infermieri, se non ci sono i medici i posti letto non hanno ragione di esistere, solo con il personale gli ospedali funzionano bene. Io vi garantisco che se continuate a lottare qualcuno vi verrà a chiamare”.

Davanti alla totale chiusura da parte dell’amministrazione comunale l’unica strada percorribile sembra quella di agire per vie legali “Dal punto di vista operativo vi annuncio che presenterò un ricorso al Tar. Se il Tar non ci darà ragione andremo davanti Consiglio di giustizia europea perché qui i dati ci dicono che noi con la Salute siamo lontani mille miglia rispetto a quello che ci tocca, sono dati oggettivi. Quello che vi chiedo: continuiamo in questa lotta, restiamo uniti, altrimenti dopo l’ospedale San Pietro non avrà più niente”. Ha detto Pasquale Rizzo. IMG_3244-2Il 5 aprile prossimo alle 18.30 è previsto il consiglio comunale monotematico, dove ci sarà il direttore generale dell’Asl Giuseppe Pasqualone che si spera potrà sciogliere tutti i dubbi e i timori dei cittadini. 

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