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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca

Evitato drammatico errore: innocente l'immigrato africano

In via Cappuccini non c'è stata alcuna violenza nei confronti di una 16enne condotta in ospedale in stato d'agitazione. Numerose persone avevano accerchiato un cittadino di colore, accusandolo di aver tentato di molestare la minorenne

BRINDISI – Non c’è stata alcuna molestia, né verbale né fisica, in via Cappuccini. Non è stata sfiorata neanche con un dito la 16enne che ieri (16 maggio) è stata condotta in ospedale in preda allo spavento, sostenendo di essere stata avvicinata da un extracomunitario mentre rientrava a casa.

Alcuni passanti avevano anche accerchiato il migrante, tentando di aggredirlo. Provvidenziale è stato l’intervento dei poliziotti della Sezione volanti, che hanno caricato il malcapitato a bordo dell’auto di servizio, mettendolo in salvo. Gli stessi poliziotti, dopo una serie di accertamenti effettuati d’intesa con il pm di turno del tribunale di Brindisi, hanno appurato che il cittadino di colore non aveva fatto nulla di male.

La richiesta di intervento è giunta intorno alle ore 15 attraverso il numero di emergenza 112, per una presunta aggressione da parte di uno straniero ai danni di una ragazzina. Una volta giunti sul posto, i poliziotti si sono trovati di fronte a un gruppo di cittadini che avevano circondato il migrante, accusandolo di un tentativo di violenza. A quel punto gli agenti hanno subito condotto l’extracomunitario in questura, mentre una seconda pattuglia, dopo aver individuato la 16enne, in evidente stato di agitazione, si è accertata che i genitori la portassero in ospedale.

Dagli esami clinici è emerso solo un forte stato di ansia reattivo da parte della minorenne. La stessa, dimessa nel giro di poche ore, ha chiarito alle forze dell’ordine la dinamica dei fatti. Dal racconto della 16enne si è capito che lo straniero l’aveva seguita a breve distanza lungo via Trento (traversa di via Cappuccini) e lei, temendo di essere in pericolo, si è fermata davanti al portone di un condominio, fingendo di citofonare, per poi darsi alla fuga. L’uomo si trovava ancora a poca distanza da lei, ma in realtà non aveva cattive intenzioni.

La posizione dello straniero è stata accertata in questura, dove, attraverso il fotosegnalamento, si è appurato che lo stesso era in possesso di un regolare permesso di soggiorno ed era in attesa delle definizione di una pratica per il riconoscimento di protezione internazionale. Non vi era alcun elemento, quindi, per procedere ulteriormente a suo carico. Ma nel frattempo i seminatori d’odio, attraverso i social network, si erano scagliati contro l’immigrato, dando sfogo alle peggiori pulsioni razziste. Su Facebook c’è anche chi si è vantato di aver “massacrato di botte” lo straniero, incassando il plauso di altri internauti.  

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