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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca Ostuni

No al crocefisso in aula consiliare

OSTUNI - Crocefisso in aula? Neppure a parlarne. Levata di scudi del consiglio comunale di Ostuni che ieri sera s’è ritrovato a discutere di simboli religiosi e a votare contro ogni forma di esposizione degli stessi nelle assise comunali. E’ proprio il caso di tirare in ballo gli scudi, visto che tra i sostenitori del “no”, con tanto di voto palese, c’è anche un tesserato Udc, Fabrizio Putignano, che in consiglio comunale siede tra i banchi di maggioranza nella lista civica Liberal. Nella Città bianca c’è infatti una situazione anomala, in seno al partito di Casini. L’Udc è all’opposizione, ma alcuni fra coloro che fanno parte del partito, sono invece schierati con il centrosinistra che governa la città.

OSTUNI - Crocefisso in aula? Neppure a parlarne. Levata di scudi del consiglio comunale di Ostuni che ieri sera s’è ritrovato a discutere di simboli religiosi e a votare contro ogni forma di esposizione degli stessi nelle assise comunali. E’ proprio il caso di tirare in ballo gli scudi, visto che tra i sostenitori del “no”, con tanto di voto palese, c’è anche un tesserato Udc, Fabrizio Putignano, che in consiglio comunale siede tra i banchi di maggioranza nella lista civica Liberal. Nella Città bianca c’è infatti una situazione anomala, in seno al partito di Casini. L’Udc è all’opposizione, ma alcuni fra coloro che fanno parte del partito, sono invece schierati con il centrosinistra che governa la città.

Gli udiccini duri e puri, con una lettera di Ernesto Camassa, consigliere anche lui, hanno quindi scritto ai propri vertici, chiedendo l’espulsione di Putignano che nelle assise si è schierato al fianco del sindaco socialista, Domenico Tanzarella, nel contrastare l’ipotesi di consentire l’ingresso in aula l’effigie in miniatura di Cristo in croce, per intenderci quella stessa che generazioni di studenti hanno “sopportato” ogni giorno dalle elementari fino alla maturità.

Ma torniamo ai fatti. In una commissione consigliare appositamente convocata per le modifiche al regolamento comunale e composta da un rappresentante di tutte le liste e i partiti il consigliere Tutuccio Semerano, indipendente, storico volto della politica ostunese, democristiano di ferro, ha proposto di inserire tre paroline. Per la precisione andavano incluse all’articolo 3. “E il crocefisso” accanto alla bandiera italiana, allo stemma della Regione Puglia, alla bandiera della Comunità Europea e al gonfalone del Comune.

Subito Salvatore De Stradis, sinistra alternativa, si era detto contrario. Gli altri, a quanto pare, non avevano granché da ridire. La bozza di modifica del regolamento è approdata in consiglio, tra i punti agli ordini del giorno. De Stradis, quindi, ha proposto un emendamento, rafforzando la propria posizione. Il sindaco, Domenico Tanzarella, ha preso posizione condividendo quella laicistica di De Stradis, senza nulla togliere al sentimento religioso di ognuno: “Qui si parla di istituzioni, e le istituzioni debbono essere laiche” ha detto il primo cittadino.

Prima votazione: tredici a favore, tredici contro, un astenuto. A sostenere la necessità di esporre il crocefisso alcuni esponenti del Pd, incluso Angelo Melpignano, vicino alla Chiesa locale. E tutto il Pdl, oltre all’Udc. Contrari il sindaco e le sue liste civiche. Visto il risultato di parità, si rivota. Melpignano si astiene: niente simboli religiosi in aula. Scoppia quindi la polemica. Camassa scrive ai vertici del partito e chiede l’espulsione di Putignano.  Il quale rivendica la propria posizione contro ogni forma di “esibizione” di insegne di ogni genere.

“Alla polemica rispondo con le parole di padre Bartolomeo Sorge  - ha dichiarato il consigliere comunale Udc, Fabrizio Putignano - a margine della battaglia ingaggiata dalla Lega Nord sull'esposizione del crocifisso nelle assise: ‘la Chiesa istintivamente diffida di chi si fa paladino di battaglie politiche in difesa di interessi religiosi… Perciò va giudicata del tutto inopportuna l'iniziativa politica messa in atto dalla Lega Nord a favore dell'affissione del crocifisso in sedi pubbliche’. Il senso della religiosità è tanto più autentico quanto meno esibito e si misura dai comportamenti non dalle sterili ostentazioni”.

Alla fine il regolamento modificato passa, senza influenze legate al culto. Ma scoppia la bufera: attacchi bipartisan, ma soprattutto i veleni in seno all’Udc, una disputa che sarà forse risolta più in alto. Letta la richiesta formale di assumere provvedimenti.

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