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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Non lo fanno parlare coi figli, immigrato si cuce le labbra

BRINDISI – Dramma dell’immigrazione nel Cara-Cie (Centro assistenza richiedenti asilo, ma anche Centro identificazione ed espulsione) di Brindisi, dove un cittadino afghano si è cucito due volte le labbra per protestare contro il divieto impostogli di prendere contatto con la sua famiglia, e in particolare con i figli. Per evitare che l’immigrato potesse ricorrere ad altri atti di autolesionismo, è stato necessario che il sindaco di Brindisi nel disponesse il ricovero coatto in ospedale, dove è sottoposto a vigilanza.

BRINDISI – Dramma dell’immigrazione nel Cara-Cie (Centro assistenza richiedenti asilo, ma anche Centro identificazione ed espulsione) di Brindisi, dove un cittadino afghano si è cucito due volte le labbra per protestare contro il divieto impostogli di prendere contatto con la sua famiglia, e in particolare con i figli. Per evitare che l’immigrato potesse ricorrere ad altri atti di autolesionismo, è stato necessario che il sindaco di Brindisi nel disponesse il ricovero coatto in ospedale, dove è sottoposto a vigilanza.

La prima volta l’uomo, in preda a disperazione , si è provocato tagli sul corpo con una lametta e si è cucito le labbra in una agghiacciante simulazione della privazione di libertà e diritti cui si riteneva sottoposto. Il personale di sorveglianza lo ha portato al pronto soccorso dell’ospedale “Perrino” di Brindisi, dove i medici hanno rimosso i rudimentali punti di sutura e medicato l’immigrato afghano.

La seconda volta, quando l’immigrato ha ripetuto il gesto in seguito a rinnovato divieto di contatto anche telefonico con la famiglia, è giunta la decisione di sottoporlo a tutela forzata disponendone il ricovero, con richiesta al sindaco di apposito decreto di ricovero coatto. Uno dei tanti drammi personali che si celano dietro la recinzione del centro alle porte di Brindisi divenuto soprattutto una retrovia a supporto dei centri siciliani.

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