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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

Traffico di cocaina, per nove imputati processo in abbreviato

Tra gli ammessi al rito, Giuseppe Perrone, alias Barabba, ritenuto il capo del sodalizio ricostruito dalla Dda anche sulla base delle dichiarazioni di pentiti, tra cui Fabio Fornaro. Il blitz il 25 maggio 2016

BRINDISI – Dopo il blitz per traffico di droga, nove brindisini hanno chiesto di essere processati con rito abbreviato, a partire da Giuseppe Perrone, alias Barabba, ritenuto il capo del sodalizio che la Dda ha ricostruito anche sulla base dei verbali resi dai pentiti tra i quali c’è Fabio Fornaro.

Giuseppe Perrone-4Perrone venne arrestato assieme ad altri nove brindisini il 25 maggio scorso dai carabinieri, mentre in 38 restarono a piede libero. Oggi il gup ha ammesso al rito speciale che consente di ottenere la riduzione di un terzo della pena i seguenti imputati: Giovanni Maiorano 35 anni, di Torchiarolo, Maurizio Maiorano 44 detto Il Bello (fratelli, titolari di un'officina), di Torchiarolo, Gianluca Maiorano 33, di Torchiarolo, Maurizio Lasalvia 31, di Torchiarolo,  Paolo Golia 33, detto Paoletto o Nano, di Torchiarolo, Massimiliano Lasalvia 28, di Torchiarolo, Luca Lorfei, tutti difesi dall’avvocato Ladislao Massari,  e Andrea De Mitri 35, nato e residente a Brindisi, alias Ducati, il cui ruolo è stato ritenuto marginale, difeso dall’avvocato Giampiero Iaia.
L’udienza si è svolta davanti al gup del Tribunale di Lecce, Vincenzo Brancato: l’avvocato Massari prima di iniziare la discussione aveva rivolto un invito all’astensione, dal momento che lo stesso gup ha firmato di recente l’ordinanza di arresto Omega nei confronti di Golia. I giudici del Riesame hanno evidenziato l’assenza di autonoma motivazione e per questo hanno accolto i ricorsi dei difensori, rimettendo in libertà anche il presunto killer dell’omicidio di Antonio Presta, Carlo Solazzo, da cui era partita l’inchiesta.

Il ruolo di capo e promotore dell'associazione finalizzata al traffico di droga è stata contestata a Giuseppe Perrone, alias Barabba. Le indagini hanno permesso di definire i canali di approvvigionamento della sostanza stupefacente: Andria sarebbe stata la piazza principale, raggiunta con due auto e un carro attrezzi nella disponibilità dei fratelli Maiorano, titolari di un'officina a Torchiarolo, e poi la Calabria.

Per il viaggio di ritorno, l'auto imbottita di droga veniva caricata sul carro attrezzi e raggiungeva l'officina dei fratelli Maiorano. Qui sarebbero state accertate diverse cessioni, sono stati monitorati 60-70 episodi contestati.

Il mercato, con indicazioni sui fornitori, sulle quantità e sui ricavi, era stato già delineato da alcuni pentiti contigui e non formalmente affiliati alla Sacra Corona Unita, come Fabio Fornaro, alias La Belva, di Brindisi, dal 2007 in carcere per scontare la condanna definitiva a venti anni di reclusione per l’omicidio di Daniele Carella, avvenuto nel capoluogo in via Appia.

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