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Cronaca

Nuova fuga di massa da Restinco: in otto evadono dal Centro Accoglienza

BRINDISI – Si è trattato dell’ennesima fuga, la prima nel mese di settembre, dopo un’estate (compreso il giorno di Ferragosto) caratterizzata dalle evasioni di massa. Ancora disordini nel Centro di Accoglienza di Restinco, dove la notte scorsa sono fuggiti otto extracomunitari. Altri cinque, per la verità, avevano pensato di scappare ma dopo pochi metri hanno fatto rientro nella struttura.

BRINDISI – Si è trattato dell’ennesima fuga, la prima nel mese di settembre, dopo un’estate (compreso il giorno di Ferragosto) caratterizzata dalle evasioni di massa. Ancora disordini nel Centro di Accoglienza di Restinco, dove la notte scorsa sono fuggiti otto extracomunitari. Altri cinque, per la verità, avevano pensato di scappare ma dopo pochi metri hanno fatto rientro nella struttura.

Ma è sempre, inevitabilmente, polemica per le condizioni di sicurezza del Centro. Ancora una volta, poliziotti e militari hanno dovuto fare i conti con la fuga degli ospiti. La tecnica è sempre la stessa, già utilizzata per altre evasioni, non più andate a buon fine – evidentemente – per chi ci ha provato anche la notte scorsa. Due muretti da superare, un pericoloso lancio da una significativa altezza, e poi la fuga. Di otto non ci sono più notizie, cinque sono rientrati. Ma a questo punto, naturalmente, non si esclude che possano riprovarci ancora.

A seguito delle ripetute evasioni che si sono registrate in estate, anche la politica non si è astenuta dal polemizzare sul futuro della struttura. Dopo blitz e sopralluoghi anche da parte dei parlamentari, da più parti è stata richiesta l’immediata chiusura del Centro (il consigliere regionale Euprepio Curto aveva anche chiesto l’evacuazione). Ma alle parole dei politici, c’era stata l’immediata risposta dei sindacati di polizia, che da mesi chiedono invano una risoluzione da parte della stessa classe politica, per venire incontro alle esigenze di una categoria che opera in condizioni di sicurezza molto precarie. “Dove sono finiti i politici di un tempo, quelli che per l’ideologia erano disposti a sacrificare la propria vita (non chiediamo tanto), quelli per cui il solo paventare un interesse personale e privato equivaleva ad ignominia ed eresia?”, si chiedevano in comunicati congiunti. “Siamo sfiduciati e sconfortati nell’affidare le nostre legittime rivendicazioni a colui che, fino al giorno prima, coi temi sicurezza, impegno e sacrificio delle forze dell’ordine, intesseva i suoi ridondanti proclami, salvo poi fregiarsi anche dei meriti circa i risultati ottenuti nella lotta alla criminalità. È tutto falso. È frutto di sangue, sudore e soprattutto della nostra professionalità, nonostante le mille difficoltà e nonostante i ripetuti tagli alle già magre risorse”.

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