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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Omicidi Scu, altri due arresti annullati

BRINDISI - Un altro omicidio le cui ricostruzioni non sono univoche e alcune dichiarazioni dei pentiti ritenute in parte non utilizzabili. Vacilla ancora un po’ l’ordinanza di custodia cautelare richiesta dalla Dda e disposta il 14 ottobre scorso a carico di 18 persone.

BRINDISI - Un altro omicidio le cui ricostruzioni non sono univoche e alcune dichiarazioni dei pentiti ritenute in parte non utilizzabili. Vacilla ancora un po’ l’ordinanza di custodia cautelare richiesta dalla Dda e disposta il 14 ottobre scorso a carico di 18 persone per 4 uccisioni e 6 tentativi (Operazione Zero). La fa traballare ancora una volta il Tribunale del Riesame di Lecce che l’ha annullata per Giovanni Colucci, detto il “Professore” di Ostuni, 41 anni e per Francesco Argentieri, detto “Francescone o Mago”, di Mesagne, 39 anni. Sono stati accolti i ricorsi degli avvocati Ladislao Massari e Vito Epifani.

I due, se non fossero detenuti per altra causa, sarebbero ora liberi come lo è Antonio Epicoco, 39 anni, di Brindisi, difeso da Cinzia Cavallo, scarcerato sempre dal Riesame e sempre sulla base di un ricorso che rimarcava l’assenza di gravi indizi di colpevolezza riguardo all’omicidio in Montenegro di Nicolai Lippolis.

Tornando a Colucci e Argentieri, nell’indagine dei pm Alberto Santacatterina e Valeria Farina Valaori, è loro attribuito l’assassinio di “Tony Cammello”. Questa la ricostruzione dell’accusa: l’uomo, al secolo Antonio Molfetta, di Torre Santa Susanna, era affiliato a Delle Grottaglie. Tra il 29 maggio 1998 (data della scomparsa) e l’8 ottobre 1998 (data del ritrovamento) Molfetta fu ucciso nelle campagne di Ostuni perché era ritenuto confidente delle forze di polizia. Responsabili: Massimo Pasimeni, Ercole Penna, Francesco Argentieri e Giovanni Colucci, ostunese, detto “il professore”.

Dal carcere Pasimeni tramite “sfoglie” diede l’ok. La vittima fu colpita al volto con un corpo contundente poi più colpi d’arma da fuoco, sempre in faccia, a munizionamento singolo e di grosso calibro. Anche qui è stata posta la questione di utilizzabilità delle datate dichiarazioni di uno dei collaboratori, Giuseppe Leo. Ma ad ogni modo ci sarebbero le ricostruzioni degli altri pentiti che hanno parlato di quel delitto, tra cui Penna che ha parlato di recente e che è ritenuto attendibile.

La difesa ha però contestato la contraddittorietà di alcune versioni fornite: c’è chi dice che sia stato ucciso perché confidente della polizia, chi invece parla di un debito di droga. Incertezze, quindi, che probabilmente non supportano con solidità il provvedimento restrittivo. Le motivazioni del Riesame non sono ancora note, c’è solo il dispositivo. Ma si conosce il merito dei ricorsi, e non tratta d’altro che di gravi indizi di colpevolezza.

La stessa ordinanza era stata annullata anche per Epicoco, per l’omicidio di Lippolis: il corpo che secondo gli investigatori era proprio quello di Lippolis fu trovato nel 2009 a Bar, vestito e con i documenti. C’era chi aveva raccontato, fra gli 11 collaboratori, che era stato sepolto nudo. Ad ogni modo non è mai stata consentita l’identificazione né l’esame del Dna. Il gip, precedentemente, aveva scarcerato (resta dentro per altre cause) anche Vito Stano, accogliendo l’istanza dell’avvocato Raffaele Missere per contestazione a catena.

 

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