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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca

Omicidio a Ceglie Messapica: è stata la coltellata al cuore ad uccidere Gioia

CEGLIE MESSAPICA – E’ stata la coltellata al cuore ad uccidere in pochi minuti Giuseppe Gioia, 44enne, elettricista di Ceglie Messapica. Lo ha stabilito il medico legale Antonio Carusi che ha effettuato l’autopsia. Sul cadavere il perito ha riscontrato un’altra coltellata all’addome e varie ecchimosi sulle braccia, compatibili con la colluttazione che c’è stata con Antonio Valente, 38 anni, di Ceglie Messapica, arrestato poco dopo l’omicidio.

CEGLIE MESSAPICA – E’ stata la coltellata al cuore ad uccidere in pochi minuti Giuseppe Gioia, 44enne, elettricista di Ceglie Messapica. Lo ha stabilito il medico legale Antonio Carusi che ha effettuato l’autopsia. Sul cadavere il perito ha riscontrato un’altra coltellata all’addome e varie ecchimosi sulle braccia, compatibili con la colluttazione che c’è stata con Antonio Valente, 38 anni, di Ceglie Messapica, arrestato poco dopo l’omicidio.

L’uomo si è presentato in caserma accompagnato dalla moglie e dalla suocera. Ed ha ammesso, alla presenza dell’avvocato Aldo Gianfreda, nominato immediatamente, di avere colpito Gioia con il coltello per difendersi. Il sostituto procuratore Giuseppe De Nozza, che lo aveva interrogato, ed aveva anche ascoltato i numerosi testimoni presenti, lo dichiarò in arresto per omicidio volontario, aggravato da futili motivi. In giornata i parenti di Valente hanno dato incarico all’avvocato Francesca Conte, del Foro di Lecce, di assistere, assieme a Gianfreda, l’indagato. Conte ha già difeso Valente in processo per droga nel quale in primo grado è stato condannato a otto anni e sei mesi di carcere: l’uomo aveva lasciato il carcere per gravi problemi di salute. Ora è in attesa del processo di appello.

Ma torniamo alla perizia medico legale alla quale era presente anche il medico legale di parte Domenico Urso. Carusi ha stabilito che la prima coltellata ha una profondità di un centimetro ed ha intaccato il fegato. Ma non è stata quella la coltellata mortale. Tanto è vero che, secondo la ricostruzione fatta dai carabinieri, Gioia, per difendersi dall’avversario che impugnava il coltello preso dalla macchina, avrebbe cercato di sollevare un vaso e lanciarlo contro Valente. Ma sarebbe scivolato. A questo punto, mentre si rialzava, Valente lo ha colpito nuovamente. Questa volta nella parte alta del torace. La lama è penetrata nel petto: il perito ha stabilito una profondità di nove centimetri; ed ha leso il muscolo cardiaco provocando la morte dell’elettricista. Che non è stata istantanea. L’uomo è rimasto a terra, rantolante. A soccorrerlo è stato il personale medico del 118 che, constatata la gravità, ha cercato di farlo arrivare nell’ospedale di Francavilla. Ma era troppo distante per poter sopravvivere. La ferita era grave e probabilmente non sarebbe sopravvissuto nemmeno se fosse stato immediatamente sottoposto a intervento.

Ora si passa alla fase di convalida dell’arresto. Valente alle 10,30 comparirà dinanzi al giudice per le indagini preliminari Giuseppe Licci. Saranno presenti il pubblico ministero Giuseppe De Nozza e i difensori che sosterranno la legittima difesa o l’eccesso colposo di legittima difesa.

Gioia è morto nel tardo pomeriggio di venerdì 24 dicembre sulla via per Villa Castelli, sul piazzale antistante il bar Time Out e il negozio di articoli sportivi Atletika. Un litigio, secondo la difesa scatenato da Gioia, che era alto e corpulento, per una vicenda legata ad un incidente stradale verificatosi alcuni anni fa. Pugni, calci, forse una testata di Gioia a Valente e quest’ultimo corre in macchina a prendere un coltello. Il resto è noto. Il cadavere di Gioia è stato riconsegnato alla famiglia e in giornata ci sarà il funerale.

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