Omicidio dell'edicolante: arrestato un vivaista, ha ucciso per gelosia
FASANO – Sarebbe stato Leo Mileti a freddare Angelo De Angelis intorno alle 6.20 del mattino, il 24 febbraio scorso, in via Mignozzi, con due fucilate. La voce che circolava in città, subito dopo i due colpi che squarciarono il silenzio di una fredda e piovosa mattina, sembrava frutto dell’immancabile chiacchiericcio che si solleva attorno a vicende del genere, ma alla fine si sarebbe rivelato più di un fondato sospetto: omicidio a sfondo passionale. Mileti, 47 anni, sposato, padre di tre figli, imprenditore del verde (titolare di un vivaio), avrebbe armato il suo fucile calibro 12 caricandolo con pallottole per la caccia al cinghiale, per gelosia in primo luogo.
FASANO – Sarebbe stato Leo Mileti a freddare Angelo De Angelis intorno alle 6.20 del mattino, il 24 febbraio scorso, in via Mignozzi, con due fucilate. La voce che circolava in città, subito dopo i due colpi che squarciarono il silenzio di una fredda e piovosa mattina, sembrava frutto dell’immancabile chiacchiericcio che si solleva attorno a vicende del genere, ma alla fine si sarebbe rivelato più di un fondato sospetto: omicidio a sfondo passionale. Mileti, 47 anni, sposato, padre di tre figli, imprenditore del verde (titolare di un vivaio), avrebbe armato il suo fucile calibro 12 caricandolo con pallottole per la caccia al cinghiale, per gelosia in primo luogo.
Il quadro non è ancora definito, ma pare che oltre alla causa scatenante del tradimento possa esserci dell’altro. Mileti avrebbe affrontato il giornalaio sotto casa sparandogli due fucilate, prima che potesse aprire l’edicola, da una distanza compresa tra i cinque e i dieci metri, impossibile sbagliare per un cacciatore come lui. L’arma del delitto, infatti, sarebbe regolarmente detenuta dal presunto killer dal momento che coltiva l’hobby della caccia. Ad armare la mano del vivaista sarebbe stata la gelosia. L’omicidio, per quanto efferato e dalle modalità apparentemente mafiose, sarebbe invece un delitto a sfondo passionale.
De Angelis, 46 anni, sposato e con tre figli, che conduceva una vita lontana da mondi criminali, avrebbe avuto una relazione segreta con la moglie del vivaista, il quale, una volta scoperta la tresca, avrebbe maturato vendetta. Leo Mileti sarebbe stato arrestato sabato notte dai carabinieri della compagnia di Fasano – guidati dal capitano Gianluca Sirsi -, per l’accusa di omicidio volontario. La svolta nelle indagini - condotte in stretto riserbo sotto la regia del pm Milto De Nozza, che si è avvalso anche della collaborazione del reparto operativo coordinato dal colonnello Gennaro Ventriglia – sarebbe arrivata dell’esame dei tabulati telefonici del cellulare della vittima. E’ scavando tra il traffico telefonico e gli sms che sarebbe spuntata una donna.
Interrogata dagli investigatori la moglie di Mileti avrebbe ammesso la relazione. Il vivaista avrebbe fatto parziali ammissioni in ordine all’omicidio. Ora si trova in carcere, a Brindisi, in attesa dell’interrogatorio di garanzia di fronte al giudice per le indagini preliminari e il pubblico ministero.