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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca

Omicidio Ferrarese, depositata la sentenza della Cassazione. Ecco chi dovrà essere riprocessato

BRINDISI – Depositato oggi il dispositivo della sentenza nei confronti dell’ex questore Francesco Forleo, poliziotti e contrabbandieri coinvolti nel 1995 in vicende che secondo gli inquirenti avevano ricoperto di fango l’istituzione da essi rappresentata (i poliziotti). Ieri erano circolate le prime notizie sui parziali ribaltamenti, o presunti tali, operati dalla Corte di Cassazione. Ma si trattava di informazioni frammentarie. Ora con il dispositivo è possibile essere più precisi.

BRINDISI – Depositato oggi il dispositivo della sentenza nei confronti dell’ex questore Francesco Forleo, poliziotti e contrabbandieri coinvolti nel 1995 in vicende che secondo gli inquirenti avevano ricoperto di fango l’istituzione da essi rappresentata (i poliziotti). Ieri erano circolate le prime notizie sui parziali ribaltamenti, o presunti tali, operati dalla Corte di Cassazione. Ma si trattava di informazioni frammentarie. Ora con il dispositivo è possibile essere più precisi.

I fatti sono in relazione alla morte del contrabbandiere Vito Ferrarese, avvenuta la notte del 14 giugno 2005 nel corso di un’operazione di polizia. I poliziotti (Forleo, Antonacci, Giorgio Oliva, uscito da tempo dal processo,  e altri) erano a bordo dell’elicottero da cui si fece fuoco contro  lo scafo blu guidato da Ferrarese. Che morì. La vicenda riguarda anche falsi attentati, false prove per incastrare un pregiudicato, falsi, o presunti tali, rinvenimenti di armi.

Francesco Forleo, nato a Torino, da genitori brindisini, questore di Brindisi in quegli anni, arrestato quando era stato trasferito a Milano ed era all’apice della carriera. Il procuratore generale ha chiesto la sua condanna per omicidio volontario. Era stato condannato a due anni e tre mesi per omicidio colposo e a un anno per altro. La Cassazione ha annullato con rinvio alla Corte di Assise di Appello di Taranto per l’omicidio colposo e confermato per il resto.

Pietro Antonacci, vice questore, mesagnese, all’epoca capo della Squadra Mobile di Brindisi. Condannato a due anni e due mesi per l’omicidio colposo e a due e sei mesi per altro, la Cassazione ha annullato con rinvio per quanto riguarda l’omicidio colposo e confermato per il resto.

Pasquale Filomena, ispettore di polizia, di Maruggio, all’epoca dei fatti capo della sezione catturandi. Condannato in appello a 9 anni e otto mesi, la Cassazione ha annullato per quanto riguarda il capo C2 (la detenzione abusiva di un borsone carico di armi) confermando per il resto. Per questa accusa Filomena era stato condannato a quattro anni di carcere.

Emanuele Carbone, ispettore di polizia, brindisino, all’epoca dei fatti componente della catturandi. Condannato a due anni per il capo C2 (armi) e 5 anni e mezzo per altro, la Cassazione ha annullato con rinvio.

Giovanni Perrucci, ispettore di polizia, allora componente della catturandi, mesagnese. Condannato per il capo C2 a 4 anni e 6 mesi: rinvio all’Assise di Appello come gli altri.

Mario Greco, poliziotto della catturandi, ostunese, condannato a tre anni e otto mesi, annullato con rinvio per alcuni aspetti marginali, confermando la parte più importante della sentenza di appello.

Francesco Vacca, poliziotto della catturandi, di Carovigno, condannato a 5 anni, la Cassazione ha annullato con rinvio solo per alcuni aspetti marginali. Ha confermato il resto.

Annullamento con rinvio, ma sempre parziale anche per Oliver Cannalire, Aldo Cigliola, Fabio Fornaro, Flavio Maggio, Massimo Greco, Cosimo Petronelli, e Teodoro Sciarra.

Rigettato il ricorso di Franco Altavilla, Danilo Vecchio, Cosimo De Ceglie (funzionario di polizia condannato a 8 mesi), Francesco Lagatta, Cosimo Ligorio, Pietro Macilletti (poliziotto condannato a 8 mesi), Ciro Tucci (poliziotto condannato a 8 mesi) e Danilo Vecchio.

Infine dichiarati inammissibili i ricorsi di  Antonio Cordella, Cristian De Santis e Franco Trane.

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