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Cronaca Ostuni

Omicidio Marzio, incarico autopsia

OSTUNI - Sarà conferito domattina l’incarico al medico legale per l’autopsia sul corpo di Giuseppe Marzio, 44 anni, freddato con una fucilata in faccia nella notte tra lunedì e martedì alla periferia di Ostuni. Si tratta di una perizia ritenuta necessaria dal pm Iolanda Daniela Chimienti, per appurare alcuni dettagli non di poco conto. Potrebbe rivelarsi determinante conoscere non solo il numero dei colpi che hanno raggiunto la vittima, ma anche la distanza da cui sono stati esplosi.

OSTUNI - Sarà conferito domattina l’incarico al medico legale per l’autopsia sul corpo di Giuseppe Marzio, 44 anni, freddato con una fucilata in faccia nella notte tra lunedì e martedì alla periferia di Ostuni. Si tratta di una perizia ritenuta necessaria dal pm Iolanda Daniela Chimienti, per appurare alcuni dettagli non di poco conto. Potrebbe rivelarsi determinante conoscere non solo il numero dei colpi che hanno raggiunto la vittima, ma anche la distanza da cui sono stati esplosi.

E’ fondamentale per comprendere se il maestro di arti marziali, con numerosi precedenti penali, conoscesse chi lo ha ammazzato tanto da indugiare e scambiare qualche chiacchiera, fidandosi delle sue buone intenzioni, o se invece ad agire siano stato uno più tiratori scelti, killer in grado di mirare alla testa e centrarla anche se in movimento.

Si batte la pista locale. Una certezza c’è. Fosse gente conosciuta o meno, era comunque in grado di appostarsi nel punto più congeniale. Luogo scelto nella sconfinata campagna ostunese dove ci si perde facilmente. Nel dedalo di tratturi chi ha imbracciato il fucile, forse una doppietta, si è accovacciato dietro un muretto a secco attendendo che Marzio svoltasse al volante della propria Y10 per fare fuoco.

Due sarebbero stati gli spari. Non sono state rinvenute sul posto cartucce, il che fa propendere per l’ipotesi che l’arma utilizzata sia una doppietta. Una scarica di pallettoni ha sfigurato il volto della vittima prescelta. Altro piombo ha invece deformato il montante della vettura che ha proseguito con la marcia innestata per altri 150 metri. Si scava nel passato dell’uomo e nei suoi precedenti. Marzio era un soggetto conosciuto alle forze dell’ordine. Fu arrestato perché ritenuto l’autore di un attentato, compiuto a Soleto (Lecce) il 14 aprile 2011. Una bombola di gas da 25 chili era stata posizionata all’interno di una villetta di un pensionato, ne era stata aperta la valvola ed era stato appiccato il fuoco. In quell’occasione aveva riportato ferite da ustione che lo avevano costretto a ricorrere alle cure dei medici dell’ospedale “Perrino” di Brindisi. Per questo era stato identificato, denunciato a piede libero e poi in seguito arrestato su ordinanza di custodia cautelare in carcere.

Una decina di anni fa, invece, il 44enne finì in manette nell’ambito delle indagini aperte dagli investigatori a seguito del delitto di Renato Mitrotta (ucciso la sera del 13 settembre 2001, all’età di 43 anni), rimasto poi insoluto, vicenda per la quale fu poi assolto.

Gli agenti della Squadra mobile, giunti in contrada San Benedetto, sulla Ostuni – Ceglie, appena dopo le 8 di martedì, una volta che la moglie aveva lanciato l’allarme (stava accompagnando i tre figlioletti a scuola quando si è accorta dell’autovettura e del corpo senza vita del marito) hanno sequestrato il cellulare. Si parte dalle ultime chiamate effettuate e ricevute, per scoprire quali fossero le frequentazioni del 44enne, negli ultimi tempi. Di quali affari, insomma, si stesse occupando. Prima di tutto, però, vanno ricostruiti i fatti con estrema precisione. Per sapere, poi, dove andare a cercare movente e assassini.

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