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Cronaca Centro Storico / Viale Bastioni Carlo V, 25

Omicidio nigeriano: nuovo sopralluogo della polizia dopo segnalazione al 113

Segnalato un manico di coltello nello stabile in via Bastioni in cui la notte fra l'11 e il 12 marzo è stato ucciso un migrante. Scientifica sul posto

BRINDISI – Gli investigatori tornano sulla scena del crimine. Gli esperti della Scientifica e i poliziotti della squadra mobile di Brindisi stamani (25 marzo) hanno effettuato nuovi rilievi all’esterno e all’interno dell’alloggio in cui la notte fra l’11 e il 12 marzo è stato accoltellato a morte il nigeriano Callistus Imoyera. Le forze dell’ordine sono alla ricerca dell’arma con cui la compagna della vittima, la connazionale Mariat Okoro, 23 anni, in carcere con l’accusa di omicidio volontario, avrebbe commesso il delitto.

Una persona alle prime luci del giorno ha contattato la polizia attraverso il 113, segnalando la presenza di un manico di coltello.  Pochi minuti dopo, la Scientifica era lì, presso lo stabile situato al civico 25 di via Bastioni, a pochi passi dalla stazione ferroviaria, per gli accertamenti del caso. E’ da appurare se quel manico appartenesse effettivamente al coltello impugnato dal killer. Di certo il rinvenimento dell’arma del delitto aggiungerebbe un preziosissimo tassello al mosaico investigativo e aiuterebbe a chiarire la dinamica dei fatti.

La Ymoyera, difesa dall’avvocato Luigi D’Arpe, avrebbe colpito il compagno con un paio di fendenti, di cui uno al torace. L’omicidio sarebbe giunto al culmine di un’accesa lite iniziata, stando ad alcune testimonianze, la tarda serata di domenica 11 marzo. Dopo il delitto, la Okoro avrebbe tentato di costruirsi un alibi, chiedendo ad una amica ospitata presso una struttura di accoglienza situata a Serino, in provincia di Avellino, di apporre la sua firma sul registro delle presenze, nel tentativo di dimostrare che quella sera si trovava nell’Avellinese e non in via Bastioni. Ma il goffo tentativo di depistare le indagini è stato smascherato e la donna è stata denunciata per falso e truffa nei confronti dell’associazione che gestisce il centro. 

Nel corso dell’interrogatorio di convalida dell’arresto, la Okoro ha ammesso la lite, ma a quanto pare non ha fornito indicazioni precise sulle dinamiche del mortale ferimento e sull'arma utilizzata per colpire Callistus Imoyera al torace. A provocare la discussione sfociata nel sangue potrebbero essere stati dei messaggi inviati sul telefono cellulare della vittima da qualcuno. La nigeriana, insomma, potrebbe aver agito in preda a un raptus di gelosia. Anche riguardo al movente, però, non vi sono certezze. 

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