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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca

Omicidio per gelosia, pm: "ergastolo per l'assassino, condanne per chi lo ha aiutato"

Hanno posizione marginale nel processo, ma secondo l'accusa avrebbero aiutato un presunto assassino a nascondersi. E' per questo che anche per loro i pm della procura di Lecce hanno chiesto oggi la condanna.

BRINDISI - Hanno posizione marginale nel processo, ma secondo l’accusa avrebbero aiutato un presunto assassino a nascondersi. E’ per questo che anche per loro i pm della procura di Lecce hanno chiesto oggi la condanna nell’ambito del processo con rito abbreviato che si sta celebrando per l’omicidio di Gianfranco Zuccaro, 37 anni, avvenuto a San Cesario per motivi passionali. Ne risponde Lorenzo Arseni, 47enne difeso da Ladislao Massari, per cui è stato chiesto il carcere a vita (considerati gli sconti previsti dal rito).

I pubblici ministeri Antonio De Donno e Roberta Licci hanno anche invocato una pena di 2 anni e 8 mesi per Antonio De Marco, 45enne di Torchiarolo, 1 anno e quattro mesi per Federica Ferrara, 27 anni, di Brindisi; 2 anni e quattro mesi per Maurizio Manfreda, 43 anni, di Brindisi; 2 anni per Agata Rollo, 53 anni, di San Cesario; 1 anno e quattro mesi Italo Cleopazzo, 65 anni, di San Cesario. L’accusa nei loro confronti è di favoreggiamento. Secondo l’ipotesi accusatoria, avrebbero favorito e agevolato la latitanza dell’assassino (fornendogli alloggio e schede telefoniche).

Lorenzo ArseniI famigliari di Zuccaro si sono costituiti parte civile. Arseni, presente oggi in aula, ha sempre sostenuto di aver agito d’istinto, sparando non per uccidere ma per ferire il suo rivale. Alla base del tragico fatto di sangue vi sarebbe stata la gelosia. La sera prima dell’omicidio, infatti, il 47enne di San Cesario avrebbe saputo dalla moglie che Zuccaro in più occasioni l’aveva infastidita, rivolgendole avance e apprezzamenti. In alcune occasioni, sempre in assenza del marito, il 37enne, bodyguard, si sarebbe recato presso l’abitazione della coppia. La domenica mattina del 7 luglio, Arseni avrebbe quindi deciso di incontrare il suo rivale nel bar abitualmente frequentato dallo stesso. 

Conoscendo la fama del 37enne, un uomo prestante fisicamente e, a suo dire, violento, avrebbe deciso di portare con sé una pistola. La conversazione tra i due sarebbe poi proseguita all’esterno dell’attività commerciale: Zuccaro avrebbe inizialmente negato ogni contatto con la compagna dell’arrestato. L’omicidio, a dire di Arseni, non avrebbe alcun mandante e nessuna modalità mafiosa, per l’accusa invece è aggravato dalla premeditazione oltre che dalle modalità mafiose. Tra una settimana discuterà l’avvocato Massari. Poi la sentenza del gup che giudicherà allo stato degli atti.

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