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Cronaca

Omicidio Salati, i pm: "Ergastolo a Pasimeni"

MESAGNE - Ergastolo per Massimo Pasimeni, nove anni di reclusione per il pentito Ercole Penna: sono le richieste formulate oggi dai pm Alberto Santacatterina e Valeria Farina Valaori al termine della requisitoria del processo, in corso dinanzi alla Corte d’Assise di Brindisi.

MESAGNE - Ergastolo per Massimo Pasimeni, nove anni di reclusione per il pentito Ercole Penna: sono le richieste formulate oggi dai pm Alberto Santacatterina e Valeria Farina Valaori al termine della requisitoria del processo, in corso dinanzi alla Corte d’Assise di Brindisi, per l’omicidio di Giancarlo Salati, detto “Menzarecchia”, compiuto a Mesagne quattro anni fa.

I due pubblici ministeri hanno parlato per quattro ore. Si è soffermata sulla ricostruzione dei fatti e sulla volontà di uccidere, oltre che sulle atroci modalità di esecuzione, il pm di Brindisi Valeria Farina Valaori. Era una condanna a morte secondo l’accusa, un vero e proprio “massacro” che doveva procurare alla vittima sofferenza.

Insomma, una “tortura” inflitta per almeno tre ragioni: il padre di una ragazzina aveva riferito a Piccolo Dente, al secolo Massimo Pasimeni, che l’uomo aveva una relazione con la figlia; c’erano poi conti in sospeso, relativi a questioni del tutto private di Pasimeni, e infine una motivazione sociale, ossia rafforzare l’immagine di “giustiziere” del boss oltre che la sua autorevolezza in ambiti criminali.

Il pm Alberto Santacatterina si è occupato delle questioni tecniche: dalla qualificazione del fatto, all’aggravante dell’aver favorito la Sacra corona unita che è stata contestata insieme all’aggravante della premeditazione. I due imputati sono ritenuti i mandanti dell’omicidio, compiuto a colpi di bastone avvenuto il 16 giugno de 2009 a Mesagne (Brindisi). Per Penna il conto presentato dall’accusa è ridotto, tenuto conto del suo status di collaboratore di giustizia.

Per lo stesso delitto il 23 luglio scorso sono state condannate altre tre persone dal gup di Lecce, Cinzia Vergine, al termine di un processo con rito abbreviato: erano state inflitte pene pari a 30 anni di reclusione per Vito Stano e Francesco Gravina, 10 anni per l’altro pentito, Cosimo Giovanni Guarini. A tutti è stata contestata l’aggravante della premeditazione oltre che dell’aver agito per favorire un’associazione mafiosa.

Salati fu picchiato violentemente da due persone con un bastone in ferro. Morì il giorno dopo in ospedale. Guarini e Stano sono ritenuti gli esecutori materiali del delitto. Nella requisitoria i pm hanno citato le dichiarazioni dei due collaboratori oltre che sulla volontà di uccidere di mandanti ed esecutori, anche riguardo al movente: la spedizione punitiva sarebbe stata decisa dopo che il padre di una ragazzina aveva riferito a Pasimeni che Salati aveva importunato la figlia, ma anche per vecchi rancori legati a questioni private e per una “motivazione sociale”, ossia rafforzare l’immagine di “giustiziere” del boss oltre che la sua autorevolezza in ambiti criminali.

ll 27 gennaio 2012 gli arresti eseguiti da Mobile e poliziotti del commissariato di Mesagne, con l’operazione ‘Revenge’, tutti su ordinanza di custodia cautelare disposta dal Tribunale di Brindisi. Nel processo è costituito parte civile il Comune di Mesagne. Pasimeni è difeso dagli avvocati Marcello Falcone e Rosanna Saracino, le cui arringhe sono previste per l’11 dicembre prossimo.

 

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