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Cronaca

Omicidio Tedesco, minorenne finisce sotto processo

La Procura ottiene il rinvio al giudizio per un ragazzo di Brindisi che all'epoca aveva 17 anni, con l'accusa di aver preso parte al delitto nel ruolo di palo. L'imputato: "Non c'entro niente". E rinuncia all'abbreviato. Ricorso del pm per la premeditazione non riconosciuta dal gup a carico di Romano, Polito e Coffa

BRINDISI – Un ragazzo all’epoca minorenne è finito sotto processo con l’accusa di aver partecipato all’omicidio di Cosimo Tedesco, avvenuto nel 2014 all’indomani della festa di Halloween, in un appartamento che si affaccia in piazza Raffaello, quartiere Sant’Elia di Brindisi.

Nuova sede tribunale Minori Lecce-2La Procura dei minori di Lecce ha ottenuto il rinvio al giudizio confermando l’impostazione iniziale, secondo cui il brindisino che all’epoca aveva 17 anni, era presente quella mattina nell’abitazione. Non era armato, lui. Avrebbe svolto il ruolo di palo, concorrendo nel fatto di sangue per il quale, in abbreviato, davanti al gup del Tribunale di Brindisi sono stati condannati all’ergastolo Andrea Romano, 29 anni; Alessandro Polito, 31, e Francesco Coffa, 34. Sono stati riconosciuti tutti e tre colpevoli, al di là di ogni ragionevole dubbio, dell’omicidio di Tedesco padre e del tentato omicidio del figlio, Luca, rimasto ferito nella stessa occasione.

Ai tre è stata contestata e addebitata l’aggravante dei futili motivi perché la sparatoria si verificò la mattina successiva alla festa di compleanno di una nipote della vittima, nel corso della quale ci fu un diverbio tra i genitori, quando una bimba di tre anni, figlia di un’amica della madre della festeggiata, si avvicinò a un neonato di dieci giorni per accarezzarlo mentre stava dormendo. Tanto bastò, secondo questa impostazione, a scatenare la violenza il giorno a seguire, dopo una serie di telefonate in cui si parlava della necessità di un “chiarimento”. I difensori dei tre imputati hanno presentato ricorso in Appello: per Andrea Romano, i penalisti Ladislao Massari e Cinzia Cavallo sostengono che non volesse uccidere nessuno, mentre per Polito, difeso da Cinzia Cavallo e Giuseppe Corleto, e per Coffa, assistito da Massimo Murra e Agnese Guida, è stata chiesta  l’assoluzione per non aver commesso il fatto. Ricorso in Appello dopo la sentenza del gup Paola Liaci, anche per il sostituto procuratore che mira a ottenere il riconoscimento di un’altra aggravante, vale a dire la premeditazione.

Da Lecce, in attesa della fissazione dell’udienza del processo di secondo grado, è arrivata la decisione del giudice per le indagini del tribunale in accoglimento della richiesta del pm nei confronti del minore per l’omicidio di Cosimo Tedesco e per il tentato omicidio del figlio in concorso con altri. Gli altri sono appunto i tre che rischiano di trascorrere la vita in carcere nel caso in cui il fine pena mai dovesse essere confermato in via definitiva.

Il ragazzo che ha compiuto 20 anni risiede a Brindisi e subito dopo la notifica dell’avviso di conclusione delle indagini chiese – tramite il suo avvocato di fiducia, Cinzia Cavallo – di essere interrogato. In quella sede professò con forza la sua innocenza dichiarandosi assolutamente estraneo ai fatti: “Con questa storia non c’entro niente, non so neppure di cosa si stia parlando”. Per il gip del Tribunale di Lecce gli elementi raccolti dal pm sono invece tali da sostenere l’accusa al processo. L’imputato ha rinunciato al rito abbreviato che avrebbe riconosciuto la riduzione di un terzo della pena, in caso di condanna, e ha scelto il dibattimento: vuole dimostrare, udienza dopo udienza, la sua verità.

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