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Cronaca

Omicidio Tedesco, un proiettile ancora incastrato nella schiena del figlio della vittima

Intervento chirurgico per Luca Tedesco tre anni dopo il ferimento e la morte del padre: la pallottola sarà sequestrata dai carabinieri per essere sottoposta a perizia per accertare quante armi spararono la mattina del primo novembre 2014

BRINDISI – Uno dei tre proiettili che ferirono Luca Tedesco, la mattina dell’omicidio del padre, Cosimo, è ancora incastrato nella zona lombare: sarà estratto a distanza di tre anni da quel primo novembre 2014, per essere sottoposto a perizia balistica, chiesta per stabilire quante armi furono usate nella palazzina del quartiere Sant’Elia in cui avvenne la tragedia.

omicidio tedesco in piazza raffaello-3

Il proiettile

L’intervento chirurgico si è reso necessario per permettere il confronto con le pallottole che uccisero Cosimo Tedesco, nell’appartamento di Andrea Romano, imputato – reo confesso – nel processo in Corte d’Assise d’Appello a Lecce, assieme ad Alessandro Polito e Francesco Coffa, tutti condannati in primo grado all’ergastolo. Rischiano la conferma del carcere a vita disposto dal gup del Tribunale di Brindisi, Paola Liaci, di fronte al quale venne incardinato il giudizio con rito abbreviato.

Le accuse

Sono accusati, in concorso, di omicidio volontario aggravato da futili motivi, con riferimento alla morte di Cosimo Tedesco (nella foto in basso), spirato in ospedale, al Perrino di Brindisi, poco dopo il suo arrivo. E sono accusati, inoltre, del ferimento del figlio, Luca Tedesco, arrivato quella mattina a soccorrere il padre. Venne ferito lungo le scale del condominio. L’interrogativo posto ai giudici, togati e popolari, che compongono la Corte d’Assise d’Appello di Lecce, è quante armi furono usate: una sola pistola oppure due? E in tal caso, chi fu a sparare a Cosimo Tedesco e chi al figlio Luca?

La perizia balistica

Le domande sono state poste dall’avvocato Paoloantonio D’Amico, il penalista che in giudizio rappresenta i familiari di Luca e Cosimo Tedesco, già costituiti parte civile con richiesta di risarcimento danni per un milione e mezzo di euro. Le istanze riguardano il figlio della vittima la mamma e la nonna.

cosimo tedesco-2L’unica possibilità per effettuare la perizia balistica è legata all’estrazione del proiettile rimasto incastrato nella zona lombare da quella mattina,  motivo per il quale Luca Tedesco sarà sottoposto a intervento chirurgico dai medici dell’ospedale Perrino. Il punto esatto in cui è bloccata la pallottola è stato individuato ieri con la Tac. Due proiettili, invece, fuoriuscirono. Una volta estratta, la pallottola sarà sequestrata dai carabinieri.

Il teste oculare

Nel processo di secondo grado i difensori degli imputati, Cinzia Cavallo, Agnese Guido, Massimo Murra, Pasquale Corleto e Ladislao Massari, hanno ottenuto la riapertura del processo con l’ascolto dell’unico testimone indicato come “oculare”, Daniele De Leo, genero della vittima. Secondo De Leo, l’unico a essere armato, sarebbe stato Romano, il quale peraltro ha ammesso le proprie responsabilità sottolineando di non voler uccidere e ricordando che nella sua abitazione, quel giorno, c’era anche sua figlia, una bimba piccola. Circostanza che emerge da alcune intercettazioni ambientale, disposte nell’appartamento di Romano, dopo gli arresti, tra alcuni suoi familiari. Non erano armati, invece, Coffa e Polito, stando a questa versione confermata dal teste nel corso dell’esame reso davanti ai giudici.

La premeditazione e i futili motivi

Ha presentato ricorso in Appello, anche il pubblico ministero per contestare la premeditazione nell’omicidio, non riconosciuta nella sentenza di primo grado: in questa ricostruzione, il fatto di sangue è da considerare conseguenza di un diverbio avvenuto nel corso della festa per bambini, la sera precedente. Il 31 ottobre 2014 in un locale del quartiere Bozzano c’era il compleanno di una bimba di tre anni e tra gli invitati c’era anche il nipotino di Tedesco. La bimba avrebbe cercato di toccare il piccolino con le mani sporche di panna o gelato. I genitori si sarebbero infastiditi e da qui ci sarebbe stato uno scontro verbale tra gli adulti delle famiglie Tedesco e Romano. Lite che, nella sentenza del gup è stata qualificata come base per il riconoscimento dell’aggravante dei futili motivi, senza arrivare all’affermazione dell’altra aggravante, ossia la premeditazione.

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