Operazione "Beautiful", arresti per droga a Oria: l'eterno ritorno dell'eroina
I dettagli dell'indagine che oggi, giovedì 30 giugno, ha portato all'arresto di sette persone da parte dei carabinieri di Francavilla Fontana: le intercettazioni tra presunti pusher e acquirenti
ORIA - Incastonata tra tre capoluoghi di provincia, Brindisi, Taranto e Lecce, Oria è il crocevia del traffico di droga non solo pugliese. E' quanto emerso negli anni da diverse indagini. A tassello si aggiunge tassello: oggi, giovedì 30 giugno 2022, i carabinieri del Nor della compagnia di Francavilla Fontana, guidata dal capitano Gianluca Cipolletta, hanno eseguito un'ordinanza di custodia cautelare, firmata dal gip del Tribunale di Brindisi, Vilma Gilli. A coordinare le indagini ci ha pensato la pm Livia Orlando. Cinque persone sono finite in carcere e due ai domiciliari, gli indagati sono otto complessivamente. Perché è importante l'operazione "Beautiful"? Perché rimanda uno spaccato di vita della città federiciana: l'uso e il consumo di eroina - e altri stupefacenti - a Oria. Gli assuntori sono giovani, in alcuni casi minorenni. E' l'eterno ritorno dell'eroina, che non se ne è mai andata.
Gli arrestati
Sono stati condotti in carcere: Massimo Italiano (27 anni, nato a Mesagne e residente a Oria); Giuseppe Mazza (49 anni, nato a Francavilla Fontana e residente a Oria); Gabriele Pipino (24 anni, nato a Brindisi e residente a Oria); Angelo Zanzarelli (42 anni, nato a Francavilla Fontana e residente a Oria); Anna Lucia Zanzarelli (45 anni, nata a Francavilla Fontana e residente a Oria). Sono in regime di arresti domiciliari: Simone Recchia (33 anni, nato a Mesagne e residente a Oria); Pasquale Vitrugno detto “Lino” (32 anni, nato a Mesagne e residente a Oria).
L'approvvigionamento
Se nelle indagini passate Oria era il luogo di transito e di approvvigionamento di stupefacenti vari ed eventuali, in questa indagine dei carabinieri cambia la prospettiva. Gli oritani indagati si sarebbero recati fuori provincia per recuperare la droga, in particolar modo eroina. Alcuni indagati, utilizzando due macchine col metodo della "staffetta", si recano spesso a Canosa di Puglia per incontrare un uomo. Per gli investigatori prendono lì l'eroina. Altre piazze di rifornimento droga sono Taranto e Squinzano, nel Leccese.
La genesi dell'indagine
Dalle 148 pagine di ordinanza di custodia cautelare si capisce la genesi di questa indagine. La sera del 22 gennaio 2021 è molto movimentata a Oria. Un ragazzo si presenta all'ospedale Perrino di Brindisi, ha una ferita d'arma da fuoco, non grave per fortuna. Non è indagato nel presente procedimento, ma è nipote di Giuseppe Mazza, nome che fa drizzare le antenne ai carabinieri. Anzi, la sera stessa proprio Giuseppe Mazza è vittima di un danneggiamento: sconosciuti esplodono colpi d'arma da fuoco contro la sua auto.
Le intercettazioni
Per i carabinieri è ora di agire: mettono sotto controllo i telefoni degli odierni indagati. L'attività di captazione fa emergere contatti quotidiani tra gli indagati - molti legati da vincoli di parentela vari - in cui si parla di "birra", "l'ape", "metà", "documenti", "caffè", eccetera. Nonostante il linguaggio cifrato, gli inquirenti capiscono che si parla di droga. Le conversazioni tra presunti pusher e acquirenti erano di breve durata, servivano a concordare gli incontri: presso un condominio in cui vivono alcuni indagati, in bar e anche presso stazioni di servizio ubicate alla periferia di Oria.
La dipendenza dall'eroina
Le intercettazioni sono eloquenti: spesso si organizzano gli incontri per la cessione, in alcuni casi gli assuntori sono molto insistenti, in quanto hanno un disperato bisogno di rifornirsi di eroina. In altri casi uno degli indagati, per un consistente debito non saldato, arriva a minacciare verbalmente un acquirente. I carabinieri agiscono di conseguenza. Assistono dall'esterno agli incontri e - una volta terminati - procedono a fermare l'acquirente. Prima i pesci piccoli, poi quelli grandi. E intanto hanno inferto un colpo allo spaccio di eroina nel comune di Oria.