Operazione "Nexus": le estorsioni della Scu a Brindisi, tra slot machine ed eventi
Con i dieci arresti di oggi, 21 giugno, i carabinieri sgominano un presunto sodalizio operante nel capoluogo. Gli affiliati sfruttavano il nome del boss anche per non pagare il dentista o per trovare parcheggio
BRINDISI - Le estorsioni sono un'attività importante per un'associazione per delinquere di stampo mafioso, anche perché garantiscono in parte il controllo del territorio. Il presunto clan, area Sacra Corona, capeggiato da Ivano Cannalire (difeso dall'avvocato Cosimo Lodeserto) non fa eccezione, a Brindisi. Proventi delle slot machine e guardiania ai grandi eventi: le mire del sodalizio erano ben definite e caldeggiate dal presunto boss. Ma non solo tanti soldi, i sodali non si facevano scrupoli nell'utilizzare la forza d'intimidazione per non saldare il conto di un dentista o per ottenere un posto auto nel parcheggio di un lido. Se da un lato tentano di entrare nel gioco grande, dall'altro si dimostrano "terra terra" nelle loro mire. E' quanto emerge dall'indagine denominata "Nexus" e condotta dalla sezione operativa del Norm della compagnia dei carabinieri di Brindisi. Oggi, martedì 21 giugno 2022, dieci persone sono state arrestate, ma gli indagati sono 21 complessivamente. I militari hanno dato esecuzione a un'ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip del Tribunale di Lecce, Cinzia Vergine. L'intera attività d'indagine è stata coordinata dai pubblici ministeri Giovanna Cannarile della Direzione distrettuale antimafia di Lecce e Giovanni Marino della Procura della Repubblica di Brindisi.
In carcere e ai domiciliari
E' stata disposta la custodia cautelare in carcere per Ivano Cannalire (39 anni, di Brindisi); Antonio Camon (62 anni, di Brindisi); Maurizio Cannalire (62 anni, di Brindisi); Angelo De Fazio (47 anni, di Brindisi); Daniele Palma (42 anni, di Brindisi); Fabio Sciarra (40 anni, di Brindisi). Sono stati disposti gli arresti domiciliari nei confronti di Simona Sciarra (48 anni, di Brindisi); Orlando Cosimo detto "Dino" Cannalire (40 anni, di Brindisi); Tiziano Cannalire (32 anni, di Brindisi); Alessandro Gasbarro (42 anni, nato a Mesagne, residente ad Erchie). Il presunto sodalizio mafioso si dedicava perlopiù alle estorsioni. Tra gli arrestati, non viene contestata l'associazione mafiosa in questo caso a Tiziano Cannalire e Alessandro Gasbarro.
I ruoli nel sodalizio
Secondo la ricostruzione degli inquirenti, al vertice del clan c'è Ivano Cannalire , definito "promotore, dirigente, capo e organizzatore", nonostante la reclusione nel carcere di Taranto. Simona Sciarra avrebbe ricoperto il ruolo di "messaggero". E' la compagna di Ivano Cannalire. Durante i colloqui in carcere avrebbe ricevuto istruzioni e pizzini, sempre sulle attività estorsive. Antonio Camon , nonostante abbia più di 60 anni, è conosciuto come "il ragazzo di Ivano". Sarebbe stato il referente diretto del presunto boss in ordine alle attività estorsive e di riscossione. Maurizio Cannalire , padre di Ivano, si legge nei capi di imputazione, "si adoperava nelle attività estorsive finalizzate al controllo dei settori economici cruciali dell'associazione, quali il servizio di guardiania/vigilanza, la gestione dei parcheggi sul litorale brindisino e l'incasso dei proventi derivanti dalle macchine da gioco". Ma tra le mire dell'organizzazione ci sono anche grandi eventi come il Salone Nautico Snim 2018 e il Wine Festival. Poi ci sono anche Angelo De Fazio, Daniele Palma e Fabio Sciarra, i quali si occupavano delle estorsioni. Infine, merita una menzione anche Dino Cannalire. Lui avrebbe provveduto al sostentamento del presunto boss. I fatti contestati nei 39 capi di imputazione ai 21 indagati si riferiscono a episodi avvenuti quasi sempre a Brindisi, tra il 2015 e il 2018.
Core business: le estorsioni
Gli investigatori si sono avvalsi, tra l'altro, anche delle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia, che hanno inquadrato Ivano Cannalire nella Sacra Corona, facente parte del gruppo che fa capo a Francesco Campana (non coinvolto in questa indagine). Da quest'ulltimo Cannalire - che ha la dote di "quinta" nella Scu - avrebbe ricevuto il beneplacito a compiere le estorsioni a Brindisi. Il clan si sarebbe buttato a capofitto nell'attività. Qualche esempio: con minacce e azioni violente hanno costretto un dipendente di una società del ramo slot machine a consegnare loro la somma di 3mila euro entro il 28 di ogni mese. E se il dipendente non pagava? Succede nel marzo 2018: il malcapitato si sente rivolgere diverse frasi minacciose, "Ivano in testa ti deve sparare, sai! Cristiani di Oria stanno venendo a casa tua". Viene presa di mira anche una concessionaria, obiettivo: farsi corrispondere somme ingenti. Sempre nel marzo 2018, un indagato prepara e invia una lettera, con tanto di proiettili. Ma sbaglia a recapitarla. Arriva a una vicina del titolare della concessionaria. C'è scritto di consegnare 200mila euro e di non sottovalutare la richiesta. Nel maggio 2018 due indagati e un soggetto non identificato esplodono colpi di pistola contro la vetrata della concessionaria. Ad agosto dello stesso anno, danno fuoco a due veicoli, sempre della concessionaria. Ma i titolari non solo non cedono alle richieste estorsive, ma denunciano tutto.
Guardianie ai grandi eventi
Nel mirino degli indagati c'è anche l'attività di guardiania ai grandi eventi che si tengono a Brindisi nel 2018. Due in particolare: il Wine Festival e il Salone Nautico - Snim. In quest'ultimo caso, il clan riesce a contattare un amministratore di una società che organizza l'evento. I metodi sono i soliti: l'intimidazione che deriva dal vincolo associativo. Così cercano di costringere l'amministratore a rescindere il contratto di guardiania stipulato con un'altra società e ad assumere "ragazzi che stanno vicino a Ivano". Le frasi telefoniche sono eloquenti: "Noi siamo gli amici degli amici... e qui ci stiamo prendendo in mano tutto noi". In realtà non ci riusciranno, si legge nell'ordinanza di custodia cautelare, "per cause indipendenti dalla loro volontà e in particolare per l'intervento di [...] che bloccava l'iniziativa estorsiva, in quanto, in base ad evocati accordi malavitosi, era stato designato lui stesso quale gestore dei servizi di guardiania presso il porticciolo turistico di Brindisi", dove si tiene lo Snim. Poi non mancano i "pensieri", da corrispondere ai carcerati. Sono stati taglieggiati il gestore di una pescheria e due imprenditori edili locali.
A più miti consigli
Per vari motivi, alcune attività di racket, come visto sopra, non vanno in porto. Gli uomini di Ivano Cannalire falliscono nei propri intenti, specie quando si tratta di grandi somme e di grandi eventi. La loro tracotanza allora si rivolge verso obiettivi più modesti, apparentemente indice di una caratura criminale non molto elevata. In realtà la loro pericolosità non è in discussione. E' il caso di quanto accade in uno studio dentistico brindisino. La cliente è particolare, si tratta di Simona Sciarra, compagna di Ivano Cannalire. Alla fine, esponenti del presunto sodalizio, costringono il povero dentista a completare l'impianto dentale senza corrispettivo di denaro. Un'altra situazione vede protagonisti sempre Simona Sciarra, insieme a un altro presunto sodale. In un lido non ci sono posti liberi, ma loro devono parcheggiare l'auto. Costringono così il parcheggiatore a fare spazio, evocando sempre la figura di Ivano Cannalire ("se lo viene a sapere il marito sei morto"). Poca roba, dunque: ma i parcheggi sul litorale servono anche per fare business. Un ultimo esempio: un presunto affiliato pretendeva una somma di denaro da parte del titolare di uno stabilimento balneare che aveva realizzato un parcheggio nei pressi dello stesso stabilimento. Il motivo della richiesta? I mancati guadagni: il parcheggio è custodito, dunque addio furti. Questo è solo uno spaccato limitato di quanto scoperto dagli investigatori nell'indagine "Nexus".