rotate-mobile
Cronaca San Pietro Vernotico

Droga, con l'operazione "Quota 167" smantellata "un’attività di spaccio florida e lucrativa"

In sei sono stati portati in carcere, in due ai domiciliari e altri due sono stati sottoposti a obbligo a obbligo di presentazione per due volte al giorno presso la caserma dei carabinieri

SAN PIETRO VERNOTICO - “Un’attività di spaccio di stupefacente davvero florida e lucrativa gestita dai fratelli Annis e dal cognato Pietanza, con la collaborazione di Sorio Alberto e Elia Simone, questi ultimi operanti anche in modo autonomo così come l’altro coadiutore De Marco Massimiliano, caratterizzata da una suddivisione dei ruoli e delle competenze, da una minima organizzazione che prevedeva tariffari prefissati per la cessione a terzi e specifici luoghi dove custodire e confezionare lo stupefacente destinato allo spaccio minuto” è emersa dall’operazione “quota 167” (dal nome della contrada cosiderata la base operativa dei carabinieri) dei carabinieri di San Pietro Vernotico che si è conclusa nella mattinata di oggi (martedì 26 aprile) con l’esecuzione di dieci ordinanze di custodia cautelare nei confronti di altri e tanti indagati. In sei sono stati portati in carcere due ai domiciliari e due sono stati sottoposti a obbligo a obbligo di presentazione per due volte al giorno presso la caserma dei carabinieri. 

In carcere sono finiti: Fabrizio Annis, 41 anni, di San Pietro Vernotico (detto Spennato o Lo zio); Gimmi Annis (detto Spennato), 40 anni, di San Pietro Vernotico; Raffaele Pietanza (detto Braglia), 41 anni, di San Pietro Vernotico; Massimiliano De Marco, 51 anni, di San Pietro Vernotico (detto Cimice); Cesare Sorio, 35 anni, di San Pietro Vernotico (detto Alberto); Simone Elia, 24 anni, residente a San Donaci ma domiciliato a San Pietro Vernotico (detto Jackie Chan).

Ai domiciliari: Matteo Sorio, 33 anni, di San Pietro Vernotico; Fabrizio Caputo, 28 anni, di San Pietro Vernotico. Dei due sottoposti a obbligo di presentazione in caserma, uno risiede a San Pietro Vernotico l’altro a Cellino San Marco.  I fratelli Annis, i fratelli Sorio, Simone, De Marco sono difesi dall’avvocato Francesco Cascione.

I sei detenuti in carcare saranno interrogati domani, giovedì 28 aprile, tra le 13.30 e le 15 in videoconferenza con la casa circondariale di Brindisi e quella di Lecce. Annis Fabrizio, Massimiliano De Marco e Simone Elia sono ristretti nel carcere di Brindisi. Annis Gimmi, Raffaele Pietanza e Cesare Sorio in quello di Lecce. 

Tutti, nel periodo dell’inchiesta, durato circa un anno, da settembre 2020 a settembre 2021, “risultano aver gestito lo spaccio mediante una fitta rete di approvvigionamento e, a valle, di vendita a vari soggetti, con cadenza quasi giornaliera e con cessione di droghe di diversi tipo, cocaina e marijuana”. 

Acquirenti di tutte le età compresi minorenni. Per il Gip “che non si tratta di sprovveduti si ricava anche dalle modalità esecutive: la scelta di plurimi nascondigli cui bordi delle strade e il confezionamento in dosi singole anche nelle auto, nonché l’occultamento nelle case abbandonate o addirittura non sospettabili come quella della nonna di Elia, sono chiare espressioni di una scaltrezza delinquenziale tesa a sottrarsi a controlli delle Forze dell’ordine”. 

Durante le indagini i carabinieri hanno scoperto un metodo singolare escogitato dagli indagati per ricevere il pagamento delle cessioni di droga: venivano utilizzare carte “Posta Pay” intestate agli stessi compratori. Questi ultimi caricavano le schede con la cifra del “debito" e le consegnavano ai venditori che, a loro volta, si recavano allo sportello per prelevare. In questo modo se ci fosse stato un controllo non sarebbe stato trovato denaro contante. Elemento che conferma l’attività di spaccio nella flagranza del reato.

Nell’ordinanza si legge anche che oltre a un “linguaggio cripto e convenzionale” utilizzato all’inizio, gran parte delle conversazioni ambientali erano, invece, piuttosto esplicite. In molte occasioni sono stati utilizzati termini come “Erba, Coca, Somme, Debiti, Taglio, Sballo, “senza alcuna possibilità di equivoci”. A conferma del fatto che gestivano grossi quantitativi di droga finalizzati allo spaccio ci sono, inoltre diversi sequestri di cocaina, marijuana, hashish, operati dai carabinieri durante l’attività di indagine. 

Le minuziose indagini dei militari di San Pietro Vernotico, che hanno monitorato, con pedinamenti e intercettazioni, ogni singolo spostamento degli indagati, hanno permesso di accertare che “I fratelli Annis, Pietanza, Sorio Cesare (detto Alberto), Elia e De Marco, hanno organizzato e gestito un’attività illecita particolarmente fiorente, con una fitta rete di acquirenti che veniva soddisfatta in modo costante, ottenendo peraltro stupefacente di diversa qualità, cocaina e marijuana”. “Ciascuno ha agito in relazione alle proprie concrete possibilità: Annis Gimmi e Pietanza Raffaele, pur ristretti in regime domiciliare, non si sono sottratti alla cooperazione con gli altri, gestendo lo spaccio a distanza, avvalendosi sul campo di Annis Fabrizio, loro congiunto che, essendo libero, garantiva che i profili organizzativi ed operativi concordati fossero sotto controllo”.

“Il ruolo dei fratelli Annis - compreso quello di Gimmi - è di spicco: quest’ultimo pur ristretto in casa, viene visitato con frequenza da due principali spacciatori, Sorio e De Marco, presso l’abitazione, come pure Pietanza, allo scopo di ricevere sempre aggiornamenti e fornire indicazioni utili allo spaccio”.  Ancora “Il prezzo della cocaina è stato deciso dai fratelli Annis in 85 euro a grammo” e sono entrambi  anche a gestire lo spaccio di marijuana, fissando il prezzo di acquisto e di vendita agli spacciatori, Elia compreso. È Gimmi, incurante delle restrizioni cui era sottoposto, ad incontrare sul proprio terrazzo i soggetti attivi nello spaccio”. 

Pietanza è ritenuto pieno collaboratore dei cognati “interviene nelle cessioni garantendo la solvibilità di alcuni acquirenti e, comunque, mantenendo un contato stabile con De Marco. Inoltre è lui a organizzare e tentare il furto in casa di una “debitrice” a riprova di una attitudine criminale variegata”. Elia, De Marco e Sorio Cesare “non hanno mai esitato sia di fornire la propria collaborazione, notte e giorno, per spacciare lo stupefacente riconducibile ai germani Annis; sia per procurarsene altro in prima persona, Elia in specie rivendicando la possibilità di piena autonomia nel settore della marijuana”. 

“Ciascuno ha dimostrato piena adesione all’attività criminosa, confidando sulla collaborazione e determinazione delinquenziale altrui e, così, mettendo a disposizione luoghi, comprese le proprie abitazioni, per occultare stupefacente, provvedendo alle operazioni prodromiche allo spaccio, comprese quelle di confezionamento; gestendo i contatti, in qualunque ora della giornata, con gli acquirenti; ponendosi alla ricerca di vari canali di approvvigionamento - anche in Campania e Calabria - per assicurarsi quantità costanti da smerciare”. 

Articolo aggiornato alle 13.40 di mercoledì 27 aprile (interrogatori di garanzia)

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Droga, con l'operazione "Quota 167" smantellata "un’attività di spaccio florida e lucrativa"

BrindisiReport è in caricamento