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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca

Operazione "Il trentino": parziali ammissioni da parte di alcuni indagati

Qualcuno ha ammesso, qualcun altro ha fornito versioni differenti dei fatti mentre uno si è avvalso della facoltà di non rispondere. Si è chiuso così questa mattina il giro di interrogatori di garanzia riguardanti gli arresti eseguiti all'alba di martedì scorso dai carabinieri nell'ambito dell'operazione "Trentino"

CELLINO SAN MARCO – Qualcuno ha ammesso, qualcun altro ha fornito versioni differenti dei fatti mentre uno si è avvalso della facoltà di non rispondere. Si è chiuso così questa mattina il giro di interrogatori di garanzia riguardanti gli arresti eseguiti all’alba di martedì scorso dai carabinieri nell’ambito dell’operazione “Il trentino”, riguardanti sette persone (cinque uomini e due donne di Cellino Dan Marco) accusati a vario titolo di detenzione e cessione in concorso di sostanze stupefacenti furto e tentata rapina.

Nella mattinata di oggi hanno fornito la loro versione dei fatti Giuseppe Cortese, 26 anni, Ivana Carrozzo, 33 anni, Stefania Chirizzi, 24 anni e Dario Francavilla 43 anni, tutti posti ai domiciliari. Ieri, invece, sono stati ascoltati Stefano Spina e Gabriele Leuzzi. Non si hanno notizie, invece, sull’interrogatorio Gabriele Cucci, 24 anni (anche lui raggiunto dalla stessa ordinanza di custodia cautelare) perché attualmente vive in Germania per lavoro. Giuseppe Cortese e Dario Francavilla hanno affrontato il giudice  affiancati dall’avvocato Francesco Cascione. Il primo ha spiegato di essere assuntore di stupefacenti e anche pusher ma con il solo scopo di trovare i soldi per comprare la droga da consumare. Francavilla, invece, si è avvalso della facoltà di non rispondere. Anche Stefania Chirizzi, difesa dall’avvocato Ladislao Massari, ha ammesso le proprie responsabilità.

Operazione "Il trentino": le foto degli arrestati

Parziali ammissioni, infine, per Ivana Carrozzo, ex moglie di Gabriele Leuzzi, difesa dall’avvocato Marina Del Foro. La donna è accusata tra le altre cose di aver favorito il furto del registratore di cassa con 4mila euro, perpetrato nel ristorante “Don Carmelo” del cantante Al Bano Carrisi compiuto il 14 ottobre del 2011 dove lei lavorava come lavapiatti. Secondo quanto appreso durante un’intercettazione telefonica il marito avrebbe raccontato a Stefania Chirizzi che il furto nel ristorante “Don Carmelo” era stato possibile grazie alle indicazioni fornite dalla moglie su dove si trovavano le chiavi del registratore di cassa. Su questo aspetto Ivana Carrozzo ha negato di aver collaborato in qualche modo all’esecuzione del colpo “Il registratore di cassa è stato trovato a pezzi nelle campagne – ha spiegato il legale della donna – non è, quindi, stato aperto con le chiavi. Leuzzi all’epoca accompagnava la moglie a lavoro, frequentava il ristorante, ha avuto modo da solo di farsi un’idea su dove si trovava la cassa e come organizzare il furto”.

La donna, inoltre, che ribadisce di non aver mai condiviso le scelte e le azioni dell’ex marito anche se poi in qualche modo ne è rimasta coinvolta, ha negato anche di aver favorito la tentata rapina a casa di un’anziana donna invalida commessa a maggio dello scorso anno. “Tentata” perché gli esecutori materiali (Leuzzi e Spina) non riuscirono ad aprire la porta. Il colpo era stato organizzato grazie alla collaborazione di un’altra donna indagata a piede libero per gli stessi reati I.D.S. che aveva lavorato come badante a casa della vittima. Ivana Carrozzo ha spiegato al giudice che il suo coinvolgimento si riferisce solo al fatto di aver messo in contato la ex badante con l’ex marito.

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