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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca Cellino San Marco

Ordigno micidiale, dramma sfiorato

CELLINO SAN MARCO – E la criminalità colpisce ancora. Questa volta nella piccola comunità di Cellino San Marco, nei confronti di un imprenditore di 42 anni, Paolo Quarta, artigiano del ferro e dell’alluminio che dal 1992 ha un laboratorio in via Martiri Fosse delle Ardeatine, fratello dell’assessore alle attività Produttive Gianfranco e padre di un ragazzo di 24 anni, Giorgio che da qualche anno lavora insieme a lui. Un grosso ordigno intorno alle 23 di ieri ha sventrato l’appartamento adiacente al laboratorio artigiano, lo ha reso inagibile e ha rischiato di arrecare danni ancora più gravi.

CELLINO SAN MARCO – E la criminalità colpisce ancora. Questa volta nella piccola comunità di Cellino San Marco, nei confronti di un imprenditore di 42 anni, Paolo Quarta, artigiano del ferro e dell’alluminio che dal 1992 ha un laboratorio in via Martiri Fosse delle Ardeatine, fratello dell’assessore alle attività Produttive Gianfranco e padre di un ragazzo di 24 anni, Giorgio che da qualche anno lavora insieme a lui. Un grosso ordigno intorno alle 23 di ieri ha sventrato l’appartamento adiacente al laboratorio artigiano, lo ha reso inagibile e ha rischiato di arrecare danni ancora più gravi.

Da un primissimo sopralluogo eseguito dagli esperti, infatti, sembrerebbe che la bomba, creata artigianalmente non era stata riempita solo di esplosivo ma anche di frammenti metallici, micidiali, che in seguito all’esplosione hanno perforato cemento e ferro. Solo per puro caso in quel momento da via Martiri Fosse delle Ardeatine non passava nessuno. Il figlio Giorgio aveva lasciato l’appartamento solo un quarto d’ora prima. Il boato è stato così forte che è stato udito da tutto il paese e una ragazza che era nelle vicinanze, a causa del rumore forte e assordante sprigionato dall’esplosione, è stata trasportata in ospedale con danni a un timpano.

Sul movente di questo attentato dinamitardo indagano i carabinieri della compagnia di Brindisi unitamente agli uomini della locale stazione al comando del maresciallo Giuseppe Milo che già dalla stessa serata di ieri si sono messi al lavoro sulla vicenda. Paolo Quarta è incensurato, suo figlio anche, la moglie idem. Una famiglia per bene che non ha mai avuto a che fare con la criminalità. In vent’anni di attività l’imprenditore non è mai stato destinatario di questo genere di messaggi. Non ha mai ricevuto minacce o richieste estorsive. “Cado dalle nuvole, questa è una cosa che non mi sarei mai aspettata, non ho mai dato fastidio a nessuno e sto bene con tutti. Mi viene il dubbio che si sia trattato di un errore”. Ha dichiarato il 42enne questa mattina, ancora incredulo di quello che gli era capitato.

Le indagini dei carabinieri, però, non possono non tener conto della posizione politica del fratello maggiore dell'artigiano, Gianfranco. Assessore alle Attività Produttive, che abita a poche centinaia di metri dall’abitazione presa di mira ieri sera dalla criminalità. Anche, lui, però, si dichiara ignaro hai fatti: “E’ stato un vero e proprio shock, non credo che questo attentato possa essere considerato un avvertimento per me o per la mia famiglia. Lavoro nell’amministrazione con onestà, stiamo cercando di accontentare tutti i tipi di cittadini con l’unico scopo di risollevare le sorti del paese, non credo di aver fatto torti a qualcuno”.

L’appartamento distrutto dalla bomba è da qualche anno era disabitato. La famiglia Quarta vi ha risieduto fino a quando non si è trasferita in una casa più grande in via San Pietro. Era arredato di tutto punto e a breve vi si sarebbe dovuto trasferire il figlio Giorgio che intanto lo utilizzava per trascorrere qualche ora in compagnia degli amici o anche da solo. E proprio ieri sera il ragazzo è stato nella casa di via Martiri Fosse delle Ardeatine fino a un quarto d’ora prima dell’attentato dinamitardo. “Ero già a casa con i miei genitori quando ho sentito un grosso boato provenire dall’esterno. Abitiamo lontano dal vecchio appartamento ma il rumore provocato dallo scoppio si è sentito benissimo. Non avrei mai immaginato, però, che si trattasse proprio l’appartamento di mio padre, lo stesso in cui ero stato poco prima”.

Alle 23 via Martiri Fosse delle Ardeatine, la traversa della via San Donaci che unisce il centro con la periferia e percorribile a doppio senso di circolazione, è sempre frequentata da gente. Sia automobilisti che pedoni a passeggio con i cani. È stato un puro caso che al momento dell’esplosione in quel momento non c’era nessuno nelle immediate vicinanze. Una squadra dei vigili del fuoco del comando provinciale di Brindisi questa mattina è tornata sul posto per un ulteriore sopralluogo. I carabinieri anche. L’abitazione è inagibile ma non è in pericolo di crollo. Deve essere ristrutturata.

Per fortuna l’adiacente laboratorio artigiano non ha subito danni e l’imprenditore può continuare a lavorare. Con quale serenità, però, è da vedere. Solo qualche giorno fa nella vicina Torchiarolo ignoti piromani hanno incendiato l’auto del comandante dei vigili urbani e quella del suo vice. Naturalmente questo episodio non ha collegamenti con quello di ieri sera a Cellino ma è un chiaro segnale che nei paesi della fascia a sud di Brindisi la criminalità sta prendendo quota in modo scellerato e aggressivo. Entrambi gli attentati sono stati perpetrati alle 23, un orario in cui la gente è ancora in giro. I due episodi potrebbero anche essere visti come attacchi alle istituzioni e alla politica, a meno che gli investigatori non riescano a trovare un movente particolare per ognuno di essi. Al momento resta la paura.

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