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Cronaca Ostuni

"Sparo a te e alla tua famiglia, mi fai schifo": divieto di avvicinarsi alla moglie

Eseguita dagli agenti del commissariato di Ostuni un'ordinanza restrittiva a carico di un uomo di 35 anni dopo la denuncia della donna: temeva per l'incolumità della figlia minore. Nel provvedimento del gip evidenziati lo stato di frustrazione e il pericolo di reiterazione del reato

OSTUNI - "Mi fai schifo, sparo a te e pure alla tua famiglia". Grida, minacce e aggressioni andate avanti per mesi, sino alla denuncia della donna: lei ha trovato il coraggio di raccontare l'inferno vissuto in casa con il marito e ieri gli agenti del commissariato di Ostuni hanno eseguito a carico dell'uomo un'ordinanza restrittiva, per effetto della quale non potrà avvicinarsi alla moglie e alla sua abitazione.

L'indagato, un 35enne,  dovrà mantenere una distanza non inferiore a 500 metri, stando al provvedimento chiesto dal pubblico ministero Emanuela Pellerino e firmato dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Brindisi, Stefania De Angelis, nel quale è stato evidenziato lo "stato di frustrazione patito dalla donna" preoccupata per l'incolumità della figlia minorenne e al tempo stesso è stato sottolineato il "pericolo di reiterazione del reato". L'uomo è accusato di maltrattamenti in famiglia, lesioni e violenze.

Le indagini sono state condotte dall’Ufficio Denunce del Commissariato ostunese, a partire dallo scorse mese di febbraio, quando la moglie dell'indagato si è rivolta agli agenti e ha riferito "una preoccupante situazione di conflittualità familiare, quotidianamente aggravata dall’abuso di sostanze alcoliche da parte dell’uomo, da tempo senza una stabile occupazione". Ha raccontato di diversi episodi di aggressività e violenza patiti, in un crescendo di ferocia che ormai l’aveva portata a temere seriamente per la propria incolumità e quella della figlia minorenne.

I maltrattamenti, le ingiurie e le angherie subite con continuità, ad un certo punto avevano costretto la donna a trasferirsi, con la figlia minore, presso l’abitazione della madre, essendo ormai divenuti incontrollabili i raptus di violenza del compagno.  In particolare, nel mese di gennaio 2017, "la colpiva ripetutamente con degli schiaffi sul braccio destro e poi si posizionava sopra di lei, mentre era distesa sul letto coniugale, bloccandole le spalle e impedendole di muoversi finché non interveniva il cognato in soccorso della donna". Davanti alla figlia, "spingeva la madre contro un armadio e la colpiva ripetutamente con schiaffi e pugni sulla spalla, cagionandole lesioni personali, consistite in un’ecchimosi sulla spalla destra".

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