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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca Ostuni

Il disabile non paga la retta del centro, le suore gli pignorano l'intera pensione di invalidità

Ebbene sì, perfino le suore battono cassa e se il caso finiscono per pignorarti la pensione. Anche se sei un invalido al 100 per cento. Alla faccia della carità. Accade in queste settimane a Ostuni.

OSTUNI - Ebbene sì, perfino le suore battono cassa e se il caso finiscono per pignorarti la pensione. Anche se sei un invalido al 100 per cento. Alla faccia della carità.

Accade in queste settimane a Ostuni dove la Congregazione delle suore oblate benedettine di santa Scolastica tramite il proprio legale ha proceduto a un atto di pignoramento presso terzi in danno di una persona che risulta “interdetta”, e che non ha potuto pagare la quota spettante alla famiglia (il resto era a carico della Asl) per l’ospitalità ricevuta nel centro diurno gestito dalle monache.

Si tratta di 6.876 euro e 11 centesimi (inclusi gli interessi, naturalmente) per recuperare quali le suore hanno deciso di rivolgersi attraverso l’avvocato Isabella Cavallo, direttamente all’Inps in modo da prelevare automaticamente quanto dovuto dalla pensione di invalidità del disabile ostunese, assistito dall’avvocato Giovanni Zaccaria.

Vi era stato dapprima un decreto ingiuntivo, nel febbraio del 2014 con cui le suore chiedevano alla madre del disabile, in qualità di tutrice, di pagare 5.920 euro e 29 centesimi oltre interessi di mora, nonché spese e competenze (500 euro) per compensi avvocato e altre spese (130) euro.

Poi nel maggio 2014 il Tribunale Civile ha dichiarato esecutivo il decreto ingiuntivo. Successivamente, è stato notificato un atto di precetto, con cui si è intimato il pagamento di una somma a quel punto lievitata.

Il conto non è stato saldato, evidentemente perché non ve n’è possibilità. Quindi “la congregazione delle suore oblate benedettine di Santa Scolastica” hanno deciso di procedere “per il recupero del proprio credito” fino al raggiungimento della somma di 6.876 euro e 11 centesimi, al “pignoramento di tutte le somme dovute all’interdetto D.F, 34 anni, e nella sua qualità di tutrice alla madre A.Z”. Hanno quindi citato l’Inps di Ostuni e la madre della persona affetta da disabilità a comparire dinanzi al Tribunale civile di Brindisi il 22 settembre 2014, come per prassi.

Questo è il racconto, che ha forma e sostanza di paradosso. L’atto è datato 16 giugno scorso.

Vero è che le suore oblate benedettine, come da sito internet, hanno in gestione decine di servizi da offrire a chi ne ha necessità e che tali servizi comportano delle spese.

TribunaleA San Vito dei Normanni gestiscono una scuola materna e un pensionato per anziani; a Villa Specchia, a Ostuni, ci sono spazi per giornate di riflessione e preghiera, incontri culturali e religiosi, e dove è attivo il centro diurno ‘Oltre i limiti’ per giovani disabili. Nulla si fa gratis, questo è comprensibile. Soprattutto quando si offrono servizi che comportano dei costi di vitto, alloggio e via dicendo. Le suore insomma hanno formalmente ragione.

Ma giungere a pignorare una pensione di disabilità e togliere una fonte di sostentamento a una famiglia che sostiene di averne gran bisogno e che versa obiettivamente in una condizione non semplice da gestire, vien da chiedersi, è comportamento ispirato ai principi cristiani? Chissà cosa penserebbe di tutto ciò il buon papa Francesco, così attento a fornire una immagine innovativa di una Chiesa che non si cura di affari così secolari come il dio danaro. Forse suggerirebbe alle suore ostunesi di lasciar stare le carte bollate e le indennità erogate dall’Inps e passare oltre. Continuando a fare del bene per gli altri, pur rischiando di rimetterci. In fondo non è proprio in questo modo, a quanto insegnano al catechismo, che ci si guadagna la salvezza eterna? 

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