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Martedì, 23 Aprile 2024
Cronaca Ostuni

Lite e ferimento: Cassazione annulla condanne a 12 anni, si torna in appello

Tutto o quasi "da rifare" nel processo per il tentato omicidio dell'ostunese Stefano Rapposelli: la Corte di Cassazione ha infatti annullato con rinvio la sentenza di condanna a 12 anni nei confronti di Donato Claudio Lanzilotti, difeso dall'avvocato Mario Guagliani, e di Armando Caccetta, difeso dall'avvocato Gianvito Lillo.

OSTUNI - Tutto o quasi “da rifare” nel processo per il tentato omicidio dell'ostunese Stefano Rapposelli: la Corte di Cassazione ha infatti annullato con rinvio la sentenza di condanna a 12 anni nei confronti di Donato Claudio Lanzilotti, difeso dall’avvocato Mario Guagliani, e di Armando Caccetta, difeso dall’avvocato Gianvito Lillo. Le difese hanno sostenuto che nella sentenza della Corte d’Appello di Lecce che ha confermato quella emessa dal Tribunale di Brindisi vi fossero diversi errori: dalla prova del dolo di concorso, alla corretta qualificazione giuridica del fatto, alla eventualità addirittura che siano stati i due imputati a commettere il grave atto. La Corte di Cassazione ha ritenuto che non vi fosse spazio per decisioni parziali, ma che bisognasse resettare tutto e ricominciare da capo. Per le motivazioni della sentenza occorrerà attendere almeno un mese.

La vicenda riguarda il ferimento di Stefano Rapposelli, imprenditore ostunese, tra l'altro di recente arrestato per scontare una condanna definitiva, la notte tra il 20 ed il 21 febbario 2011. L'imprenditore aveva incontrato in un bar di Carovigno gli imputati ed era sorta una lite sfociata poi in una colluttazione fisica nella quale Rapposelli aveva avuto la peggio. Poi tre colpi di pistola. "Serve un movente forte per decidere di uccidere un uomo oramai sopraffatto ed il patrimonio processuale non ce l'ha offerto, così come è necessario dimostrare non solo chi ha materialmente sparato, ma anche l'accordo seppure estemporaneo tra i due per farlo senza che ciò possa darsi per scontato" ha detto l’avvocato Guagliani nella sua decisione. La prima sezione penale della Corte di Cassazione, nonostante la richiesta di rigetto del ricorso della procura generale, ha dato ragione agli imputati. Ora la decisione dovrà essere assunta da altra sezione della Corte di Appello di Lecce

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