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Cronaca Ostuni

Ostuni: le mamme presidiano Pediatria. "L'ospedale non deve chiudere"

La cittadinanza si mobilita contro la chiusura dei reparti di Cardiologia e Pediatria. Il sindaco consegna una petizione al dg Asl Brindisi

OSTUNI – La cittadinanza di Ostuni si è mobilitata contro la chiusura dei reparti di Pediatria e Cardiologia del locale ospedale, nell’ambito del piano di riordino ospedaliero varato dalla Regione Puglia. Dopo la manifestazione svoltasi domenica (26 febbraio) all’esterno del nosocomio, nel pomeriggio di lunedì un gruppo di mamme ha iniziato a presidiare il reparto di Pediatria, le cui stanze si sono svuotate dopo il blocco dei ricoveri disposto dallo scorso 22 febbraio. 

Nelle stesse ore, il comitato del No alla chiusura dell’ospedale di Ostuni si è riunito per definire i dettagli della nuova manifestazione che sabato prossimo (4 marzo) si svolgerà per le vie della Città Bianca. I promotori della mobilitazione lanciano un monito sui disagi e sui disservizi che il ridimensionamento dell’ospedale potrà causare ai cittadini. C'è preoccupazione soprattutto per quanto potrà accadere durante il periodo estivo, quando frotte di turisti si riverseranno verso la città, le marine e le località di campagna, con inevitabile aumento degli accessi al Pronto soccorso. Protesta mamme contro chiusura Pediatria Ostuni 2-2-2

Politica, associazioni civiche e organizzazioni sindacali sono sullo stesso fronte in questa battaglia. Destinatari delle loro rivendicazioni sono la Asl di Brindisi e la Regione Puglia. Ai due enti è stata consegnata una petizione che ha già raccolto decine e decine di firme, fra cui anche quelle del personale sanitario, che domenica ha manifestato la propria solidarietà alle mamme. 

La protesta dei cittadini trova una sponda politica nell’amministrazione comunale, che ha portato le istanze della popolazione su un tavolo istituzionale intorno al quale si sono riuniti il sindaco di Ostuni, Gianfranco Coppola, il direttore generale dell’Asl Brindisi, Giuseppe Pasqualone, il presidente del consiglio comunale, Angelo Melpignano, il capogruppo consiliare del Pd, Angelo Pomes, e il senatore Salvatore Tomaselli. 

Protesta contro chiusura ospedale Ostuni-2

Il primo cittadino ha illustrato al manager dell’azienda sanitaria il contenuto della petizione. Di che si tratta? Al dirigente “viene proposta la costituzione di un presidio pediatrico h24 meglio identificato quale Pronto Soccorso Pediatrico nel quale il pediatra in turno al mattino si organizzerebbe per svolgere anche la sua attività ambulatoriale e di Day Service, con presenza pediatrica notturna e festiva, e con un numero di posti Obi (osservazione breve) proporzionale al bacino di utenza della popolazione”.

Pasqualone “si è dichiarato propenso – si legge in una nota dell’amministrazione comunale - a valutare il merito ed il contenuto” della proposta,  “anche sulla scorta di un incremento della rete urgenza disponibile in un Pronto Soccorso che, oltre ad alcuni aggiustamenti logistici immediati, dovrebbe vedere la sua definitiva allocazione nella nuova piastra i cui lavori – spiega Coppola - terminate le ultime formalità giuridiche (quali ad esempio la cessione da parte del Comune di una striscia di suolo pubblico per facilitarne l'accesso sulla ronda intersezione tra via degli Emigranti e via Nino Sansone) potrebbero essere ultimati e consegnati nel giro di alcuni mesi”.

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Non vi sono margini di manovra, invece, per quanto riguarda il reparto di Cardiologia, che rimane ambulatoriale h12. “Ma noi riteniamo – prosegue il primo cittadino - che sollecitando e controllando costantemente la ripresa e l'evoluzione dei lavori della nuova piastra, diversi e più ampi scenari potrebbero configurarsi”.

Sulla questione interviene anche il consigliere comunale, nonché vicepresidente del consiglio provinciale, Domenico Tanzarella. “Il direttore generale dell’Asl di Brindisi Giuseppe Pasqualone – sostiene Tanzarella - in consiglio comunale ha parlato di progetti sbagliati: è ora di finirla. Basta  - afferma Tanzarella - bisogna denunciare alla procura della Repubblica, perché qui c’è un problema di tutela della sicurezza dei cittadini della nostra provincia”. 

“Non c’è un punto, da Bari a Brindisi – conclude Tanzarella - in cui il piano dell’emergenza e urgenza viene tutelato, non essendoci un posto di rianimazione. A ciò si aggiunge il deficit dei posti letto della nostra provincia”.

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