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Cronaca Ostuni

Malato del gioco, dilapida 10mila euro e picchia moglie e figlio: arrestato

Si arriva a perdere il senno. Dopo aver dilapidato 10mila euro al Lotto oltre che tentando la fortuna alle macchinette videopoker un operaio 57enne di Ostuni si è trasformato in un marito e padre violento. E’ stato arrestato ieri.

Si arriva a perdere il senno. Dopo aver dilapidato 10mila euro al Lotto oltre che tentando la fortuna alle macchinette videopoker un operaio 57enne di Ostuni si è trasformato in un marito e padre violento. E’ stato arrestato ieri, dopo l’ultimo episodio verificatosi incredibilmente proprio presso il commissariato, dove si era recato per denunciare la consorte che a sua volta intendeva segnalare dei fatti accaduti in suo danno agli agenti diretti dal vicequestore Francesco Angiuli. Insomma una vicenda che è indice di quanto gravi possano essere le conseguenze di un vizio, quello del gioco, che tende a sconfinare nella patologia.

Le indagini sull’ostunese sono iniziate 2 mesi fa, dopo che i poliziotti erano intervenuti per sedare una lite in famiglia segnalata da terzi. La vittima dei continui pestaggi, oltre che di atteggiamenti molesti che si erano aggravati dopo la decisione di separarsi, non aveva denunciato perché pensava di risolvere il problema con le proprie forze e con l’aiuto del figlio, maggiorenne, che spesso aveva assistito alle scene di follia e ne aveva anche subito le conseguenze. Aveva tentato di aiutare il marito, rivolgendosi al consultorio di Ostuni, dopo che si era accorta che 10 mila euro, frutto di una eredità, erano andati in fumo proprio a causa della fissa del 57enne per i numeri del Lotto e per quei marchingegni infernali in cui si ripongono le speranze di una svolta. Strumenti legali il cui abuso non è affatto regolamentato, se non da qualche monito a utilizzarli “responsabilmente”, abuso che conduce in rovina.

L'arresto dell'uomo-2Ad aprile il primo intervento. Poi, dopo un successivo 'blitz' della polizia, sempre su segnalazione di altri, la vittima aveva raccontato tutto ai poliziotti. Era stata colpita a un labbro dal telefonino che lui le aveva lanciato addosso. I contrasti erano peggiorati dopo la sparizione dei 10mila euro e l’avvio delle pratiche di separazione. Pugni, calci, minacce di morte. Botte nonostante le precarie condizioni di salute della donna. Pedinamenti, anche a casa dei famigliari. Oggetti lanciati, accuse del tutto infondate. “Ti ammazzo”. “Farai una brutta fine”.

I poliziotti nel corso delle indagini hanno potuto rilevare l’invio in pochi giorni di 200 sms dal contenuto molesto e offensivo. Poi dal 14 maggio la definitiva degenerazione. Un mazzo di chiavi usato per ferirla, quindi la corsa in commissariato per denunciare preventivamente la consorte, modificando la ricostruzione reale dei fatti. Lì l’ha incontrata. E ha ceduto alla tentazione di tornare a urlare e strepitare qualsiasi oscenità. C’erano i poliziotti, hanno testimoniato alla scena, e hanno proceduto, sentito il sostituto procuratore di turno, Raffaele Casto. L’uomo è in carcere, l’arresto è stato già convalidato e si attende ora la celebrazione del rito direttissimo. Maltrattamenti in famiglia l’accusa, ma non è escluso che considerate tutte le condotte pregresse, la sua posizione possa aggravarsi. 

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