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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca

Comune “sconfitto” dagli ufficiali dei vigili urbani e dalle avvocatesse

Otto istruttori direttivi di vigilanza chiedevano l’indennità di responsabilità, i legali le parcelle arretrate per cause vinte. Dopo i decreti ingiuntivi l’amministrazione civica paga il conto delle sentenze

BRINDISI –  Non è andata bene al Comune di Brindisi portato in Tribunale da otto vigili urbani: è stato condannato a pagare le indennità di responsabilità agli istruttori direttivi di vigilanza, pari a 734 euro a testa. E nel frattempo ha deciso di rispondere alle richieste delle due avvocatesse di Palazzo di città, in attesa di ricevere 10.200 euro ciascuna per cause vinte in nome e per conto dell’Amministrazione cittadina.

La vittoria nel contenzioso davanti al giudice del lavoro spetta ad Antonio Caselli, Cosimo Leo Rosario, Italo Guadalupi, Angelo Capozziello, Francesco Giordano, Vincenzo Mione, Vincenzo Carella e Giancarlo Prezzemolo, dopo due anni di tira e molla, sfociati nell’ottenimento di decreti ingiuntivi, per strappare il “riconoscimento delle indennità ai sensi dell’articolo 19, II comma del contratto di lavoro del Comune di Brindisi”.

In altre parole, le indennità connesse alle responsabilità a cui gli otto sono stati chiamati nello svolgimento dei compiti presso il Comando della polizia municipale. L’amministrazione ha provato a “resistere”, si è costituita in giudizio e ha ripeto più volte il suo “no” al pagamento delle somme, ma la ricostruzione dei fatti così come prospettata dagli avvocati degli ufficiali non ha trovato accoglimento.

Ed è arrivata la condanna al pagamento, non solo delle indennità, ma anche delle spese processuali, come si legge nelle sentenze, notificate a Palazzo di città per l’esecuzione. L’Ente, quindi, non ha potuto fare altro che mettere mano ai cassetti e liquidare le somme: 734 euro e 77 centesimi, di cui “708,35 di sorte capitale e 26,42 per interessi legali”, per un totale di 5.878,16.

Vincono, per il momento,  anche le avvocatesse del Comune di Brindisi, Monica Canepa ed Emanuela Guarino, che aspettavano il pagamento di quasi ventimila euro (da dividere a metà), per le parcelle di dieci processi che hanno “vinto” in nome e per conto dello stesso Comune. Anche i due legali hanno intrapreso la strada del Tribunale e hanno ottenuto decreti ingiuntivi, di fronte ai quali l’ente ha deciso di fermarsi e procedere con la liquidazione, in attesa di discutere il ricorso.

L’amministrazione ha autorizzato la liquidazione di 10.274,08 euro, oltre oneri pro capite di 3.318,53. Resta pendente l’altro contenzioso che riguarda le avvocatesse, sulla presunta violazione della parità di genere, con richiesta di danni per 50mila euro, per iniziativa delle consigliere di parità.

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