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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

“Pagami, arrivano i sicari”: l’ex veggente denunciata per estorsione dalla società del film

Su Paola Catanzaro inchiesta anche della Procura di Roma dopo l’esposto dell'amministratore unico della srl che realizzò e distribuì il film Un nuovo giorno, presentato a Cannes e premiato al Festival Napoli Cultural Classic

BRINDISI – Finiscono sotto inchiesta, a Roma, i passi mossi nel mondo del cinema da Sveva Cardinale, al secolo Paola Catanzaro, 43 anni, di Brindisi, già Paolo il veggente di contrada Uggiò, arrestata dai finanzieri a fine gennaio: è stata denunciata per estorsione e truffa dall’amministratore unico della società che ha prodotto il film “Un nuovo giorno”, nel quale l’indagata aveva il ruolo di attrice protagonista, essendo quella pellicola ispirata al cambio di sesso che ha segnato la sua vita.

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La denuncia

Non c’è, al momento, alcun avviso di garanzia notificato a Catanzaro dalla Procura romana. C’è, come già riportato ieri, l’avviso di conclusione dell’inchiesta di Brindisi, passo in direzione del processo.  E c’è un esposto che risale al mese di giugno dello scorso anno nel quale si farebbe riferimento a minacce che Catanzaro avrebbe rivolto all’amministratore unico, facendo ricorso persino a dei sicari per regolare i conti. Nell’esposto sarebbe stata innanzitutto spiegata l’occasione della conoscenza tra i due, a quanto pare riferibile a un incontro chiesto da Catanzaro che si svolse in un hotel di Fiuggi. Qui la brindisina avrebbe raccontato al regista una storia, la sua, descritta in termini di discriminazione. Da qui l’idea del film. Nel cast attori molto conosciuti, lavorazione negli Studios e in teatri di posa.  

I versamenti in contanti

Nel merito delle condotte riferite a Catanzaro e poste al vaglio della magistratura romana, il querelante avrebbe scritto che l’attrice Sveva Cardinale pretese un compenso importante da pagare in contanti, a differenza di quanto sostenuto nel contratto perché la sua partecipazione sarebbe stata a titolo gratuito. Chiedeva la somma sostenendo che proprio lei era stata a presentare alla casa di produzione il finanziatore, vale a dire un imprenditore di Bari, lo stesso che per primo l’ha denunciata dando il via agli accertamenti avviati dalla Procura di Brindisi e arrivati nel frattempo al capolinea. L’amministratore sostiene di aver versato somme nell’ordine di migliaia di euro per diverse volte in favore della brindisina, tra i mesi di marzo e aprile 2016.

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Le minacce di sicari per regolare i conti

Le richieste sarebbero andate avanti come pretese per meriti particolari sino ad arrivare alla minaccia. Minacce legate a sicari che da un giorno all’altro si sarebbero presentati dall’amministratore unico della società cinematografia per regolare i conti, per conto del finanziatore che – stando a quanto riportato dalla denuncia- sarebbe stato definito dalla stessa Catanzaro uno legato ad ambienti non proprio sicuri. Una brutta storia, a quanto sostiene il denunciante. Una storiaccia che lui riferì in famiglia e nel timore che potesse peggiorare e avrebbe prelevato e versato in favore di Catanzaro altre somme, in contanti. Il clima di paura riferito dall’uomo sarebbe andato avanti sino a quando l’imprenditore di Bari riuscì a mettersi in contatto con lui per raccontargli un’altra verità, quella riportata – sia pure a stralci – nell’ordinanza di arresto firmata dal gip del Tribunale di Brindisi, che ancora tiene in carcere l’indagata.

La situazione denunciata è stata collocata tra la distribuzione del film Un nuovo giorno la seconda pellicola dal titolo La fuga, quest’ultima mai andata in distribuzione.

Le inchieste di Brindisi, Bari e Padova

Poco al momento si sa di questa nuova inchiesta romana, la quarta nella quale è coinvolta la brindisina, dopo quella di Bari, approdata in Tribunale con Catanzaro imputato di truffa dopo la denuncia sporta da una ginecologa, quella di Brindisi e quella di Padova scaturita dall’esposto della figlia di una coppia di professionisti i quali hanno ribadito di voler adottare l’indagata. Lo hanno confermato persino dinanzi a un notaio.

Le indagini nella Capitale, quindi, sono le ultime in ordine di tempo ma sembrano destinate a incrociarsi con quelle chiuse a Brindisi se è vero che nel fascicolo sarebbero state acquisite copie dei contratti sottoscritti fra le parti, depositati dall’avvocato che assiste la società cinematografica. Quei contratti e i relativi bonifici sono confluiti nel procedimento penale aperto a Brindisi e sfociato con l’emissione dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere confermata dal Tribunale del Riesame. Catanzaro, infatti, è ancora ristretta nella sezione femminile della struttura di Lecce. Il suo difensore, Cosimo Pagliara, ha depositato ricorso in Cassazione chiedendo l’annullamento del provvedimento o, in subordine, l’attenuazione della misura con il riconoscimento dei domiciliari. Ricorso in Cassazione anche per il marito, Francesco Rizzo, attualmente ai domiciliari.

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La produzione cinematografica

Nel provvedimento firmato dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Brindisi, Giuseppe Biondi, infatti, si dà conto degli esiti delle indagini finanziarie condotte dai militari del Nucleo di polizia tributaria del Comando provinciale e c’è la ricostruzione dei bonifici. Tra questi, figurano “pagamenti alla srl” che opera nel campo cinematografico con sede legale a Roma: i più recenti si riferiscono a “79.300 euro nel 2016 e 43mila euro nel 2017”. Altri pagamenti sono stati effettuati tramite conti correnti diversi intestati ai coniugi Rizzo-Catanzaro. E’ stato anche registrato il “versamento di 61mila euro in favore della srl con causale ‘Accademia di recitazione Catanzaro Paola’”.

I contratti per i film

La perquisizione a casa di Catanzaro, avvenuta lo scorso 7 giugno, hanno consentito di acquisire “un contratto di cointeressenza datato 18 agosto 2015 e un contratto di distribuzione del 2 febbraio 2015, stipulati tra la srl in qualità di società di produzione e Francesco Rizzo come associato”. Con il primo la srl si “impegnava a portare a termine la realizzazione di un film dal titolo provvisorio ’30 ore’, verosimilmente Un nuovo giorno”, pellicola uscita nelle sale cinematografiche il 10 marzo 2016.

Narrava la storia di un ragazzo che decideva di operarsi a Bangkok, in Thailandia, per cambiare sesso e diventare donna, con un evidente riferimento a Catanzaro.

La presentazione a Cannes e il premio a Napoli

Il film venne presentato anche a Cannes e Catanzaro fu premiata al Festival Napoli Cultural Classic: “L’artista Sveva Cardinale” in quella occasione venne presentata “come esempio di determinatezza e creatività, si legge nelle motivazioni (disponibili sul sito Roma Daily news).  “Sveva Cardinale, una donna che ha avuto il coraggio di aprire completamente il suo cuore. Una persona che ha combattuto per affermare se stessa e che ha trasformato  ogni cicatrice del suo corpo e della sua anima in una risorsa positiva fino al punto di scrivere anche un libro, perché la sua storia non solo scardina tutti i luoghi comuni legati al mondo della disforia di genere ma perché, come molte vite, racchiude in sé sentimenti universali”, era scritto. “Inoltre grazie alla sua creatività è riuscita ad irrompere nel mondo della moda sposa con la sua prima collezione “Bloom Collection”, raffinata ed elegante che rappresenta l’eccellenza della sartorialità e del made in Italy e che a fine mese porterà anche ad Abu Dahbi alla Fiera Lady Chic”.

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Nessun cachet come attrice e il secondo film

L’attrice protagonista “dichiarava di non percepire nessun cachet per la prestazione professionale”. Oltre a stabilire le percentuali spettanti a ciascuna delle parti, “veniva concordato il pagamento secondo un piano finanziario stabilito sulla base degli stati di avanzamento, pari a 350mila euro, oltre Iva, a carico di Francesco Rizzo. Con il contratto di distribuzione veniva sancito l’impegno di “entrambe le parti per la finalizzazione e la distribuzione del film, con onere a Carico di Rizzo di 150mila euro, oltre Iva da versare alla società cinematografica”. Ci sarebbe stato, poi, il film La Fuga, genere poliziesco, con lo stesso regista: doveva uscire il 27 luglio 2017, ma i rapporti tra Catanzaro e la società si erano già incrinati.

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