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Cronaca

“Pagoda, la quota in vendita decisa dall’ex assessore Sanna”

Parla l'amministratore unico della società: "Se c'è gioco sporco non è il nostro, per ora quelli sono terreni agricoli affittati a un coltivatore. Non so per quale motivo si rivolse a un'agenzia immobiliare, ma il progetto del villaggio turistico-residenziale ad Apani resta valido".

BRINDISI – “Non sapevo nulla della  vendita di alcune quote della società Pagoda, sino a quando non ho letto l’articolo di Brindisi Report: dalle informazioni che ho raccolto, sembra che sia stata decisa da Domenico Sanna, commercialista che è stato anche assessore del Comune di Brindisi, per motivi che ignoro e che non posso conoscere visto che all’epoca non ero io l’amministratore unico. Sua sarebbe anche stata l’iniziativa di affidarsi a un’agenzia immobiliare che continua a pubblicizzare su internet la realizzazione di un albergo e di villette sui 26 ettari che sono e restano di proprietà della Pagoda, affittati nel frattempo a un agricoltore essendo suoli appunto agricoli”.

Arriva dall’attuale amministratore unico, Pietro Cavallo, la ricostruzione della storia su Pagoda, nella quale egli arriva per effetto dell’atto di nomina del 9 novembre 2012. Cavallo è titolare dell’11,13 per cento delle quote della srl, per un valore pari a 1257,86 euro, vive e risiede in Campania, dopo essere stato a Brindisi per 12 anni in qualità di funzionario dell’Inas Italia ed è qui in città che ebbe modo di conoscere Sanna, commercialista, poi diventato assessore alle Politiche abitative del Comune di Brindisi, la cui esperienza politico-amministrativa venne interrotta da un arresto nell’ambito di una inchiesta della Procura del capoluogo.

Sanna, nel frattempo, è deceduto, così come il fratello, la cui moglie risulta nell’attuale compagine societaria come titolare delle quote di maggioranza, il 32,2 per cento, corrispondenti a 3.638,89, assieme ad altri dieci soci, tutti di Brindisi.

 L'area dell'intervento Pagoda-2“Intanto sgombriamo il campo da dubbi o, peggio ancora, da sospetti: nessuno dei soci è parente o ha rapporti di parentela acquisita con gli amministratori comunali, che io stesso non ho mai incontrato di persona. Di conseguenza, se ci sono giochi sporchi o se qualcuno ipotizza simili situazioni, noi siamo estranei e fuori vogliamo essere tenuti”, precisa.

“L’unico ad avere ricoperto ruoli in Giunta è stato Sanna e per quanto ho avuto modo di apprendere, fu lui che nel 2010 decise di mettere in vendita una quota, peraltro non sua, ma della cognata di cui era il procuratore”, spiega Cavallo. La procura ad oggi è nelle mani del nipote, Virgilio Sanna, la cui moglie è titolare di una quota di minoranza pari all’1,7 per cento.

Gli altri soci sono liberi professionisti, tra i quali c’è un biologo, oppure dipendenti pubblici, come un’impiegata della Asl o ancora casalinghe. Basta leggere l’elenco dei soci così come risulta dalla visura presso la Camera di commercio: alcuni risultano essere presenti nella compagine societaria sin dall’inizio, vale a dire 15 anni addietro.

La Pagoda srl nasce il 6 novembre 2011, su iniziativa di un gruppo di professionisti del capoluogo convinti delle possibilità di riqualificazione della costa a Nord di Brindisi, zona ritenuta ideale per la costruzione di un villaggio a doppia vocazione, turistico e residenziale al tempo stesso: “Intanto va detto che il primo amministratore non fu Sanna, ma Damiano Manta, poi che il progetto nacque all’epoca della Legge regionale 3 che prevedeva la possibilità di deroga al piano regolatore sulla base di un’intesa tra Comune e Regione puglia”, racconta Cavallo facendo un passo indietro. Il riferimento è allo strumento legislativo, poi superato, con il quale venne concepito il villaggio Acque Chiare, appunto turistico e residenziale, nel 2008 diventato oggetto di inchiesta per lottizzazione abusiva e di processo che pende in Cassazione, con il rischio di confisca ai danni dei proprietari delle villette.

pug brindisi operazione pagoda 2-2-2“Dalla documentazione che ho raccolto, emerge che il progetto venne presentato al Comune e vistato dall’architetto Carlo Cioffi in qualità di dirigente dell’Urbanistica e successivamente trasmesso a Bari: sia a Brindisi che alla Regione fecero delle prescrizioni, poi di quel progetto non si è saputo più nulla. Se non ricordo male, era il periodo dell’Amministrazione Giovanni Antonino”.

“Di piano della costa e del recupero con valorizzazione, si tornò a parlare con Domenico Mennitti, poi di recente con l’Amministrazione caduta da poco: Pagoda nel frattempo è sempre stata in vita così come il progetto che per noi rimane valido, ma senza Pug non è possibile procedere. Ecco il motivo per il quale sono rimasto a dir poco sorpreso quando mi è stato riferito dell’annuncio su internet che esiste a tutt’oggi”.

“Ripeto, non so per quale motivo Sanna abbia assunto questa iniziativa, quel che è certo è che in qualità di amministratore unico della Pagoda ho l’obbligo di agire a tutela dell’immagine della società, motivo per il quale procederemo con una diffida all’agente immobiliare affinché rimuova quella pagina, riservandoci azioni legali a tutela”.

Intanto una parte di quei terreni, 26 ettari in tutto, in prossimità di Torre Guaceto come dice lo stesso annuncio on line, sono stati dati in affitto a un agricoltore della zona, dietro il pagamento di un canone. Si tratta di un’area in cui non risultano esserci costruzioni, ma edificazioni potrebbero arrivare stando all’attuale piano strutturale varato dal Comune di Brindisi in vista del Pug: nelle carte allegate, le zone in cui è possibile costruire sono tre, due delle quali già occupate da immobili, alcuni dei quali condonati e altri no, l’ultima è quella che va verso Torre Guaceto e che, per lo meno in  riferimento ad alcune particelle, sembra coincidere con gli ettari di cui è proprietaria la società Pagoda.

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