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Cronaca

Parcheggio multipiani in via del Mare, ok dal Consiglio di Stato

Parcheggio multipiani in via del Mare, ok dal Consiglio di Stato

BRINDISI – L’Augustea Srl potrà realizzare il parcheggio multipiani in via Del Mare. Così come aveva deliberato l’amministrazione comunale su progetto della Società Trasporti Pubblici (Stp). Lo ha deciso la sesta sezione del Consiglio di Stato, in sede giurisdizionale (presidente Giovanni Ruoppolo, consiglieri Rosanna De Nictolis, Domenico Cafini, Maurizio Meschino e Bruno Rosario Polito) accogliendo il ricorso presentato dalla stessa Augustea Srl, difesa dagli avvocati Anna Romano e Filippo Satta, con l’intervento adesivo del Comune di Brindisi, assistito dall’avvocato Francesco Trane, contro il ministero per i Beni e le attività culturali - Sovrintendenza di Brindisi, Lecce e Taranto, difesa dall’avvocatura dello Stato, per la riforma della sentenza del Tar di Lecce concernente la revoca dell’autorizzazione paesaggistica e architettonica da parte della Sovrintendenza che illegittimamente aveva bloccato i lavori per la realizzazione del parcheggio multipiani nella zona di via Del Mare.

Il fatto. L’Augustea, proprietaria di un immobile adibito a parcheggio in parte a livello stradale e in parte interrato, il 17 settembre del 2008 presenta al Comune di Brindisi un progetto per l’ampliamento con copertura dell’area parcheggio esistente sui due livelli e la costruzione del primo piano in continuità con la struttura già realizzata. L’immobile si trova nel centro storico di Brindisi, che è inserito tra le aree ricadenti sotto la tutela del Puut con decreto del 18 maggio del 1999 (Dichiarazione di notevole interesse pubblico del centro storico di Brindisi nella fascia ricompresa tra il porto e la cinta muraria”).

Il Comune il 27 novembre 2008 concede l’autorizzazione paesaggistica, che, però, con provvedimento dell’1 dicembre successivo, viene annullata dalla Sovrintendenza. La società Augustea ricorre al Tar di Lecce chiedendo l’annullamento del decreto della Sovrintendenza. Il Comune interviene “ad adiuvandum” (in supporto della rivendicazione dell’Augustea). Il tribunale amministrativo respinge i ricorsi e condanna Augustea e Comune al pagamento delle spese.

Ovviamente non finisce qui. L’Augustea propone ricorso al Consiglio di Stato. E il Comune di Brindisi presenta appello incidentale “recante argomentazioni convergenti con quelle dell’appello principale, in cui viene anche chiesta la sospensione cautelare della sentenza”. E questa volta la spuntano. Perché, secondo il Consiglio di Stato, tutto era in ordine per quanto riguarda Augustea e Comune. Mentre la Sovrintendenza, trovando delle irregolarità, reali o presunte, non poteva emettere il decreto di annullamento della concessa autorizzazione, ma rivolgersi al Comune e indicare le cose, che a suo parere, erano errate e quindi andavano modificate,  o che erano tali da annullare la procedura.

E, quindi, il Consiglio di Stato, in accoglimento dell’appello principale (dell’Agustea) e di quello incidentale (del Comune), ha riformato la sentenza impugnata, accogliendo il ricorso originario e annullando il provvedimento impugnato dinanzi al Tar. Ed ha compensato le spese di entrambi i giudizi.

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