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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Parlamentari e sindaci: "Marò liberi"/ Video

BRINDISI – Un centinaio di persone hanno partecipato alla manifestazione per il rientro in patria dei due militari della Brigata Marina San Marco trattenuti in India, svoltasi stamani a piazza Cairoli. Il sindaco di Brindisi, Mimmo Consales, aveva chiamato a raccolta tutti i primi cittadini della provincia.

BRINDISI – Un centinaio di persone hanno partecipato alla manifestazione per il rientro in patria dei due militari della Brigata Marina San Marco trattenuti in India, svoltasi stamani a piazza Cairoli. Il sindaco di Brindisi, Mimmo Consales, aveva chiamato a raccolta tutti i primi cittadini della provincia. In realtà, in pochi hanno raccolto l’invito. Fra i vari politici presenti all’iniziativa, spiccavano i nomi di Mauro D’Attis, capogruppo di Forza Italia, Attilio Morosi, assessore al Bilancio del Comune di Lecce, e dei parlamentari Vittorio Zizza e Pietro Iurlaro.

Presenti anche numerosi commilitoni di Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, ma nessun parente dei due marò. Nata da un’idea di D’Attis, la manifestazione, come dichiarato dallo stesso Consales, è stata concepita con l’obiettivo di sostenere la pressione sulle autorità indiane per arrivare a un immediato rilascio dei due marò, accusati dagli investigatori indiani di aver fatto partire le raffiche che 21 mesi fa uccisero due marinai a bordo di un peschereccio del Kerala, scambiati per pirati.

“Continuare a perseverare negli errori commessi in quest’ultimi mesi – afferma Mauro D’Attis – sarebbe grave. La politica può lanciare un messaggio forte affinché le istituzioni nazionali guidate dalla politica facciano qualcosa per arrivare a un esito positivo di questa vicenda”.

Sul fronte diplomatico, intanto, va avanti il forcing di Palazzo Chigi e della Farnesina su New Delhi. Rientrato da poco dall’India, l’inviato speciale del governo Staffan De Mistura ha subito fatto rapporto al premier, Enrico Letta, ai ministri degli Esteri, Emma Bonino, e della Difesa, Mario Mauro, e al sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Filippo Patroni Griffi.

Obbiettivo immediato del governo italiano è quello di allontanare la minaccia della pena di morte, eventualità prevista dall’eventuale applicazione della normativa speciale antipirateria e antiterrorismo al caso del presunto errore di ingaggio avvenuto al largo delle coste del Kerala. E lunedì prossimo, intanto, gli avvocati di Latorre e Girone, nell’illustrare il ricorso italiano al presidente della Corte suprema, chiederanno il rimpatrio dei fucilieri.

Si punta soprattutto a un’accelerazione dei tempi della giustizia indiana. Il 18 gennaio 2013, del resto, la Corte Suprema indiana ordinò alla polizia investigativa Nia di arrivare almeno entro tre mesi all’istruzione del processo. E’ passato un anno, invece, e ancora non si trova il bandolo della matassa. (Fotoservizio Gianni Di Campi)

 

 

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