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Parte civile, il Comune cambia idea: contro il sindaco no, contro Monteco sì

Doppia valutazione. Il vicesindaco Pino Marchionna in rappresentanza della giunta ha sostenuto in Consiglio comunale, l'altro ieri (martedì 9 settembre) che l'istituto della costituzione di parte civile dei Comuni nei processi è stato "largamente sopravvalutato".

BRINDISI - Doppia valutazione. Il vicesindaco Pino Marchionna in rappresentanza della giunta ha sostenuto in Consiglio comunale, l’altro ieri (martedì 9 settembre) che l’istituto della costituzione di parte civile dei Comuni nei processi è stato “largamente sopravvalutato”. Ma evidentemente solo in relazione ai guai giudiziari del sindaco, non nel caso in cui si tratti di Monteco.

Ha cambiato idea Marchionna, insieme a tutta la giunta, parte della quale era in aula quando si discuteva l’ordine del giorno di Mauro D’Attis (Fi) sulla necessità di valutare la costituzione di parte civile del Comune di Brindisi nel processo a carico del sindaco Mimmo Consales più altri 3. 

Il 10 settembre la giunta ha deciso di costituirsi parte civile in un processo che inizierà il 24 novembre prossimo a carico dell’amministratore della ditta di Campi Salentina Mario Montinaro, dell’amministratore della Ma.Me. (proprietaria del capannone) Salvatore Tommaso e dei due ingegneri Cosimo Tafuri e Donato Longo. I quattro sono accusati, a vario titolo, di falso ideologico commesso da privato in atto pubblico e di falso ideologico commesso da pubblico ufficiale in atto pubblico per errore determinato dall’altrui inganno.

Per il pm i quattro avrebbero presentato al Comune di Brindisi ed allo Sportello unico attività produttive “istanze corredate da false rappresentazioni progettuali e conteggi errati, riportati nei grafici depositati, finalizzati a far rientrare gli interventi edilizi nei parametri urbanistici previsti dal piano Asi ed ottenere titoli abilitativi illegittimi (successivamente annullati), falsità evidenziate dal Comune di Brindisi, con nota protocollata numero 67477 del 23 ottobre 2013, che rileva come gli elaborati tecnici e tecnico-grafici allegati alle istanze della società nel corso del tempo, rappresentavano molteplici discordanze rispetto all’effettivo stato dei luoghi ed i parametri tecnici rilevati dagli agenti comunali nel sopralluogo del 12 ottobre 2011” , proprio sulla base del fatto che (così come è accaduto nel processo Consales per l’affidamento alla “sua” News del servizio di Rassegna stampa e call center), nel decreto di citazione a giudizio a firma del pm Antonio Costantini, l’ente municipale è citato come parte offesa.

Così gli assessori, unico assente Ingrosso, hanno ritenuto che in questa circostanza si debbano “esercitare tutti i diritti e le facoltà riconosciuti espressamente dalla legge alla persona offesa del reato”. Marchionna, che aveva relazionato in consiglio sull’ordine del giorno di Mauro D’Attis, deve aver cambiato idea. In questo caso sì, bisogna far valere la propria qualità di “danneggiato” preliminarmente. Non vale il discorso fatto dinanzi a 17 consiglieri distratti, secondo cui analoga posizione, per Consales e compagnia, sarebbe stata tutt’altro che garantista nei riguardi degli imputati.

Due pesi e due misure? Sarà senz’altro il nocciolo della questione a rendere necessaria la presenza in aula del legale designato a palazzo di città: è un esterno, l’avvocato Ladislao Massari. Il processo Monteco, per i presunti abusi edilizi ai capannoni da cui sono sorti poi provvedimenti di altro genere, val bene un atto di voltafaccia amministrativo. Quel che è “no” diventa “sì”. Quel che è “garantismo” muta improvvisamente in “giustizialismo”, sempre secondo il filo logico seguito dal vicesindaco, in rappresentanza dell’amministrazione, durante l’ultimo Consiglio.

La posizione assunta dalla giunta prima e dalla maggioranza (esclusi i consiglieri di opposizione) per le vicende del primo cittadino, imputato di abuso d’ufficio, concussione e truffa è di segno del tutto opposto. A nulla sono valsi i richiami di D’Attis all’imparzialità che le istituzioni devono garantire, proprio tenendo conto dell’avvicendamento dei politici che le governano. Va detto, tuttavia, che c’è ancora tempo per stravolgere tutto e salvare la faccia: entro il 7 novembre, data di inizio del processo a carico del sindaco Mimmo Consales, il Comune potrà ancora una volta fare dietrofront e presentarsi in via Lanzellotti, a palazzo di giustizia, in veste formale. “Esercitando tutti i diritti e le facoltà riconosciuti espressamente dalla legge alla persona offesa del reato”. 

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