Paziente in pericolo di vita: volo d'urgenza da Brindisi a Bologna
Ancora un volo sanitario d’urgenza partito dall’aeroporto di Brindisi. Un 52enne di Lizzanello (Lecce) affetto da una grave patologia all’aoerta è stato caricato a bordo di un velivolo dell’Aeronautica militare attrezzato per il trasporto di barellati ed è stato condotto presso l’aeroporto di Bologna. Da lì è stati trasportato verso il locale ospedale Sant’Orsola
BRINDISI – Ancora un volo sanitario d’urgenza partito dall’aeroporto di Brindisi. Un 52enne di Lizzanello (Lecce) affetto da una grave patologia all’aoerta è stato caricato a bordo di un velivolo dell’Aeronautica militare attrezzato per il trasporto di barellati ed è stato condotto presso l’aeroporto di Bologna. Da lì è stati trasportato verso il locale ospedale Sant’Orsola.
A seguito della richiesta della Prefettura di Lecce, la Sala Situazioni di Vertice del Comando Squadra Aerea dell'Aeronautica Militare, ha disposto immediatamente l’attivazione del volo effettuato da un velivolo Falcon 900 del 31° Stormo “Carmelo Raiti” di Ciampino (Roma), in prontezza 24 ore su 24 per voli sanitari d’urgenza.
Il velivolo, decollato dall’aeroporto romano “Giovan Battista Pastine”, dopo aver raggiunto l’aeroporto di Brindisi, ha imbarcato il paziente - grazie ad una speciale attrezzatura di sollevamento (Ambulift) - messa a disposizione dalla società aeroportuale “Aeroporti di Puglia” di Brindisi, il coniuge che lo accompagnava e un'equipe medica dell’ospedale "Vito Fazzi" di Lecce che lo ha assistito durante il volo, decollando poi alla volta dell’aeroporto emiliano da dove verrà trasferito presso il locale nosocomio per ricevere le cure del caso.
L’aeroporto Papola Casale di Brindisi viene spesso utilizzato per queste tipologie di voli in quanto strategicamente vicino alle maggiori strutture ospedaliere del Salento meridionale.
Gli aeromobili del 31° Stormo di Ciampino sono utilizzati per il trasporto di Stato e per missioni di pubblica utilità, quali il trasporto sanitario d’urgenza di ammalati, di traumatizzati gravi e di organi per trapianti, nonché per interventi a favore di persone comunque in situazioni di rischio. Quest’ultima attività, dato l’imminente pericolo di vita delle persone trasportate, impone un livello di prontezza, ventiquattr’ore al giorno, 365 giorni all’anno.