“Pedoni distratti, niente risarcimento a chi inciampa per strada”
Cambio di rotta del Comune che si costituisce nei processi davanti al giudice di pace e richiama i brindisini a “prestare normale attenzione per evitare pericoli alla propria incolumità”
BRINDISI – L’avviso è per tutti i pedoni, brindisini e non, che ogni giorno passeggiano o corrono lungo le strade del capoluogo: prestate attenzione perché se (malauguratamente) inciampate, cadete e riportare ferite, è colpa vostra che siete poco attenti, se non proprio distratti. In ogni caso, non delle condizioni di vie, piazze e marciapiedi, spesso ridotte a percorsi da guerra, ma solo vostra a sentire il Comune.
L’Amministrazione adesso dice basta alle richieste di risarcimento danni conseguenza delle cadute, presentate dagli avvocati e spesso alla base dei processi incardinati davanti al giudice di pace (nella foto la sede). E lo fa con due delibere approvate dal commissario Cesare Castelli con i poteri della giunta, per il conferimento dell’incarico ai legali interni per la costituzione in giudizio, a conferma dell’inversione di marcia rispetto al passato, quando il Comune più di qualche volta non si presentava neppure in udienza non essendoci stata alcuna decisione sulla rappresentanza nel processo.
Da oggi, o meglio dal 28 aprile scorso, non solo l’Amministrazione sarà presente, ma dirà no alle istanze con le quali i pedoni che lamentano di essere caduti e di essersi fatti male, chiedono il ristoro delle conseguenze patite, sulla base del principio secondo cui se l’incidente è avvenuto, la responsabilità è solo di chi camminava perché non prestava la dovuta attenzione. Detto in altri termini, non guardava dove metteva i piedi.
Il Comune, infatti, ha persino richiamato un articolo del Codice della strada per richiamare ad aprire gli occhi “per evitare pericoli per la propria incolumità”. Il concetto è stato espresso rispondendo alla richiesta danni avanzata dalla brindisina Cosima L. che lamentava di essere caduta in via Appia all’altezza del parco Cesare Braico sostenendo che ci fosse una “sconnessione del marciapiedi, non preventivamente segnalata”. Secondo il legale della donna la “responsabilità dell’evento è imputabile esclusivamente alla responsabilità del Comune di Brindisi perché in qualità di custode delle strade non aveva provveduto alla manutenzione, lasciando che rimanessero nel degrado costituendo pericolo e insidia per i pedoni”.
Lo stesso principio secondo cui l’Amministrazione è assolutamente estranea ai fatti e dunque esente da colpe, è alla base di un’altra richiesta danni sulla quale il commissario si è espresso nella stesa giornata: Anna Maria B. chiedeva danni per essere caduta nel cimitero a causa di un pozzetto per la raccolta di acque piovane, per il Comune la donna non sarebbe finita a terra se avesse prestato “una normale attenzione”. In caso contrario – si legge – “anche la più insignificante difformità costituisce nocumento”.
In altri termini, i pedoni sono avvisati: occhi aperti quando si cammina a Brindisi perché il Comune di pagare non ne vuole proprio sapere.