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Cronaca Via Santa Maria Ausiliatrice

Per 47 anni il Comune gli affitta un locale inagibile: denunciato il sindaco Consales

Per 47 anni il comune di Brindisi gli ha dato in affitto un locale ad uso commerciale che non sarebbe mai stato accatastato. Solo dopo un controllo da parte dell'Asl il commerciante ortofrutticolo Oscar Galasso ha scoperto che il problema non riguardava solo il suo esercizio, ma anche numerosi altri immobili del comprensorio di via Santa Maria Ausiliatrice

BRINDISI – Per 47 anni il comune di Brindisi gli ha dato in affitto un locale ad uso commerciale che non sarebbe mai stato accatastato. Solo dopo un controllo da parte dell’Asl il commerciante ortofrutticolo Oscar Galasso ha scoperto che il problema non riguardava solo il suo esercizio, ma anche numerosi altri immobili del comprensorio di via Santa Maria Ausiliatrice, al rione Commenda, di cui lo stesso fa parte. E’ quanto emerge da una denuncia a carico del sindaco Mimmo Consales sporta ieri (5 agosto) dall’esercente e dal padre Angelo presso la caserma dei carabinieri di Brindisi, attraverso il suo legale, l’avvocato Andrea D’Agostino. 

Galasso ha deciso di adire le vie legali a seguito di una multa di 2mila euro che gli è stata elevata ieri dagli agenti della polizia municipale, per non aver ottemperato all’ordine dell’Asl di chiudere l’attività commerciale, fino a quando l’irregolarità non verrà sanata. Ma a detta del fruttivendolo, è il Comune di Brindisi a dover provvedere al certificato di agibilità. 

Il contenzioso con l’amministrazione comunale va avanti da mesi. Lo scorso febbraio, Galasso fu uno dei pochi commercianti del mercato ortofrutticolo di via Santa Maria Ausiliatrice a scartare l’ipotesi di trasferire la propria attività presso la nuova area mercatale dei capannoni ex Inapli di viale Risorgimento. La sua famiglia gestisce dal 1968 un locale comunale con destinazione commerciale. Il contratto di locazione, valido per 6 anni, è stato rinnovato l’ultima volta nell’ottobre del 2011. Galasso ha sempre dato per scontato che l’immobile all’idoneo all’uso convenuto e che fosse regolarmente accatastato. Altrimenti il Comune come avrebbe potuto darlo in locazione? 

Ma dopo il trasferimento del mercato, Galasso comincia ad avere i primi problemi. Da quanto emerge dalla denuncia, il commerciante  riceve con “cadenza quotidiana” una serie di controlli dei vigili urbani, di cui si fa menzione in un lettera indirizzata dai Galasso al prefetto e al sindaco. Il 15 aprile, l’esercente riceve anche la visita degli ispettori dell’Asl. Questi contestano alcune carenze igienico-sanitarie, fra cui “l’assenza del sistema di areazione e la mancanza di un antibagno, nonché l'assenza di agibilità del locale stesso”. 

Galasso, attraverso una lettera protocollata lo scorso 29 aprile, chiede al Comune, in quanto proprietario della struttura, di provvedere sia alla realizzazione dell’antibagno che, soprattutto, alle pratiche di agibilità. Da Palazzo di città non arriva nessuna risposta. E l’Asl, poco dopo, dispone la sospensione dell’attività entro il termine di 30 giorni dalla notifica del provvedimento in questione. 

Messo alle strette, Galasso procede di sua iniziativa per colmare le lacune igienico-sanitarie, costruendo l’antibagno. Ma con una comunicazioneSulla destra, il locale dei Galasso-2 inoltrata all’azienda sanitaria lo scorso 16 giugno, fa presente che il rilascio del certificato di agibilità era indipendente dalla sua volontà, in quanto il locale appartiene al comune. Parte dunque un’altra lettera verso piazza Matteotti, in cui l’amministrazione veniva sollecitata e diffidata a rilasciare il certificato richiesto dall’Asl. Ma anche in questa circostanza, Galasso viene ignorato. 

Nella giornata di ieri, 5 agosto si è consumato un nuovo capitolo di questa vicenda. La polizia municipale si è recata nuovamente presso l’esercizio del fruttivendolo, elevandogli la multa da 2mila euro “a causa della mancata osservanza dell’ordine di sospensione dell’attività” e “al contempo lo diffidava a sospendere l’attività”.  

“Il problema sostanziale – si legge nella denuncia presentata ai carabinieri - è sorto nel momento in cui il Comune di Brindisi si è accorto di non poter provvedere a rendere agibile il locale commerciale così come dovuto in quanto lo stesso locale non era mai stato accatastato. Pertanto  - si legge ancora nella denuncia - il Comune di Brindisi, sino ad oggi, ha concesso in affitto il locale commerciale sopra indicato, affermando che lo stesso era in possesso di tutti i requisiti di legge per potervi svolgere l'attività a cui è destinato, e per la quale ha ricevuto il canone di locazione, quando in realtà tutto lo stabile nel quale il locale è sito, non è stato addirittura mai accatastato”. 

L’aspetto paradossale della vicenda è che il mancato accatastamento, da quanto appurato dal denunciante, non riguarda solo il suo deposito commerciale, ma anche “numerosi immobili dello stesso comprensorio”. Si tratta di una “situazione incredibile” che sta provocando notevoli danni economici ai Galasso, che “si trovano nella condizione di vedere bloccata la propria attività commerciale senza averne alcuna colpa”. “Al di là dell'incredibile situazione della mancanza di accatastamento di un locale commerciale locato per quasi cinquant'anni – scrivono Oscar e Angelo Galasso -  l'ulteriore danno subito dagli odierni scriventi è dovuto alla totale inattività del Comune di Brindisi che, allertato per tempo della situazione, non ha fatto nulla per porvi rimedio”.

Per questo padre e figlio hanno denunciato Mimmo Consales, in qualità di sindaco di Brindisi, e gli altri responsabili di questa situazione, ancora da individuare. 

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