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Martedì, 23 Aprile 2024
Cronaca Ceglie Messapica

Per "Armandone" un'altra tegola, comincia il processo legato a rivelazioni di una rapinatrice pentita

CEGLIE MESSAPICA – Questa volte le notifiche sono state fatte tutte a regola d’arte e il processo nei confronti di “Armandone” il cegliese e dei suoi soci ha avuto inizio. In tutto sei gli imputati. Oltre ad Armando Bellanova, 51 anni, di Ceglie Messapica, e al figlio Daniele di 24 anni, difesi dall’avvocato Aldo Gianfreda, entrambi detenuti per altra causa (furono arrestati lo scorso agosto per traffico di droga), sono imputati il fasanese Giuseppe Palmisano, 52 anni, difeso dall’avvocato Francesco Saponaro, i cegliesi Rocco Suma, 25 anni, difeso dall’avvocato Danilo Cito, Rocco Conte, 27 anni, difeso dall’avv. Cosimo Deleonardis, e Francesco Urgesi, 40 anni, difeso dall’avv. Franco Larocca.

CEGLIE MESSAPICA  – Questa volte le notifiche sono state fatte tutte a regola d’arte e il processo nei confronti di “Armandone” il cegliese e dei suoi soci ha avuto inizio. In tutto sei gli imputati. Oltre ad Armando Bellanova, 51 anni, di Ceglie Messapica, e al figlio Daniele di 24 anni, difesi dall’avvocato Aldo Gianfreda, entrambi detenuti per altra causa (furono arrestati lo scorso agosto per traffico di droga), sono imputati il fasanese Giuseppe Palmisano, 52 anni, difeso dall’avvocato Francesco Saponaro, i cegliesi Rocco Suma, 25 anni, difeso dall’avvocato Danilo Cito, Rocco Conte, 27 anni, difeso dall’avv. Cosimo Deleonardis, e Francesco Urgesi, 40 anni, difeso dall’avv. Franco Larocca.

Sono tutti accusati di spaccio di sostanze stupefacenti. Urgesi è imputato anche di rapina per  essersi introdotto, il 30 maggio del 2005, nel tabacchino di Gabriella Chirulli, a Ceglie Messapica, volto parzialmente coperto e armato di coltello, impossessandosi di cento euro. I fatti risalgono agli anni 2005/07. I carabinieri bloccarono una ragazza cegliese che decise di collaborare e cominciarono a risalire a una serie di persone che spacciavano droga a Ceglie Messapica. La maggior parte gente del posto e già nota alle forze dell’ordine. Uno (Palmisano)  arrivava in trasferta da Fasano per piazzare la merce. Merce consistente in hascisc, eroina e in alcune occasioni anche cocaina.

La prima udienza di questo processo si tenne  il 7 luglio. Il collegio, presieduto da Gabriele Perna, fu costretto a rinviarla per un difetto di notifica a Palmisano. Ora è stato incardinato. In questa prima udienza (nessuno degli imputati era presente) sono stati acquisiti gli elementi dell’accusa e della difesa. La prossima udienza, fissata per il 16 marzo 2011, saranno interrogati i due verbalizzanti e la testa chiave: quella Angela Gioia che è il punto di forza dell’accusa.

Bellanova padre e figlio, come si diceva, sono detenuti per altra causa. I due furono arrestati la notte tra il 26 e il 27 agosto scorsi dai poliziotti del Commissariato di Ostuni che, con uno stratagemma, riuscirono ad introdursi nella masseria-bunker di “Armandone”, in contrada Pisciacalze. In carcere finirono anche Maria Carmela Masciali, 48 anni, moglie di “Armandone” e mamma di Daniele, e Cosimo Lamarra, 31 anni, pure lui cegliese. Erano intenti a suddividere mezzo chilo di eroina pura “brown sugar” in piccoli quantitativi da nascondere separatamente. I poliziotti erano appostati fuori dalla masseria. Videro arrivare un Punto con due persone a bordo. Si fermò dinanzi al portone video-sorvegliato. Due colpi di clacson e il cancello si aprì.

Quando la vettura uscì, i poliziotti la bloccarono e si sostituirono ai tossicomani. Si avvicinarono al cancello. Due colpi di clacson. Daniele Bellanova pensando che fossero gli stessi di prima aprì. Ma si trovò di fronte i poliziotti.

L’altro giorno, come prosieguo di quella indagini, è stato notificato ad “Armandone” anche il provvedimento di sequestro preventivo della casa-bunker composta da “un’abitazione al piano terra, un locale deposito al piano seminterrato ed una autorimessa al piano terra” del valore commerciale stimato di oltre 400 mila euro. “Peraltro, l’intero plesso, che insiste su di un terreno agricolo di 40,39 are” è  privo di concessione edilizia ed è oggetto di una pratica di sanatoria presso il Comune di Ceglie Messapica.

Il presidente del tribunale delle misure di prevenzione, Gabriele Perna, scrive nel provvedimento di sequestro che “dall’esame delle dichiarazione dei redditi dell’interessato è risultato che il reddito complessivo del nucleo familiare è stato esiguo ed a stento sufficiente a soddisfare i bisogni primari dello stesso. Cosicché la disponibilità degli immobili appare del tutto incompatibile con le disponibilità finanziarie lecite”.

Il nucleo di investigatori, coordinato dal vicequestore aggiunto Alberto Somma, si era messo al lavoro sul caso “Armandone” subito dopo la convalida degli arresti. Armando Bellanova è ritenuto  contiguo alla Sacra corona unita, e a suo tempo collegato ai fratelli Giuseppe e Cosimo Leo. Il sequestro è stato operato a conclusione degli accertamenti patrimoniali condotti dalla Divisione anticrimine diretta dal vicequestore Angelo Loconte.

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