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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca Ostuni

"Per la cocaina comanda la 'ndrangheta"

“La ‘Ndrangheta in questo momento è leader nella gestione dei traffici della cocaina che proviene dai mercati del Sud America. E’ quindi scontato che le altre organizzazioni criminali debbano interloquire con le cosche calabresi per approvvigionarsi”. Lo spiega il colonnello Claudio Petrozziello, il comandante provinciale della guardia di Finanza di Reggio Calabria, parlando delle indagini coordinate dalla Dda che hanno portato all'arresto di 29 persone stamattina all'alba.

“La ‘Ndrangheta in questo momento è leader nella gestione dei traffici della cocaina che proviene dai mercati del Sud America. E’ quindi scontato che le altre organizzazioni criminali debbano interloquire con le cosche calabresi per approvvigionarsi”. Lo spiega il colonnello Claudio Petrozziello, il comandante provinciale della guardia di Finanza di Reggio Calabria, parlando delle indagini coordinate dalla Dda che hanno portato all'arresto di 29 persone stamattina all'alba.

A partire dal mese di dicembre 2010, infatti, l'imprenditore ostunese Antonio Flore, avrebbe cercato di avviare un rapporto di tipo commerciale con il Sud America, con l'intento di ''importare merce di diversa natura, a copertura delle partite di sostanza stupefacente''.

“Riteniamo che non solo i personaggi vicini alla Sacra corona unita dovessero necessariamente interloquire con i calabresi, ma anche Cosa Nostra”. Un ritorno al passato, insomma. Perché la Scu nasce come costola della ‘Ndrangheta, fondata da Giuseppe Rogoli, mesagnese, nel carcere di Trani come “’Ndrangheta pugliese”, in contrapposizione alla “Nuova camorra pugliese” voluta invece dal boss Raffaele Cutolo.

Ora le cosche calabresi della Locride, quelle che hanno sede a San Luca, Bovalino e Africo (dov’era diretto il pacco di droga intercettato nello scalo aeroportuale di Malpensa) e dialogano con i “narcos” della Colombia, della Bolivia, del Perù. I pugliesi per approvvigionarsi di coca non avevano altra scelta. A meno che non volessero mettersi in proprio simulando l’import – export di lingotti, manichini, frutta, verdura e simili per importare la polvere bianca.

Ci hanno provato, dopo il bidone da 5mila euro subito dai calabresi. Ma non ci sono riusciti. Perché la ‘Ndrangheta comanda, al Sud e al Nord. Nel settore degli appalti e in quello della droga, con cui si finanziano. Ci aveva provato, Flore, con il falso bond da 500 milioni di euro che con Leonardo Brescia, commercialista brindisino residente al Nord, Cosimo Ribezzi, poliziotto in servizio, Mario Spagnolo, promoter sanvitese, stava cercando di ottenere una garanzia per sovvenzionare il business di cui voleva prendere in mano le redini.

La Scu ha iniziato a sparare, perché non approvava che gli ostunesi si fossero messi a fare affari senza l’ok della criminalità organizzata indigena. La ‘Ndrangheta non ha avuto il tempo di reagire. Perché il traffico internazionale è stato sgominato prima dagli uomini del Gico. A Reggio come nella Città bianca. Che più bianca, è il caso di dirlo, non si può.

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