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Contrade e periferie nel degrado: ricevuta in Comune una delegazione di cittadini

Un comitato di cittadini sorto in rappresentanza della popolazione residente nelle contrade di Brindisi si è incontrata nella giornata di martedì con l’assessore ai Lavori Pubblici

BRINDISI - Un comitato di cittadini sorto in rappresentanza della popolazione residente nelle contrade e nelle periferie dimenticate di Brindisi si è incontrata nella giornata di martedì con l’assessore ai Lavori Pubblici, Salvatore brigante, il dirigente dell’ufficio al ramo, Fabio Lacinio, e vari tecnici comunali, per affrontare varie problematiche riguardanti le zone rurali del capoluogo, fra cui la viabilità, il mancato allaccio alla fogna e alla rete idrica e lo stato di incuria e degrado dei terreni.

Un nostro lettore che fa parte del comitato, Antimo Tateo, ha inviato in redazione un dettagliato resoconto dell'incontro, che pubblichiamo di seguito.

Si è svolto Martedì 30 agosto 2016 il primo incontro tra le contrade sorte spontaneamente e la nuova amministrazione comunale di Brindisi. Una ventina di persone residenti soprattutto in contrada Giambattista ha ottenuto udienza presso gli uffici del settore urbanistica. Per il comune erano presenti l'assessore del settore Giampiero Campo e l'assessore addetto ai lavori pubblici e alle contrade Salvatore Brigante.

L'oggetto dell'incontro non era stato bene definito, il comune ha preso atto di alcune richieste di appuntamento ed ha deciso di rendersi disponibile raccogliendo diverse istanze in un unico incontro.
Da quanto è emerso in fase di discussione, le problematiche portate all'attenzione dell'amministrazione sono le seguenti:
•    Impossibilità di allaccio ai sistemi idrici e fognari da parte di alcuni residenti per diversi motivi individuati;
•    Impossibilità di alcuni residenti di cedere le strade al comune;
•    Richiesta di certificati di abitabilità / permessi di costruire in sanatoria;
•    Problematiche di vario genere già sollevate in momenti precedenti;
•    Richiesta di attuazione dei piani di recupero approvati da comune e regione nel 2000;

Inizialmente si è introdotta la questione delle condotte idriche e fognarie alle quali non è possibile allacciarsi principalmente per due motivi:
•    Assenza di permesso di costruire / autorizzazione in sanatoria per le abitazioni;
•    Impossibilità da parte dell'AQP di intervenire su strade private (ci riallacciamo al secondo punto discusso);
La quasi totalità degli immobili delle contrade è privo di titolo autorizzativo definitivo in quanto le pratiche di condono non sono ancora state definite. In assenza del titolo autorizzativo è possibile richiedere al comune il certificato di congruità che attesti l'integrità della pratica di condono ossia il pagamento dell'oblazione (la multa per aver costruito abusivamente).

Tale certificato dovrebbe essere sufficiente a superare il primo scoglio, personalmente è stato sufficiente. Per quanto riguarda la titolarità delle strade bisogna specificare che fatta eccezione delle strade vicinali preesistenti, tutte o quasi le strade delle contrade sono ad oggi private.

Il processo di cessione è abbastanza articolato e prevede il frazionamento delle varie strade nelle relative particelle. Questa operazione è attuabile mediante un tecnico abilitato che a seguito delle misurazioni possa presentare i vari frazionamenti presso l'ufficio tecnico del comune (mi scuso se non sono chiarissimo ma non sono un tecnico).

Sarebbe "semplice" sulla carta ma non lo è nei fatti. I piani di recupero approvati prevedono strade larghe 10 metri, nella realtà nessuna o solo alcune e in alcuni tratti sono sufficientemente larghe. I frazionamenti che scaturirebbero dalle indagini dei tecnici non troverebbero corrispondenza nei progetti che il comune fece approvare, rendendo di fatto inattuabile la cessione delle strade. A tale proposito il comune è disposto ad approvare una variante che porti il limite minimo da 10 ad 8 metri anche se restano dubbi circa l'attuabilità della cessione considerando che tutti gli immobili dovrebbero cedere diversi metri quadri di terreno abbattendo recinzioni private sulle quali insistono gli allacci delle varie utenze con il controsenso di dover compiere tra l'altro un abuso edilizio per adeguarsi al progetto. Ma non è l'unica contraddizione che emerge da tutto ciò, dato che lo stesso ente comunale ha recentemente autorizzato la realizzazione di recinzioni che non sono affatto corrispondenti al piano approvato ma sono state autorizzate in linea con le recinzioni già presenti e irregolari sulla carta.

Non è emersa una soluzione concreta, gli addetti del comune chiedono ai residenti di adeguarsi al piano attuandolo in autonomia e riconducendo ad un minimo di 8 metri le strade già costituite. Per gli altri punti discussi non è stato possibile trovare soluzioni per assenza di tempo. Al termine dell'incontro l'assessore Brigante suggeriva di affrontare una problematica alla volta e chiedeva ai residenti un elenco di vie private nelle quali non è ancora possibile allacciare le utenze per discuterne con l'ente AQP in un incontro fissato per la mattinata di lunedì 12 settembre.

Successivamente a questo incontro il comune dovrebbe fornire delle soluzioni alla questione degli allacci. A conclusione della discussione c'è stato l'invito da parte dei tecnici comunali ad unirsi in un unico soggetto giuridico e ad attuare in autonomia il piano di recupero approvato dalla regione.

Trovo corretto anche se irrealizzabile questo scenario, considerando che non è semplice conciliare le diverse posizioni dei residenti. Non tutti sono disposti ad accettare l'abbattimento delle recinzioni e la riduzione dei propri lotti e molti auspicano soluzioni differenti, tra cui una diversa impostazione della viabilità che sfrutti sensi unici e le strade più larghe già esistenti per le manovre a doppia corsia.

Nella realtà non esiste una comunione di intenti, infatti più volte in fase dibattimentale, ognuno ha cercato di portare all'attenzione la propria istanza a discapito dei problemi comuni a tutte le contrade. Nella sostanza non dovremmo discutere della singola via o del singolo allaccio ma dell'attuazione dell'intero piano di recupero dietro una concreta azione dell'ente comunale. L'approccio che suggerisce l'assessore Brigante di risolvere un problema alla volta può anche piacere a qualcuno ma di fatto focalizza l'attenzione su un singolo pezzo del puzzle facendo finta che non ci siano tutti gli altri pezzi.

Finché non ci sarà possibile cedere le strade, ogni pretesa di intervento circa strade, illuminazione, igiene e sicurezza saranno rimandate a data da destinarsi.
 

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