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Cronaca

Salvare Torre Guaceto? Salvare prima il Canale Reale: ecco perchè

Considerare l'impatto delle acque immesse dal depuratore di Bufalaria nel mare di Torre Guaceto il rischio più grave di inquinamento di quel tratto di mare, è una grossa sciocchezza. E francamente si è un po' stanchi delle zuffe mediatiche basate su elementi molto lontani dalla realtà dei fatti

Considerare l’impatto delle acque immesse dal depuratore di Bufalaria nel mare di Torre Guaceto il rischio più grave di inquinamento di quel tratto di mare, è una grossa sciocchezza. E francamente si è un po’ stanchi delle zuffe mediatiche basate su elementi molto lontani dalla realtà dei fatti. Una bella lezione di ambientalismo investigativo è invece l’attività di indagine sul campo promossa dal segretario regionale del Partito Comunista, Tonino Mosaico, e dal professore di Antropologia Antonio Palmisano, entrambi di Carovigno, che hanno deciso di dimostrare che il vero problema è un altro: l’inquinamento complessivo del Canale Reale, uno dei pochi fiumi del Salento, quasi 50 chilometri di corso dalla sorgente sulle colline di Villa Castelli sino alla zona umida di Guaceto.

La situazione alla periferia di Francavilla-2Un po’ di storia dedicata anche a chi scambia temi ambientali di rilievo per palcoscenici da campagna elettorale. Il Canale Reale “è” Torre Guaceto, è il pilastro su cui si fonda il ruolo antichissimo di questo tratto di costa come punto di rifornimento di acqua dolce per le imbarcazioni, e quindi l’etimologia del suo nome arabo, Al Gawsit.  Questo corpo idrico originariamente terminava proprio nella palude di Guaceto, che è la sua vera foce. La canalizzazione attuale in cemento è opera del Consorzio dell’Arneo. Lo dimostrano anche test condotti alcuni anni fa in occasione del cedimento del letto dell’alveo nei pressi di Masseria Belloluogo tra Mesagne e San Vito dei Normanni, quando le acque furono risucchiate in un percorso sotterraneo che le conduceva comunque nella palude (La situazione alla periferia di Francavilla Fontana).

Scarico depuratore Francavilla-2Ogni alterazione lungo il corso del Canale Reale influisce sull’equilibrio ecologico anche della foce. Ogni alterazione, non solo lo sbocco del depuratore di Bufalaria. E’ responsabile di una informazione molto parziale, il fronte che si oppone a questo depuratore, opera vittima della maledizione che grava sulle opere pubbliche in Italia, progettata alla fine degli anni Settanta e completato solo un anno fa, per sanare il pluridecennale insulto causato dallo scarico nelle voragini carsiche dei reflui molto mal trattati da impianti obsoleti di San Vito dei Normanni, Carovigno e San Michele Salentino ( mai una associazione ambientalista ha sollevato quel grave problema). Nella pletora di raduni, sit-in e comunicati non è mai stato affrontato il problema nella sua vera dimensione (Nella foto, lo scarico del depuratore di Francavilla).

L'acqua del canale presso Francavilla-2Bisognava spiegare alla gente che per tutelare Torre Guaceto bisogna tutelare prima il Canale Reale, altrimenti le battaglie saranno del tutto inutili. Sono stati omessi dati essenziali e verità palesi e consolidate. Elenchiamole tutte, per chi ha voglia di capire. E cominciamo da due fatti: uno è il divieto di balneazione che è imposto per alcune centinaia di metri a destra e sinistra della foce, a dimostrazione di un inquinamento persistente da molti anni; l’altro sono i rilievi condotti da Goletta Verde, e uno particolarmente significativo sulle foci di 9 canali in Puglia, che vide alla fine di luglio del 2011 in testa come concentrazioni batteriche e altri elementi inquinanti Trani e Torre Guaceto. Allora, il depuratore di Bufalaria era ancora inattivo. Terzo fatto, non meno importante: nel Canale Reale vengono scaricati i reflui dei depuratori di Ceglie Messapica, Latiano e Francavilla Fontana, tutti molto meno adeguati e moderni di quello di Bufalaria (In foto, il Reale presso Francavilla).

Il campione di Francavilla Fontana-2Premettendo che la Regione Puglia e l’Acquedotto Pugliese stanno operando per realizzare una condotta sottomarina di due chilometri ad Apani, dove sarà spostato lo scarico del depuratore di Bufalaria, e che nelle more i reflui depurati saranno immessi in alcune trincee a dispersione in attesa di un eventuale riuso in agricoltura (come avviene ad esempio a Ostuni), resteranno a inquinare il Canale Reale decine di scarichi abusivi, autospurgo pirata e gli scarichi dei tre comuni poc’anzi citati, Nessuno potrà fare il bagno alla foce del Canale Reale anche dopo lo spostamento dello scarico dell’impianto di Bufalaria. Ma a proposito di Ceglie, Francavilla e Latiano, bisogna ricordare un'altra vicenda su cui mai un ambientalista ha aperto bocca o ha condotto battaglie: i 92 miliardi di vecchie lire investiti dall’allora Consorzio Sisri (ora Asi) in una condotta che doveva raccogliere gli scarichi dei depuratori che oggi continuano a scaricare nel Canale Reale, e portarli al largo di Apani. Quella condotta ancora esistente, che ha a sua volta una parte subacquea rovinata dalle mareggiate, e il tratto nell’entroterra visibilissimo per le pozzette di ispezione che seguono il corso del Canale Reale, non è mai entrata in funzione (Nella foto, il campione prelevato a Francavilla Fontana).

Il campione di Bufalaria e quella del Canale 200 metri prima-2E forse non sarebbe mai potuta entrare in funzione, ma non si conoscono bene le vicende seguite alla sua realizzazione, e quindi se sia stato effettuato un collaudo e che esito abbia avuto. Un’altra storia si sprechi di denaro pubblico in cui impresa e progettista hanno avuto il loro,  mentre la comunità ed il territorio zero. Mesagne nel frattempo ha avuto un moderno depuratore che scarica nel Cillarese, l’altro canale che finisce nell’invaso omonimo alle porte di Brindisi, e con emissario nel Seno di Ponente del porto. La situazione di Ceglie, Latiano e Francavilla invece meriterebbe una vista del fronte ambientalista che si oppone al depuratore di Bufalaria  e dei parlamentari del Movimento 5 Stelle. Lo hanno fatto, questo viaggio lungo il Canale Reale, Tonino Mosaico e Antonio Palmisano, muniti di bottiglie per i campionamenti e di macchina fotografica.

Scriveranno una relazione su questo viaggio (BrindisReport.it sostiene la loro iniziativa), per spiegare quali sono i punti cruciali del riequilibrio ambientale della costa di Torre Guaceto, che non è e non può essere l’unico tema di intervento. L’altra questione, prioritaria e strettamente connessa, è quello del salvataggio dell’ecosistema del piccolo fiume denominato Canale Reale che sta progressivamente morendo nel disinteresse assoluto delle amministrazioni locali ma anche dei movimenti ambientalisti. Torniamo al principio di questo articolo: non ci sarebbe stata Guaceto senza il Reale. Questa strettissima connessione è valida anche oggi e dovrebbe essere al centro di una adeguata proposta. Proviamo ad anticipare le conclusioni del lavoro di Mosaico e Palmisano (Nella foto, in primo piano il campione prelevato prima dello scarico di Bufalaria, e dietro quello di Bufalaria).

Tra Mesagne e San Vito 2-2La proposta è promuovere un parco regionale del Canale Reale, trovando i fondi per interventi progressivi sui depuratori e sulle bonifiche del letto del fiume stesso, per la gestione e per la vigilanza, e per la tutela della sua ecofauna che ancora resiste. Ridare vita a questo fiume sarebbe una grande operazione ambientale e ambientalista, che avrebbe una ricaduta immediata sugli equilibri ambientali della zona umida e della costa nella baia di Torre Guaceto. E questi obiettivi non si raggiungono denunciando alla procura della Repubblica di Brindisi il governatore Nichi Vendola, o bloccando il depuratore di Bufalaria: ma quale quale pm fermerebbe un impianto che serve al momento due comuni (San Vito e San Michele, mentre Carovigno e le marine di Specchiolla e Santa Sabina non sono ancora collegati al depuratore), obbligandoli nuovamente a scaricare nel sottosuolo, circostanza vietata dalla legge e quindi penalmente rilevante? (Nella foto, il tratto presso Belloluogo)

Tra Mesagne e San Vito-2Tra la propaganda politica e la realtà dei fatti c’è tutto questo. Tra la ricerca di visibilità politica e i veri problemi ambientali del caso in questione c’è una profonda incompatibilità. Gli scarichi che finiscono nel Reale a Francavilla Fontana meriterebbero mille volte più attenzione del depuratore di Bufalaria. L’evidenza biochimica sarà portata alla pubblica attenzione da Mosaico e Palmisano, ma se qualcuno nel frattempo si volesse accontentare delle foto, noi ne alleghiamo alcune molto eloquenti, con gli scarichi che abbiamo citato, e l’aspetto dei reflui anche alla foce, tra il campione di acqua prelevato dai due autori di questo viaggio allo scarico del depuratore di Bufalaria e quello prelevato duecento metri prima. Provare per credere (Nella foto, accumuli di rifiuti presso Mesagne)

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