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Cronaca

Periti stragista: infermità mentale

“Era incapace di intendere e di volere”. E’ quanto ritengono i super consulenti di parte della difesa di Giovanni Vantaggiato, lo stragista della scuola Morvillo Falcone, che oggi hanno inviato all’avvocato Franco Orlando le considerazioni conclusive sullo stato di salute mentale dell’uomo. In entrambi gli attentati che gli vengono addebitati (e che ha confessato) il commerciante di carburanti non era nel pieno possesso delle sue facoltà mentali.

“Era incapace di intendere e di volere”. E’ quanto ritengono i super consulenti di parte della difesa di Giovanni Vantaggiato, lo stragista della scuola Morvillo Falcone, che oggi hanno inviato all’avvocato Franco Orlando le considerazioni conclusive sullo stato di salute mentale dell’uomo. In entrambi gli attentati che gli vengono addebitati (e che ha confessato) il commerciante di carburanti non era nel pieno possesso delle sue facoltà mentali.

Secondo il criminologo Francesco Bruno e la psicoterapeuta Maria Pia De Giovanni, il 68enne di Copertino era incapace di intendere e volere sia il 19 maggio, quando ha premuto il telecomando che ha azionato il congegno micidiale che ha ucciso Melissa Bassi e ferito altre nove persone, sia il 24 febbraio del 2008, quando invece ha fatto saltare in aria una bici bomba a Torre Santa Susanna per uccidere l’ex socio in affari, Cosimo Parato.

Non esclude l’avvocato, sulla base delle risultanze degli accertamenti di parte, di chiedere alla Corte d’Assise una perizia, all’avvio del processo, per giudicare se lo stragista reo confesso dell’attentato del 19 maggio a Brindisi, costato la vita a Melissa Bassi, e del precedente del 2008 a Torre Santa Susanna, sia in grado di sostenere il dibattimento. Scadono intanto all’inizio della prossima settimana i termini per presentare istanza di rito abbreviato, opzione che la difesa del 68enne di Copertino non intenderebbe prendere in considerazione.

Se non vi saranno richieste di questo tipo la prima udienza davanti alla Corte d’Assise dovrà essere celebrata il 17 gennaio prossimo, così come stabilito dal gip Ines Casciaro che ha accolto la richiesta di rito immediato formulata dai pm della Dda di Lecce.

Dagli esiti degli esami balistici, invece, compiuti sempre su incarico della difesa, emergerebbe l’impossibilità per Vantaggiato, una volta dietro al chiosco le cui telecamere lo hanno ripreso mentre premeva il telecomando per azionare l’esplosione, di vedere cosa accadeva davanti ai cancelli della scuola Morvillo Falcone, dinanzi alla quale passavano le studentesse rimaste coinvolte nell’esplosione.

Secondo quanto contenuto nei capi di imputazione del decreto di giudizio immediato, con il quale si fissa l’avvio del processo il 17 gennaio prossimo, il 68enne di Copertino avrebbe “in concorso con altri, in esecuzione del medesimo disegno criminoso, illegalmente fabbricato, detenuto, portato in luogo pubblico miscele esplosive, in contrada Voluzzi di Copertino, successivamente al febbraio 2008 e fino al 12 giugno 2012, quando veniva rinvenuta parte delle sostanze esplosive”.

Sempre non da solo avrebbe fatto esplodere il materiale “anche per saggiarne il potenziale”, in particolare cinque bombole di quelle destinate a contenere Gpl, di cui venivano “rinvenute le cinque calotte superiori delle bombole esplose”, sempre in contrada Voluzzi dove fu individuato lo spazio in cui Vantaggiato avrebbe effettuato le prove.

Avrebbe quindi fabbricato altri sei ordigni, tre dei quali fatti scoppiare davanti alla scuola Morvillo Falcone. Infine avrebbe fabbricato anche “25 chili di polvere nera, composta da miscela esplosiva a base di nitrato di potassio, zolfo e carbone e un quantitativo di nitrocellulosa, contenuti in due bidoni” e rinvenuti sempre nelle campagne di Copertino.

Quanto alla strage, fra i capi di imputazione è specificata l’aggravante della finalità terroristica in quanto Vantaggiato “avrebbe individuato in maniera casuale e indiscriminata l’obiettivo da colpire, per l’effetto intimidatorio e il conseguente grave allarme della popolazione della città di Brindisi e dell’intera nazione, nonché per l’effetto destabilizzante dell’azione criminale”.

Tra le fonti di prova sono anche alcune fotocopie delle pagine del libro 'Il manuale del guerriero della luce' di Paulo Coelho, sequestrate nell'abitazione di Giovanni Vantaggiato.

Oltre alle varie informative della squadra mobile di Brindisi e della Digos, sono inclusi nell'elenco i tabulati del traffico telefonico intercorso sul luogo della strage prima dell'esplosione, le intercettazioni ambientali nei confronti di Vantaggiato e della sua famiglia, ricostruzioni tridimensionali dell'evento eseguite dal servizio scentrale di polizia scientifica di Roma, accertamenti sugli scontrini trovati nell'auto del 68enne, il fascicolo sui rilievi tecnici effettuati nel deposito dell'imprenditore e sulla sua barca ormeggiata a Porto Cesareo (Lecce).

E ovviamente la prova che ha permesso di individuare lo stragista, il frame delle videocamere di sorveglianza cittadine in cui un poliziotto dagli occhi acuti lesse il numero di targa di una delle due auto usate per portare gli ordigni a Brindisi.

Infine, le indagini patrimoniali eseguite sul conto del 68enne e della sua famiglia, oltre che i diversi verbali di interrogatorio nei quali è contenuta la confessione dello stragista e il fascicolo d'indagine sull'attentato ai danni di Cosimo Parato, assistito dall’avvocato Raffaele Missere del 24 febbraio 2008 a Torre Santa Susanna. Parato ha già annunciato di volersi costituire parte civile nel processo, insieme ai suoi famigliari.

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