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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca

Pescatori, rischio sfratto dalla Provincia

BRINDISI - Rischio sfratto per gli inquilini degli appartamenti situati nella parte sovrastante il Villaggio Pescatori, che non hanno le possibilità economiche di acquistare le case che la Provincia di Brindisi vuole mettere in vendita. Se non hanno la possibilità di acquistarle dovrebbero purtroppo sloggiare e trovare casa altrove, dopo 50 anni e più di permanenza. A sollevare il problema è l'ex consigliere comunale del Pd Enzo Albano. Una critica che non farà certo fare i salti di gioia ai suoi colleghi di partito, maggioranza in seno all'Ente di via De Leo.

BRINDISI - Rischio sfratto per gli inquilini degli appartamenti situati nella parte sovrastante il  Villaggio Pescatori, che non hanno le possibilità economiche di acquistare le case che la Provincia di Brindisi vuole mettere in vendita. Se non hanno la possibilità di acquistarle dovrebbero purtroppo sloggiare e trovare casa altrove, dopo 50 anni e più di permanenza. A sollevare il problema è l'ex consigliere comunale del Pd Enzo Albano. Una critica che non farà certo fare i salti di gioia ai suoi colleghi di partito, maggioranza in seno all'Ente di via De Leo.

L'infausta prospettiva, emerge con chiarezza – secondo l'esponente del partito di Pierluigi Bersani - dal regolamento recentemente approvato dal consiglio provinciale di Brindisi. “Nessuna  tutela è prevista per gli attuali inquilini – scrive Albano -, prendere o lasciare, hanno spiegato. Infatti, una volta venduto l’appartamento a terzi, l’attuale inquilino (pensionato, precario, cassaintegrato, vedovo/a, disoccupato, disabile), potrà rimanere al massimo per la durata del contratto”.

Le conseguenze sociali facilmente immaginabili. “Intanto – prosegue - quei cittadini stanno subendo, già da ora,  la sofferenza psicologica e anche fisica di una prospettiva non certamente rosea, che l’amministrazione provinciale  gli ha confezionato addosso. Come al solito, si cerca di far cassa sulla povera gente. Quella che  con tanti sacrifici ha reso abitabili e decorosi nel tempo gli alloggi, intervenendo sulle tante situazioni di degrado interne, che si sono verificate nel tempo, migliorandone l’aspetto, arrivando addirittura a mettere i portoni di ingresso ai palazzi ed i citofoni per elevarne il decoro e la sicurezza. Che poi  è la stessa gente al quale si va periodicamente  a chiedere il consenso, ergendosi  a difensori delle loro dignità e dei loro diritti di cittadinanza”.

“Riesce ostico  comprendere – dice Albano - come la Provincia di Brindisi,  sia passata dal prezzo di vendita di 200,39 euro a metro quadro, determinato nel 2004, all’attuale di 630 a metro quadro, che tuttavia viene dichiarato di favore nei confronti degli inquilini, dimenticando che risulta identico a quello fissato per i terzi interessati. E’ prevista una riduzione del 15 %,  solo nel caso in cui 8 inquilini dello stesso palazzo accettano di acquistare l’appartamento che occupano. Un prezzo di vendita che risulta comunque  fuori dalla portata economica di molti inquilini”.

Invece, a pochi metri di distanza,  in Comune  si  approva un regolamento e un piano di  alienazioni, che fa riferimento alla legge 560/1993, sia per la determinazione del prezzo riferito al valore catastale, sia per la riduzione  fino al 20%, in ragione dell’anzianità degli alloggi, sia per la garanzia di permanenza per coloro non in grado di acquistarli, diversamente la Provincia decide di fissare il prezzo di mercato, scontato,  di 630 euro a mq per gli alloggi, sulla base della relazione di un  consulente esterno della provincia di Pesaro,  che ne ha evidenziato il grado di vetustà  significativa, per significarne, evidentemente, il livello elevato di  degrado degli immobili.

Gli abitanti  del Villaggio Pescatori, preoccupati dal pericolo di vedersi negare l’alloggio in cui abitano da diversi decenni,  in queste ore stanno raccogliendo le firme per inviare una petizione al presidente della Regione Puglia e al presidente della Provincia per chiedere un loro intervento a tutela degli inquilini che non possono comprare gli appartamenti, che certamente devono poter continuare ad abitare negli alloggi. Ma anche di rivedere la determinazione del prezzo di vendita degli appartamenti,  commisurandolo  al valore catastale e adeguatamente ridotto,   in ragione della loro vetustà e delle ingenti somme occorrenti per gli interventi necessari per il recupero del  decoro perduto.

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