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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca Erchie

Picchiato e lasciato sul pavimento, ma i testi latitano e lui perde la causa

ERCHIE - Gli spaccano la testa con una stecca da biliardo e porta a casa quaranta punti di sutura. Assolti i presunti aggressori, che hanno risposto con una controquerela, sostenendo che la presunta vittima aveva rigato l’auto della ragazza di uno di loro. Finale: il giudice monocratico Gianmarco Galiano, ha condannato il ferito a sei mesi di reclusione per danneggiamento della vettura. I fatti risalgono al lontano luglio 2006. La spaventosa zuffa al netto di testimoni avvenne in una sala giochi di Erchie, in pieno centro cittadino, di proprietà di Claudio Montanari. La data e il posto sono gli unici elementi in comune fra le due versioni dei fatti fornite dai protagonisti. Con un dettaglio su tutti che deve probabilmente aver fatto la differenza: nessuno, nell’affollatissima sala giochi, vide.

ERCHIE - Gli spaccano la testa con una stecca da biliardo e porta a casa quaranta punti di sutura. Assolti i presunti aggressori, che hanno risposto con una controquerela, sostenendo che la presunta vittima aveva rigato l’auto della ragazza di uno di loro. Finale: il giudice monocratico Gianmarco Galiano, ha condannato il ferito a sei mesi di reclusione per danneggiamento della vettura. I fatti risalgono al lontano luglio 2006. La spaventosa zuffa al netto di testimoni avvenne in una sala giochi di Erchie, in pieno centro cittadino, di proprietà di Claudio Montanari. La data e il posto sono gli unici elementi in comune fra le due versioni dei fatti fornite dai protagonisti. Con un dettaglio su tutti che deve probabilmente aver fatto la differenza: nessuno, nell’affollatissima sala giochi, vide.

Nessuno è stato disposto a testimoniare a favore della vittima Angelo Valente. Nella denuncia sporta subito dopo l’aggressione, l’uomo raccontò di essersi trovato nella sala giochi intento a pigiare i pulsanti della macchinetta-bingo. Un colpo più forte degli altri scatena l’ira del gestore che lo afferra alla gola mentre uno degli avventori, Giuseppe Scozzi, impugna una mazza da biliardo e gliela sferra con quanta violenza ha in corpo sulla testa. Il pavimento è una pozza di sangue, nel quale Valente giace pressoché esanime. Qualcuno ha la bontà di chiamare i soccorsi, ma quando l’ambulanza arriva intorno è il vuoto. Agli inquirenti Valente racconterà da lì a poco, referto di quaranta giorni alla mano e vistosa ferita in testa, la versione appena narrata. La presunta vittima chiede assistenza legale all’avvocato Raffaele Missere.

Seconda versione. Quando Montanari e Scozzi vengono a sapere d’essere stati querelati, senza indugio si rivolgono agli avvocati Michele Iaia e Maria Di Castri, sostenendo che le cose sono andate del tutto altrimenti. Le vittime sarebbero loro, dato che Valente avrebbe rigato l’auto di Stella Iunco, una Fiat Panda parcheggiata per strada. Querela e controquerela finiscono sulla scrivania del pm Cristina Fasano, che per tutti i protagonisti della storia chiede e ottiene il rinvio a giudizio: Valente per danneggiamento, mentre Scozzi e Montinaro finiscono sul banco degli imputati per lesioni personali e violenza privata. Nel processo Valente veste anche i panni di parte civile e chiede un cospicuo risarcimento a ristoro dei danni fisici subiti.

Nel lungo corso del dibattimento, più volte la vittima ha invocato la testimonianza degli avventori presenti quella sera nella sala giochi. In molti si sono rifiutati, dichiarando d’essere altrove, altri hanno detto di non avere visto. Altri ancora hanno testimoniato a favore dei due imputati per lesioni gravi in concorso, sostenendo di aver visto Valente rigare l’auto della ragazza. Morale della favola, nessuno ha aggredito la vittima, assolti i due imputati per non aver commesso il fatto. Valente invece è stato condannato a sei mesi, pena sospesa, e al risarcimento dei danni all’auto. In attesa del deposito delle motivazioni della sentenza, l’incredibile epilogo della storia questo è.

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