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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca

“Ponci”: 2 condanne, 65 prescrizioni

BRINDISI - Fu la prima inchiesta sui cosiddetti ‘ponci’, condotta dalla Polstrada nel 2003. Come è finita? Con una raffica di sentenze di non luogo a procedere per prescrizione. Proprio così, il tempo ha salvato tutti, tranne i due condannati.

BRINDISI - Fu la prima inchiesta sui cosiddetti ‘ponci’, al secolo le truffe ai danni delle compagnie assicurative con finti incidenti stradali. Erano 69 gli indagati, tra casalinghe, carrozzieri, commercianti e gente normale. Come è finita? Con una raffica di sentenze di non luogo a procedere per prescrizione. Proprio così, il tempo ha salvato quasi tutti tranne i due condannati (Gabriele Palma, 39 anni di Brindisi e Tiziana Rini, 49 anni, brindisina d’origine residente a Perugia) e i due assolti.

Il dispositivo è stato letto nel primo pomeriggio di oggi. Il Tribunale di Brindisi (collegio composto da Francesco Aliffi, Vittorio Testi e Luca Scuzzarella) ha così deciso: quattro anni di reclusione e duemila euro di multa per i due che sono stati riconosciuti colpevoli. Assolti per non aver commesso il fatto Roberto Guadalupi (difeso dall’avvocato Massimo Manfreda) e Maurizio Moroni . Al resto ci hanno pensato i dieci anni trascorsi prima di giungere a un pronunciamento di primo grado.

L’inchiesta infatti risale al 2003 quando gli agenti della Polstrada di Brindisi individuarono il primo presunto gruppo, nutrito, di attori di una megafarsa. Quella che, secondo l’impostazione dell’accusa (che è stata sostenuta oggi dal pm Pierpaolo Montinaro che aveva richiesto il non luogo a procedere per tutti tranne per i due per i quali la prescrizione probabilmente si maturerà in appello), non facevano che inscenare lungo la pubblica via con scontri mai esistiti.

Talvolta pure con vetture rubate. Le collisioni tra automobili erano naturalmente redditizie in quanto, tra ammaccature e colpi di frusta, ci si faceva il gruzzolo. Alcuni degli indagati furono sottoposti a misura cautelare. Ad essere danneggiate erano la Lloyd Adriatico e la Ras. L’accusa per tutti era di truffa,  accusa cancellata con un colpo di spugna, a prescindere dalle singole condotte e dal denaro buttato al vento in due lustri di perizie, indagini, testimonianze, accertamenti, udienze e via dicendo. Si chiude con un nulla di fatto.

Gli imputati sono stati difesi da, tra gli altri, Laura Beltrami, Giuseppe Guastella, Luca Leoci, Amilcare Tana, Massimo Manfreda.

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