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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Porto di Brindisi crocevia del falso made in Italy. I finanzieri fanno le scarpe a un autista bulgaro

Dietro un carico di copertura di ciabatte, avevano nascosto 12 mila paia di calzature estive, fra sandali e scarpe, che recavano il marchio made in Italy, nonostante fossero state prodotte in Bulgaria. L'ennesimo carico di prodotti contraffati approdato nel porto di Brindisi è stato intercettato dai militari della guardia di finanza, in sinergia con il personale dell'Ufficio delle dogane

BRINDISI – Dietro un carico di copertura di ciabatte, avevano nascosto 12 mila paia di calzature estive, fra sandali e scarpe, che recavano il marchio made in Italy, nonostante fossero state prodotte in Bulgaria. L’ennesimo carico di prodotti contraffati approdato nel porto di Brindisi è stato intercettato dai militari della guardia di finanza guidati dal maggiore Alessandro Giacovelli, in sinergia con il personale dell’Ufficio delle dogane.

Le scarpe taroccate viaggiavano a bordo di un Tir sbarcato dalla motonave Catania della Grimaldi, che garantisce la tratta con la Grecia, nel pomeriggio di mercoledì 4 giugno. Il mezzo aveva una targa bulgara ed era condotto da un cittadino bulgaro, denunciato. Questi ha esibito alle forze dell’ordine dei documenti di viaggio che in effetti attestavano la presenza del carico di copertura: centinaia di ciabatte di modestissima qualità destinate a una ditta della provincia di Bari (nei confronti della quale sono stati avviati degli accertamenti).

Grazie all’impiego del silhouette scanner di cui è dotato il terminal di Costa morena est, però, è emerso che dietro al carico regolarmente documentato, ve n’era La targa made in Italy-3un altro che invece non risultava dalle bolle d’accompagnamento. Si trattava appunto delle migliaia di calzature contraffatte sulle quali era stata impressa la targhetta made in Italy, con tanto di bandierina tricolore. Non è ancora chiaro dove fosse diretta la merce clandestina. Probabilmente, da quanto appurato dai finanzieri, sarebbe andata a finire nel mercato italiano.

A giudicare dal modus operandi, è presumibile che a monte di questa spedizione vi sia la stessa organizzazione che nel novembre 2013 tentò di introdurre in Italia, sempre attraverso il porto di Brindisi, migliaia di scarpe contraffatte recanti i marchi di notissime aziende del settore (Hogan, Nike e Adidas) nascoste dietro un carico di scarpe del tipo ballerine.

Non solo. Il 29 aprile vennero intercettati anche 3mila capi d’abbigliamento sportivo marchiati made in Italy, nascosti dietro legna da ardere. Non mancano poi i casi di sequestri di sigarette di contrabbando (l’ultimo lo scorso 29 maggio) e di sostanze stupefacenti (mezzo quintale di marijuana venne recuperato lo scorso 8 aprile). Lo scalo brindisino, insomma, si conferma un crocevia fondamentale dei traffici illeciti, che si tratti di scarpe, droga o sigarette. 

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