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Cronaca

"Cronaca di un delitto annunciato”: il libro della giornalista Adriana Pannitteri

La giornalista del Tg1 ha presentato giovedì sera a Brindisi, nella sala convegni dell'Hotel Palazzo Virgilio, il suo ultimo libro

BRINDISI - La giornalista del Tg1 Adriana Pannitteri ha presentato giovedì sera a Brindisi, nella sala convegni dell’Hotel Palazzo Virgilio, il suo ultimo libro “Cronaca di un delitto annunciato” (ediz. L’asino d’oro, 2017), un romanzo liberamente ispirato ad una storia vera che tratta un tema attualissimo e complesso quanto delicato: il femminicidio.

Il volume è stato presentato nell’ambito dell’iniziativa “Storie della nostra storia. VI movimento. Nel buio degli occhi attraverso la luce della mente”, occasione d’incontro tra chi legge e chi scrive organizzata dalla sezione di Brindisi della Società di Storia Patria per la Puglia in uno con In-Chiostri, Rotary Club Brindisi Appia Antica, Associazione Le Colonne e l’Ipsss “Morvillo Falcone” di Brindisi, nell’ambito della campagna nazionale “Il Maggio dei Libri”. 

La copertina del libro della Pannitteri-2

Il romanzo della giornalista Rai, racconta la storia di Antonio, carabiniere di origini siciliane che pensa di aver raggiunto una vita tranquilla grazie ad un buon lavoro, una bella moglie e a un figlio adorabile, e di Maria Grazia, giornalista di un’importante tv nazionale che riceverà le lettere di Antonio e sarà costretta a confrontarsi con una vicenda finita tragicamente. L’autrice fa nascere così, piano piano,  nella mente della protagonista del libro, una domanda importante: cosa accade nella mente di un uomo comune che arriva ad annullare tutto ciò in cui ha creduto trasformandosi in quello che comunemente viene definito “mostro”?. 

Dopo i saluti del presidente del Rotary Club Brindisi Appia Antica, Corrado Nicola De Bernart, i saluti della dirigente scolastica dell’Istituto Morvillo Falcone, Rosanna Maci, che ha ricordato il quinto anniversario della strage (che ricorre oggi, 19 maggio) di cui l’istituto fu vittima con un contributo molto pesante: la perdita della studentessa sedicenne Melissa Bassi e il grave ferimento di altre cinque. “Quell’episodio”, afferma la dirigente scolastica, “ ha segnato la storia del Morvillo e ha cambiato la vita di tante persone, compresa la mia, che ho assunto la dirigenza dell’istituto all’indomani della tragedia”. La dirigente scolastica si è soffermata quindi sul romanzo della Pannitteri del quale ha evidenziato come esso si soffermi sugli screzi della mente umana, piena di contraddizioni e fragilità. 

Giacomo Carito-9

Il professor Giacomo Carito, presidente della sezione di Brindisi della Società di Storia Patria per la Puglia (per il secondo anno impegnata nel Maggio dei libri), ha annunciato i prossimi incontri previsti nell’ambito dell’iniziativa: il 29 maggio, con la presentazione di un volume di studi in onore del professor Ettore Catalano; e il 12 giugno, con l’opera del professor Palmisano riguardante il tempo che viviamo, il post-globalismo. Carito ha posto in evidenza come nel libro della Pannitteri s’intreccino almeno due storie: quella dell’io narrante e quella dell’omicida, che in qualche modo usa la scrittura quasi come terapia.

Cesare Pasimeni-3

Due mondi che alla fine s’incontreranno  e che, per il professore, sono l’incontro tra la civiltà contadina, i cui esiti persistono ancora nel nostro mondo, e il post moderno. “Noi ci illudiamo di stare nel post moderno, ma il retaggio di secoli non si cancella”, rileva Carito, che prosegue evidenziando come il passato non sia necessariamente qualcosa da rimpiangere (e a tal proposito ricorda il delitto d’onore, rimasto sino agli anni Settanta). I cambi culturali, per il professore, richiedono decenni prima di entrare nei vissuti, nei comportamenti, e il passato non è sempre da salvare. “Non dobbiamo avere un atteggiamento sempre giustificazionista. È da comprendere, certamente, ma dobbiamo avere anche il coraggio alle volte di essere giudici”, conclude. 

Dopo l’intervento della dottoressa Romano, che ha posto in risalto il valore linguistico del libro di Adriana Pannitteri e la capacità dell’autrice di entrare e studiare le fragilità umane attraverso una lingua scoppiettante, “attraverso una parola che raggiunge a volte la bellezza della liricità”, l’attore Cesare Pasimeni, ha letto, interpretandole, alcune lettere racchiuse nel romanzo. 

La dottoressa Romano-2

A dialogare con l’autrice del romanzo è stato il sociologo Emanuele Amoruso, che del volume della Pannitteri ha evidenziato le tre tipologie di scrittura presenti (quella del protagonista, il carabiniere Antonio, quella dell’io narrante che racconta i contesti nei quali accadono le cose, e quella della giornalista protagonista del romanzo, Maria Grazia) e il racconto che l’autrice fa della dimensione della vita quotidiana. 

Infine la parola all’autrice, Adriana Pannitteri, che ha spiegato come il racconto della quotidianità sia stata la parte più difficile del romanzo che, come sottolinea  è ispirato a una storia vera anche se l’ambientazione, il matrimonio, il lavoro della moglie del protagonista, gli ambienti nord-sud, nascono dalla sua fantasia. Difficile è stato anche inventare tre linguaggi diversi. Sul femminicidio la Pannitteri afferma: “Credo che siamo in una dinamica di natura direi prevalentemente psichiatrica, che si accompagna poi a una rete di non comprensione, non mettere in discussione determinate cose, e che forma una sorta di alleanza perversa affinché poi questo gesto purtroppo si compia”. 

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