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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Prima la sedie a rotelle, poi lo sfratto

BRINDISI – E’ stato uno dei mattatori delle commedie in dialetto brindisino. Per 30 anni ha lavorato all’aeroporto militare. Il prossimo 25 settembre, Cosimo Gimmi, costretto da un aneurisma sulla sedia a rotelle, si ritroverà con la sua famiglia in mezzo a una strada.

BRINDISI – E’ stato uno dei mattatori delle commedie in dialetto brindisino. Per 30 anni ha lavorato come assistente alla sicurezza dell’aeroporto militare. Il prossimo 25 settembre, Cosimo Gimmi, costretto dalle conseguenze di un aneurisma sulla sedia a rotelle, sposato e padre di tre figli, si ritroverà con la sua famiglia letteralmente in mezzo a una strada. L’ufficiale giudiziario busserà alla porta del suo malandato appartamento in via Cappuccini per eseguire un’ordinanza di sfratto.

La casa sta letteralmente cadendo a pezzi. Le stanze da letto dei ragazzi (di 22, 20 e 13 anni) sono inagibili dall’agosto del 2012, quando dal solaio si staccò un blocco di intonaco. L’abitazione, come stabilito da un perito del tribunale di Brindisi, va sgomberata immediatamente. Ma dove andranno a dormire Cosimo, la moglie e i suoi figli? A poco più di un mese dall’esecuzione dello sfratto, non c’è una risposta a questa domanda.

Qualcuno, con una faccia tosta da far paura, ha suggerito a Gimmi di andare a dormire sotto un ponte. Il 54enne, fiaccato dal malore nel corpo ma non nello spirito, ha in mente altri piani. “Il giorno stesso in cui avverrà lo sfratto – dichiara Cosimo – mi piazzerò sotto l’arco di piazza Sottile-De Falco (di fronte l’ingresso di Palazzo Nervegna, sede del sindaco, ndr) e non mi muoverò da lì fino a quando non si troverà una sistemazione per la mia famiglia”.

Cosimo fa sul serio. Cosa ha da perdere, del resto? Il suo calvario è iniziato nel 2009, quando l’aneurisma (inizialmente scambiato per una meningite) segnò l’inizio di una lunga scia di problemi fisici. Gimmi fu costretto a lasciare il lavoro e il teatro (fu lui a fondare la Brunda, associazione culturale che fece conoscere il teatro a giovani e bambini down). Gimmi, nonostante la pensione tutt’altro che faraonica corrispostagli dallo Stato, è sempre riuscito a onorare l’affitto dell’abitazione di via Cappuccini in cui risiede dal 2000 .

Ma la situazione precipitò quel maledetto giorno d’agosto del 2012, quando un tonfo svegliò la famiglia alle prime luci dell’alba. Il soffitto della cameretta stava cedendo. La stanza, in seguito a un sopralluogo dei vigili del fuoco, venne dichiarata inagibile. Da allora, ogni sera, mamma Maria ripone in un angolo il tavolo da pranzo e sistema sul pavimento tre materassi. I ragazzi vivono come accampati, sotto un tetto divorato dalle macchie di umido.

La prima ordinanza di sfratto venne notificata a Gimmi lo scorso marzo. Il 25 di quello stesso mese, la famiglia avrebbe dovuto liberare l’appartamento, con la prospettiva di tornarvi non appena la proprietaria avrebbe provveduto ai lavori di messa in sicurezza dell’immobile. L’esecuzione del provvedimento venne rinviata a settembre. In questi mesi, Gimmi ha fatto l’impossibile per trovare una casa.

“Tutti gli agenti immobiliari di Brindisi – dichiara il 54enne – conoscono la mia storia. Ho girato tutta la città alla ricerca di un alloggio. Ma non esiste un appartamento compatibile con la mia disabilità fisica e le mie possibilità economiche”. Gimmi ha bisogno di un casa al massimo al primo piano, ne ha trovate a canoni convenienti solo al quarto o quinto piano senza ascensore, il resto a non meno di 600 euro al mese. Lui percepisce un a pensione di 1000 euro, e anche col sussidio del Comune non ce la farebbe a vivere. Cosimo ha allora chiesto aiuto all’Ufficio case del Comune di Brindisi diretto dall’architetto Valerio Costantino.

“I dipendenti comunali – dichiara Gimmi – mi hanno detto che il Comune mi avrebbe concesso 300 euro al mese per due anni se avessi trovato un appartamento in affitto. Ho cercato di spiegare loro che nessuno, nelle condizioni in cui mi ritrovo, è disposto ad affittarmi un appartamento". Nel corso di un sopralluogo effettuato lo scorso 19 giugno, seguito due giorni dopo da un sopralluogo di un perito del tribunale, Costantino ha preso nuovamente atto dell’immediata necessità di sgomberare la casa. “Ma dal Comune – dichiara Cosimo – non è stato mosso un dito per evitare che un’intera famiglia finisca in mezzo alla strada”.

Gimmi ci mostra un lungo elenco di tutti gli assessori, i consiglieri comunali e i politici dei più disparati schieramenti ai quali si è rivolto in questi mesi. Se ne contano più di venti. “Nessuna di queste persone – dichiara il 54enne – ha fatto qualcosa di concreto per la mia famiglia. Le promesse e le belle parole non sono mai state accompagna da impegni reali”.

A questo punto, mosso dalla disperazione, Gimmi si dice pronto a salire sulle barricate. “Ho avuto a che fare – dichiara Cosimo – con tanti bugiardi e fanfaroni. Adesso mi appello al buon cuore del sindaco Mimmo Consales affinché la mia famiglia non si ritrovi per davvero sotto un ponte. Non so più a che santo votarmi”.

 

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